Sanità percossa ?

di Rita Occidente Lupo

Di Sanità, si muore. Ancora lo slogan che da troppo la nostra regione vive sulla propria pelle. Le ombre, sempre offuscanti le luci. E succede che la pazienza, non regga quando combatte la vita. E quando le ore, decisive per l’esistenza. Spesso l’emergenza, mal gestita. Numerose lamentele, sulla tempestività dinanzi ai casi di prima urgenza. In una città come Napoli, che strombazza voglia di vivere ad ogni ora, ma anche caos e disordine, la trappola veicolare. Il traffico bypassa il colore semaforico. Annulla caschi bianchi e  palette. Alla luce dei recenti decessi per l’influenza A, l’allarmismo non gioca a favore. Facile a dire “state calmi”, ma quando c’è di mezzo la sopravvivenza, scattano molle che insediano la serenità. Dinanzi ai primi decimi febbrili, l’allerta. Correndo a sirene spiegate. Dietro l’unico imperativo “Fate presto!” Nei giorni scorsi, in tilt una famiglia di Ponticelli. Contattato il 118, per un parente in gravi condizioni. I tempi, non celeri, hanno riservato un’amara sorpresa ai sanitari. Percosse a volontà per medico ed infermieri dell’autoambulanza, una volta giunti a destinazione. In ogni caso, i camici bianchi non hanno lesinato di trasportare l’infermo nel vicino presidio ospedaliero. Un’ennesima aggressione, che i partenopei confermano, di pessima gestione dell’emergenza. Non sempre il tempo dal contatto telefonico, soddisfa l’esigenza. Di qui la veemente reazione di chi conta i minuti, dimentico degl’intralci dell’asfalto. La situazione napoletana non è comunque diversa da quella che anche altre realtà urbane respirano. La stessa Salerno ha lottato a lungo affinchè il Pronto Soccorso non venisse de localizzato. Il decentramento presso la zona San Leonardo, ha reso più arduo il raggiungimento. Per mesi, la popolazione ha continuato a far capo al vecchio nosocomio in Via Vernieri, attualmente ospitante il 118. Ma puntualmente l’utenza s’è vista spedita al San Giovanni di Dio. Inoltre, le sirene spiegate delle autoambulanze, nel rione Carmine, in pieno giorno, sempre ingorgato dal flusso veicolare, accelerano l’inquinamento acustico. Che gli abitanti della zona mal tollerano.