Regione:Terremoto ’80,il cons. Gagliano scrive a Cirielli e Sibilia
Caro Edmondo, Caro Cosimo, esattamente tra un anno ricorrerà il trentesimo anniversario del Terremoto, che, nel 1980, portò morte e distruzione in diverse aree del Mezzogiorno d’Italia, toccando in particolare le provincie di Salerno ed Avellino. E’ mia opinione – che voglio immaginare pienamente condivisa da entrambi – che tale ricorrenza vada ricordata in maniera appropriata: lo esige il rispetto per coloro che rimasero vittime del disastro, ma anche il senso di riconoscenza che noi tutti portiamo a quanti accorsero a portare aiuto e conforto alle popolazioni (militari e volontari civili, giunti da ogni parte d’Italia). Inoltre, tale occasione potrà essere utile a mostrare all’Italia e al mondo il volto migliore delle nostre terre, nelle quali una generazione di Cittadini operosi ha saputo rialzarsi dal disastro del Terremoto – e dai guasti di certa cattiva politica – dando a tanti nostri paesi una nuova prospettiva di futuro, che può oggi essere adeguatamente guidata dalle Amministrazioni che Entrambi siete stati chiamati a presiedere. Nel 2000, in occasione del ventennale del Sisma, si registrarono manifestazioni e commemorazioni, ma la loro organizzazione fu, per lo più, lasciata all’improvvisazione e all’estemporaneità. Si sarebbe potuto dare un senso più forte e più alto al tutto, invece si finì per assistere alle solite passerelle di uomini dei governi nazionale e regionale di allora. Certo, non mancò qualche lodevole eccezione: penso alla lunghissima diretta radiofonica che Radio Mpa di Palomonte dedicò al ventennale del Sisma; ma, nel complesso, si trattò di un’autentica occasione mancata. Io, invece, credo che ci sia la possibilità che le due Provincie da Voi guidate possano intraprendere un percorso comune, finalizzato a commemorare, in maniera seria ed importante, il trentennale del Terremoto del 1980. A tal fine sono a chiederVi l’istituzione di un COMITATO INTERISTITUZIONALE tra le Provincie di Salerno e di Avellino e le Amministrazioni dei Comuni più colpiti, salernitani ed avellinesi, che possa coordinare le celebrazioni, ponendosi anche come interlocutore unitario rispetto al prossimo governo regionale. Il Comitato potrebbe, altresì, essere il luogo organizzativo nel quale convogliare i contributi degli organismi sociali interessati. Nella certezza che vogliate accettare questa mia proposta, dichiaro sin d’ora la mia disponibilità ad appoggiare pienamente il Vostro lavoro.
Sono di Laviano, e mi chiamo Lucio, devo dire che questa mi sembra veramente una bella iniziativa. Mi auguro che i nostri sindaci vogliano portarla avanti. Speriamo bene visto che c’è tanta gente che si sente abbandonata a se stessa.
Sono di salerno e ho stampato in proprio , tra l’altro, l’autobiografia: “La bacheca dei ricordi” che abbraccia la storia della mia vita dagli anni trenta agli anni sessanta e sto per completare la seconda parte che va dagli anni sessanta ai giorni d’oggi.
In quel famigerato giorno dell’ottanta mi trmarono le gambe e barcollai sulla sedia dov’ero seduto mentre mi gustavo un lieto programma televisivo dei “Fate bene fratelli”.
Fu un momento tragico e intuii immediatamente che il sisma avesse distrutto case e famiglie. Mia moglie e imiei piccoli figli erano presso una famiglia al quinto piano e senza ascensore, ebbi una paura matta e incominciai a gridare per richiamare la loro attenzione.Fu un momento tragico e pauroso.
Poco dopo ci riunimmo all’adiaccio e li restammo per tutta la notte.
L’ndomani mattina, avendo appreso dell’immane disastro, mi prodicai subito per dare una mano e,prendendo contatto col direttore di una radio che trasmetteva da Roccapiemonte, organizzai un viaggio con alcuni volontari per trasferci a Lioni, Laviano e in altre zone terremotate dove vi furono morti e crolli infiniti . Andami con la mia piccola auto per scaricare merce arrivata da Milano tramite una lunga serie di camion densi di aiuti umanitari. Faceva un freddo cane e pioveva copiosamente, ma non ci scoraggiammo, facemmo del nostro meglio per dare aiuto.
Oggi ho 77 anni e non posso dimenticare quei giorni bui che mi distrussero il cuore: Piangevo come quei superstiti che avevano perso i loro cari.
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