Il fosforo bianco: killer legalizzato
Il fosforo bianco viene utilizzato per produrre bombe incendiarie il cui scopo dichiarato è quello di produrre una luce accecante, che permetterebbe di nascondere o facilitare una manovra militare. La Convenzione internazionale sulle armi chimiche non considera gli armamenti al fosforo come armi chimiche atte a colpire la popolazione, ma da utilizzare come elementi facilitatori di azioni specifiche e mirate. Il fosforo bianco provoca ustioni gravissime ed estremamente dolorose al contatto diretto con la pelle, ma negli ultimi anni si stanno palesando conseguenze molto gravi sui soggetti esposti a questa sostanza. Negli ultimi giorni sono stati resi noti dati che evidenziano un incremento molto spiccato dei casi di tumore nella popolazione che vive nelle zone in cui furono utilizzate armi al fosforo bianco. Nel 2004 gli Stati uniti fecero largo uso delle bombe al fosforo durante la fase critica del conflitto in Iraq, specialmente sulla zona di Falluja, oggi sono soprattutto i bambini ed i neonati a soffrirne le conseguenze. Il quotidiano “The Guardian” denuncia che i casi di tumore, specialmente tra i bimbi più piccoli, nonché le malformazioni neonatali, sono aumentate di ben quindici volte rispetto al passato. I conflitti non lasciano le loro vittime solo sui campi di battaglia o sotto le macerie delle case distrutte. Dopo anni, a volte decenni, vittime che nessuna “colpa” hanno se non quella di nascere, pagano il prezzo di guerre combattute o subite. Si ammalano figli di civili esposti alle sostanze chimiche ma anche di soldati che hanno avuto ordine di utilizzarle. Ma come si genera una neoplasia a seguito di esposizioni a sostanze chimiche? Una neoplasia è una neoformazione che si differenzia dal tessuto originante, ha sempre un’origine monoclonale (cioè deriva da una sola cellula); la cancerogenesi è un fenomeno multistadio. Ci sono geni che vengono attivati solo nelle prime fasi dell’embriogenesi e poi mai più. Capita che tali geni, detti oncogeni, si rimettano in funzione, pertanto nel processo di cancerogenesi vi è un tentativo di regressione della cellula di tessuto adulto alla fase embrionale. Il tumore è monoclonale, la cancerogenesi è un fenomeno multi-step, ha origine genetica e l’errore è riconducibile alla fase promotrice di riproduzione cellulare, ciò avviene per errore di copiatura di DNA cellulare. Il DNA é l’acronimo di acido desossiribonucleico, molecola che codifica l’informazione trasmessa per via ereditaria. Il DNA è un lungo polimero (macromolecola costituita da un numero elevato si unità semplici dette monomeri) di nucleotidi (composto organico) costituito da una molecola di zucchero (desossiribosio), un gruppo fosfato ed una delle 4 possibili basi azotate (G guanina, A adenina, T timina, C citosina), che si legano sempre a coppie: T+A e C+G. Si presenta in struttura elicoidale a doppio filamento. Se si viene esposti a sostanze chimiche o a radiazioni cancerogene (ossia in grado di dare avvio alla cancerogenesi sopra citata) si formano dei dimeri (coppie) di timina: quando ciò avviene il DNA viene riparato con la sostituzione a caso della base, determinando un cambiamento irreversibile nella duplicazione della cellula. Il fosforo bianco è fortemente indiziato di essere sostanza in grado di alterare il patrimonio cellulare. Il tempo fornirà la risposta, intanto si nasce e si muore. Per cosa?