La forza dell’amore
Lo scopo della vita. Prima o poi ciascuno di noi si interroga sullo scopo della propria esistenza, e ciascuno trova la propria risposta. Dentro di sé o al di fuori, nel mondo che ci circonda. Amore è un termine tanto citato quanto abusato. A volte crediamo che sia amore controllare i propri figli e gestire la loro vita, in realtà desideriamo solo egoisticamente non avere problemi o fonti di ansietà. Altre volte ci confondiamo, più o meno consapevolmente, e chiamiamo amore la paura della solitudine o la mancanza di coraggio nel rinunciate all’abitudine. Pensiamo di amare un’altra persona ed invece amiamo l’immagine di noi stessi che essa ci riflette. L’amore si potrebbe definire, in senso non assolutistico, come l’incontro e la combinazione di due emozioni. Quanto amiamo noi i nostri figli? Nessuna risposta valida per tutti, solo una riflessione su noi stessi: siamo genitori che si aspettano staticamente di essere amati dai propri figli o siamo capaci di crescere insieme a loro, indipendentemente dal riscontro affettivo? Amiamo i nostri simili? La risposta è un poco più facile: dipende, dalla misura in cui noi stessi ci amiamo. La prima persona a cui voler bene, in teoria, dovremmo essere noi stessi; non per egoismo e nemmeno per narcisismo, ma solo per la semplice evidenza che con noi stessi dobbiamo convivere tutta la vita. Banale e scontato solo in apparenza. L’egoismo potrebbe essere visto come una modalità comportamentale per cui estremizzare il bisogno di essere considerati, mentre il narcisismo appare come un modo per mascherare un vuoto abissale interiore. Tutte le persone sono egoiste e narcisiste, è fisiologico entro certi parametri, è disturbante al di fuori da essi. In ambito psicopatologico si parla, non a caso, di disturbi “antisociali”e “narcisistici” di personalità. Imparare ad amare è una conquista che non piove dal cielo come l’acqua e nemmeno illumina d’immenso con la potenza della folgore. È una fatica costante, uno sforzo che fa tremare l’animo, uno scopo di vita. Il contrario di odio, così facile, così giustificabile, così presente da averci quasi reso assuefatti ad esso. L’amore, o ciò che più universalmente possiamo provare a definire tale, non riusciamo a spiegarlo, non sentiamo alcun bisogno di giustificarlo: l’amore, qualunque cosa si intenda per tale, si vive.