Pasta contro la depressione!
Cali umorali, ansia e depressione, per la rinuncia ai carboidrati, mutuata con una linea scattante. Lo studio, venuto fuori su una campionatura di circa 200 individui. A distanza di un anno, registrati gli effetti di un’alimentazione povera di pane e pasta. I soggetti, sottoposti al trattamento anti farinacei e carboidrati, giù di tono. Contrariamente a chi volentieri gusta un piatto di pasta al pomodoro, degnamente arricchita di formaggio. Il cibo, sano e gustoso, allunga la vita. E stimola la voglia d’andare avanti. Non soddisfacendo la golosità di leccornie e dolciumi. Se il cioccolato, ottimo antidoto ai momenti no, quelli in cui l’umore sfida i mocassini, altri cibi alleati della portata dei giorni. La rinuncia ai piaceri della buona tavola, può non essere così ambita da tutti. Dopo la demonizzazione della taglia 42 in passerella, complice d’anoressie giovanili, l’attenzione ad una linea non per forza di cose asciutta e priva di qualche kg di troppo: barattata col peccato di gola domenicale, dietro un piatto di occhieggianti ravioli o di veloci spaghetti. Oltre agli effetti conviviali della buona tavola, rinfrancante vincoli amicali, nella complicità di trattative d’ogni sorta. Anche gli affari più farraginosi, sanciti dietro porcellane e fumanti pietanze. A tavola, di tutto e di più, senza sfide all’obesità. Semplicemente col gusto di valorizzare il sapore dei cibi, lasciandosi andare al nutrimento, gratificante il palato. Magri e depressi, non aiuta a vivere!