Mercato San Severino: diaconato di Fra’ Corrado Sica
Sabato 21 novembre, Primi Vespri della solennità di Cristo Re, in quel di Matera e precisamente presso la Parrocchia “Cristo Re” si è tenuta l’ordinazione diaconale del giovane sanseverinese Corrado Sica, francescano e umile servo del Signore. Questo ragazzo ha sempre coltivato, fin dall’infanzia, il grande dono di voler essere tutto di Cristo e della Chiesa, come il suo volto sorridente (anche da bambino e da giovane lo era) ha mostrato a tutti durante la commovente e precisa, perfetta celebrazione; una cerimonia sicuramente impeccabile sotto tutti i punti di vista, sia quello organizzativo (tutto è stato svolto a puntino) che quello emozionale, liturgico, celebrativo. Grande risalto all’importante evento è stato dato dal validissimo coro, a più voci e intonatissimo, con la presenza di tanti frati e sacerdoti francescani (e non soltanto nel coro) di tutta l’intera Provincia Salernitano-lucana dei Frati Minori (dell’Immacolata Concezione), intervenuti a frotte per la gioiosa occasione spirituale. Fra Corrado Sica ofm ha ricevuto per il diaconato la visita felicissima di tanti familiari, amici, religiosi, che hanno anche organizzato dei pullman perfino da S. Vincenzo, frazione di Mercato S. Severino dove abitano i Sica dopo essersi trasferiti dall’altra frazione S. Angelo, grazie all’entusiastico richiamo da parte dei francescani di S. Antonio, il convento-parrocchia al capoluogo sanseverinese, con padre Rocco Ferrara, e da parte di padre Carmine Ascoli, redentorista che svolge la sua missione pastorale in S. Vincenzo, appunto, e in altre frazioni limitrofe: i due religiosi hanno voluto partecipare assieme alla “loro” gente (la comunità del neodiacono, la “sua” collettività) prenotando un bus che ha trasportato tutti da S. Severino nella lontana Matera, dopo circa tre ore di viaggio all’andata e al ritorno, ricco di armonia e – soprattutto al ritorno – anche di allegria, divertimento e battute (salaci) da parte delle due comunità, quella della frazione S. Vincenzo e quella dei francescani, unite in un sol coro che unanimemente ha tripudiato e gioito assieme a fra Corrado.La cerimonia è avvenuta dunque a Matera, dove il Nostro si è ben ambientato e si trova bene, ma soprattutto si fa voler bene, amare, per la dolcezza (consueta) del suo animo sensibile, un carattere dolcissimo e paziente, per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di S. E. Mons. Salvatore Logorio, arcivescovo di Matera-Irsina. Un uomo probo, di bell’aspetto, alto e soprattutto molto umano e affabile, questo presule che ha avuto modo di conoscere il giovane diacono; durante la sua omelia ha infatti rivolto a Corrado parole umane, concrete, forti ma semplici, umili: il suo è stato un discorso convincente e diretto, senza compromessi o lodi sperticate, ma con parole soppesate e realmente sentite. Tutti gli astanti hanno potuto agilmente seguire la solenne celebrazione grazie a dei libretti ad hoc, approntati per la serena occasione e praticamente senza errori di stampa, soltanto uno alla fine dell’ultima pagina. Ogni sequenza della S. Messa era spiegata sia sul libretto che dal cerimoniere, passo dopo passo. Anche padre Carmine e padre Rocco hanno concelebrato nel corso della liturgia eucaristica, durante la quale molti momenti intensi e carichi di commozione sono stati vissuti, quale la prostrazione a terra da parte dell’ordinando e l’imposizione delle mani. Il coro, come detto, è stato particolarmente versatile nel proporre canti maestosi e pomposi, adatti al momento, anche grazie all’amico di Corrado, Francesco Maria: un altro frate passato per S. Severino. Molto emozionante tutta la cerimonia, seguita col fiato sospeso da parte dei sanseverinesi accorsi a salutare il loro “figlio”, il concittadino che ha sempre avuto per ciascuno che l’abbia incontrato una parola buona, un sorriso, una preghiera, calda e vivificante che egli ha sparso a piene mani sulla “sua” gente. Emozionantissimi anche il papà di Corrado Sica, Teodoro, impiegato presso una nota industria conserviera del Sanseverinese ed organista al convento di S. Antonio (tra l’altro lo stesso diacono sta studiando appunto organo al Conservatorio della cittadina lucana) e la madre, nonché il fratello Dario e gli altri. Un ringraziamento – altresì – a padre Carmine Ascoli e padre Rocco (ma anche gli altri religiosi non intervenuti del capoluogo e di S. Vincenzo) per avere organizzato il “pellegrinaggio” verso il lieto evento, in una giornata memorabile, appunto da non dimenticare.