Salerno: presentato “La svolta” di Fabiano Farina
E’ stato presentato sabato, presso il Punto Einaudi di Salerno, il libro “La Svolta” di Fabiano Farina. L’autore ne ha discusso con gli assessori comunali Enzo Maraio e Luca Cascone, con Piero De Luca, dirigente nazionale del Pd. Il dibattito è stato moderato dal professore Alfonso Amendola che ha curato anche la prefazione della prima opera narrativa del 21enne, studente di Economia e Commercio. E proprio il docente universitario ha sottolineato l’esordio letterario “….ha dentro di sé non pochi motivi di riflessione e scandaglio nel profondo. Il tutto filtrato da una prosa diretta, precisa, senza orpelli di azzardo sperimentale e sicuramente efficace nel delineare emozioni e spaccati di vita quotidiana, che sa essere introspettiva e lieve, muovendosi su diversi piani espressivi. E di ragionamento. Sì, perché il protagonista principale de La svolta è un vero e proprio “ragionatore”, continuamente immerso nelle sue riflessioni, anche mentre vive, mentre agisce, mentre è decisamente dentro le cose… la sua mente non riposa mai. E continua a riflettere (sulle possibilità, sugli accadimenti, sui ricordi, sugli errori, sui fraintesi…). Eppure, accanto all’analiticità del ragionare “da filosofo”, seppur immerso in una stretta “annoiata” quotidianità di sentirsi “uomo medio conformista e pigro” (come lui stesso si definisce) il personaggio principale del romanzo ha continui sprazzi di luminosità. Una luminosità (che ha sapore di “rinascita” e desiderio di “svolta”) principalmente simboleggiata dalla poesia che attraversa l’intera opera. E Fabiano Farina – a mo’ d’epigrafe – cesella il suo romanzo con diversi endecasillabi che con lucida perfezione sintetizzano lo stato d’animo del nostro. Ma nel romanzo troviamo una luminosità che si manifesta, anche, nel descrivere il valore dell’amicizia (in particolare verso l’ “amico-maestro” Peppe, cui lo lega una profonda affinità elettiva ironicamente suggellata da un reciproco “lei”). A questo punto va specificato che il valore dell’amicizia ha maggior forza rispetto all’amore (rispetto ai primi giovanili fidanzamenti, al rapporto in totale crisi verso la moglie Carla, al desiderio di seduzione verso Cristina). Un valore, questo dell’amicizia, che è una piccola forza motivazionale del nostro (e il romanzo principia con una emblematica dichiarazione d’amicizia verso il proprio avvocato). E su questo tema amore-amicizia si aprirebbe un vasto capitolo di riflessioni che lascio totalmente al gusto e all’attenzione del lettore.
Ne La svolta (un titolo che è già l’indicatore di una volontà, di una rincorsa, di una possibile “speranza”) non manca un preciso tessuto narrativo ironico (ovvero quella lievità di cui parlavo all’inizio) e quindi il piccolo viaggio nella profondità di quest’uomo in crisi, apre a continui varchi dove diverse sensazioni si miscelano assieme: il senso di colpa (il rapporto con il figlio Michele è esemplare da questo punto di vista), i battibecchi affettuoso-nostalgico con l’amico “ribelle” che lo riporta nell’universo della sua gioventù, la stanchezza verso la politica, l’indolenza del quotidiano fatta di piccoli richiami casalinghi o nutrimento di banale televisione, le sue aperte contraddizioni e la sua dimensione voracemente desiderante di vivere “d’immaginazione ed inventiva”. Insomma un personaggio a “tutto tondo” e immerso in una piena (e consapevole) crisi. Un personaggio di riuscita complessità che perfettamente rievoca una genealogia di alcuni “anti-eroi” cari alla letteratura di Pirandello (penso in particolare a quei “ragionatori” che sono massicciamente presenti nella sua produzione drammaturgica). Oppure vicino alla lunga “confessione” de La coscienza di Zeno di Italo Svevo. Senza dimenticare la “ricerca di azione e di vita” de Gli indifferenti di Alberto Moravia. Una serie di figure di una grande letteratura del miglior Novecento italiano che hanno dentro di sé il disincanto, l’indifferenza, il cinismo, la noia…. Ma se da un lato abbiamo (con Pirandello, Svevo, Moravia ed anche il “girovagare” narrativo di Calvino) precisi assi di riferimento che abitano gli orizzonti e le “origini” di riferimento de La svolta, dall’altro abbiamo la “scelta” di un giovane narratore che assorbe e rielabora con attenzione e stile una serie di temi specifici della nostra letteratura e da scrittore contemporaneo qual è, Fabiano Farina riesce ad indicarci una personale e densa visone narrativa. Insomma con La svolta si affaccia nello scenario della nostra letteratura un esordio importante, di quelli che fanno ben sperare. Una “testimonianza” vera di una scrittura capace di essere “esistenzialista”, intima, ironica, antica e moderna al contempo… e dove la “confessione” diventa narrazione collettiva e indice di una profonda e lacerante “metamorfosi spirituale”. La presentazione del libro, dinanzi ad una folta platea, ha consentito un vivace dibattito, aprendo il confronto su svariati temi: politica, divorzio, esistenzialità.