Maurizio Costanzo show, senza rimpianti

di Rita Occidente Lupo

Dopo 25 anni, il giornalista coi baffi, pungente e sarcastico al punto giusto, provocatore, ma fine speculatore della parola, cala il sipario su un programma che ha registrato un carosello di ospiti. L’addio, con Afef, Andrea Camilleri, Enzo Iacchetti, in collegamento da Milano, Gino Strada, Raffaele Morelli, Katia Ricciarelli e Alfonso Signorini, senza patemi, per il transito in Rai, dalle reti di Mediaset. Costanzo, giornalista amante della carta stampata, non esente dai colpi del mestiere. Da quegli attacchi che lo hanno visto miracolosamente scampato ad un attentato di mafia, circa 16 anni fa, per frazioni di secondi. Al tempo caldo della strage di Capaci. Dopo un ingresso nell’agone politico, tra  liste radicali, assertore che il piccolo schermo, tribuna ideale  per poter condurre battaglie non solo ideologiche. Introverso e per niente amante del gossip, pantofolaio, non solo domenicale, Maurizio non ha bucato lo schermo con la sua immagine. Ma l’ha dominato. Dimostrando che in tv s’affacciano non solo velinari e soubrette. Approfondimenti culturali, in un confortevole salotto: tenendo ferma la notizia,  ospiti a confronto,  circa 33.000, apportando il proprio contributo intellettuale, al dibattito contemporaneo. Proprio questa l’idea di Costanzo che, al di là delle tentazioni dell’audience, ha perseguito la strada della cultura. Senza scimmiottare fiction o pseudo presentazioni, regista di dibattiti a cielo aperto, da un Parioli sempre più gremito. In barba ad ogni standing ovation, tra plausi e talvolta fischi. Fedele compagno di riflessioni notturne, il suo show, discreto compagno della produzione culturale del tempo. Tanti talenti in erba transitati per le sue poltroncine. Uno spaccato per chi crede ancora che, far televisone, non robetta propagandistica. Un giornalista coi baffi Maurizio. Per qualche altro,  coi fiocchi, che in chiave con la sua indole alquanto taciturna, gli fa bandire ogni lacrimuccia nel calare il sipario Mediaset.