Salerno: presentato il libro del filosofo Biagio De Giovanni
Albi –“A destra tutta Dove si è persa la sinistra”. Spesso io, nato e cresciuto nella nobile casa del socialismo, mi chiedo perché la sinistra, se ritiene di essersi persa, non si ferma per fare un esame oggettivo della situazione invece di combattere sulle barricate battaglie demonizzanti e personalistiche che non portano da nessuna parte. Credo che il mio pensiero sia perfettamente in linea con il lavoro, tutto filosofico, del rispettabilissimo Biagio De Giovanni, studioso oltre ogni colore. Il suo libro “A destra tutta Dove si è persa la sinistra” probabilmente cerca di dare delle risposte più o meno credibili. Apre i lavori Pasquale Lenza, presidente dell’associazione “Pensiero e Libertà” per porgere soltanto i saluti a tutti i convenuti. Prende subito la parola Piero Lucia, storico dei movimenti politici e sindacali soprattutto di Salerno. “Il libro –dice Lucia- prende in esame gli ultimi quindici anni del nostro tempo con la sua densità di spunti trasudanti la passione civile dell’autore”. Poi Lucia si allontana dal testo e si incammina lungo il sentiero di un’analisi tutta politica della storica sinistra e dei movimenti sindacali prendendo anche in esame le reali o presunte colpe della stessa sinistra che ha dato la stura all’avanzata della destra fino a farle conquistare stabilmente il governo del paese. “C’è stato un errore di valutazione della tenuta –ha continuato Lucia- e delle capacità di radicamento sul territorio sia di Forza Italia che della Lega Nord”. Interviene il senatore Gianni Iuliano e dice subito che la sinistra ha perso la capacità di autocritica nel senso che non riesce più a pensare che qualche altro potrebbe essere se non meglio almeno alla pari. “Il libro di De Giovanni –secondo Iuliano- sembra mettere in forte risalto la destra ma a rileggerlo con molta più attenzione l’autore pone, invece, delle problematiche legate alla vita ed alla storia dei partiti che a volte rischiano di porsi a difesa conservatoristica di tutto quello che hanno creato in cinquant’anni di storia; questa cosa la destra, proprio perché non ha costruito la Costituzione, è più leggera e più libera di muoversi anche sotto il profilo riformista del Paese”. Iuliano vede, come in una favola surreale (parole sue), un ricorso immediato alle urne, una nuova maggioranza ancora più forte di quella di adesso e la riforma addirittura della repubblica in direzione presidenzialista, cioè quello che vuole Berlusconi. “Nel libro di De Giovanni tutto ciò –conclude Iuliano- si affaccia anche se in maniera molto velata, il rischio però viene messo bene in evidenza, anche perché oggi forse non abbiamo una valida classe dirigente della sinistra”. “Insomma vogliamo capire, dice il moderatore Massimo Calenda, vorremmo capire perché l’unica volta che la Costituzione è stata cambiata lo ha fatto la sinistra e tutto è filato liscio, quando invece la vuole cambiare la destra apriti cielo e si grida subito allo scandalo”. Parla De Luca e subito dice che la sinistra italiana parla in un mondo virtuale con una lingua morta. E si chiede: “Chi o quale ceto sociale vuole la vittoria del centro-sinistra, ovvero vedendo un miglioramento delle sue condizioni”. Parliamo con una comunicazione senza un pensiero pensato, i fatti non ci sono più, la sinistra di un tempo non c’è più perché si è estinta col tempo che è passato. Qual è la funzione nazionale di un partito, si chiede De Luca; non esiste perché tra l’altro non riesce a rispondere ad alcuna esigenza. L’Italia ha retto bene la crisi, il suo sistema bancario improntato a sistemi quasi privatistici non ha avuto scossoni; però non abbiamo alcun settore produttivo di avanguardia mondiale. Dal punto di vista politico abbiamo un paese praticamente ingessato, senza capacità di esprimere la propria creatività con un sistema legislativo assolutamente demenziale con un groviglio normativo con attivazione di numerose autorità di controllo che rendono immobili le capacità decisionali.” Insomma non è possibile –dice De Luca- decidere nulla anche se si ottengono maggioranze elettorali. Le risposte che diamo a questa realtà sono assolutamente tardive ed inutili; oggi non c’è più nulla tranne un pulviscolo sociale. Anche le OO.SS. sono svuotate di funzioni e di rappresentanza. Bisogna creare una società aperta, rompere i corporativismi con il superamento dei blocchi corporativi degli ordini professionali. Anche le organizzazioni volontarie non esistono più perché sono tutte sul libro paga della stato. Squallidi ed inesistenti i servizi pubblici. Oggi la sinistra non riesce a parlare più alla parte dinamica del Paese. Necessita trovare una proposta chiara per riconquistare la gente. Ci stiamo perdendo nella mitologia della Costituzione e facciamo i conti con i valori fondanti del riformismo nazionale ed europeo. Amiamo la democrazia aggrovigliata nei meandri della burocrazia; ci vuole un quadro di trasparenza delle responsabilità. Nella illusione di controllare tutto, non controlliamo niente ed abbiamo il massimo dell’abusivismo e dell’evasione. Non abbiamo più il coraggio di dire che comanda la politica, come espressione del consenso popolare con la legittimità di fare. Il messaggio della sinistra è logoro ed usurato nei toni e nei contenuti. Tra destra e sinistra io faccio fatica a trovare differenze, riformismi intelligenti mancano dall’una e dall’altra parte” –così chiude De Luca in ottima forma dopo l’incontro con il Governo. Ed alla fine entra in scena l’autore, il filosofo Biagio De Giovanni, vecchio personaggio della sinistra romantica di un tempo. “Nello scrivere il libro ho pensato innanzitutto all’esigenza di fare un ragionamento politico sulla “destra” italiana ed ho scoperto che ci troviamo di fronte ad una entità politica di prima grandezza, altro che storie o monarchie varie. Tutti speravano che accadesse qualcosa per far svanire tutto il mondo della destra, invece si sta verificando il contrario e la cosiddetta “prima repubblica “ si trova tutta all’opposizione, nel segno che qualcosa di molto grosso è avvenuto. Sono caduti i miti, i blocchi di forza, le aggregazioni di idee; la caduta del muro aveva fatto pensare alla fine anche della storia, invece questo nuovo modello si appalesa sempre di più come un esempio di “democrazia moderna”. Il dato è che tutto un sistema di culture politiche storiche è stato azzerato dagli eventi dell’89 e del 94 con la discesa in campo di Berlusconi. La sinistra ha scherzato troppo intorno e su quel “vuoto” che sembrava poter essere colmato soltanto dalla stessa sinistra. Berlusconi –secondo De Giovanni- è l’unico modello innovativo dell’era moderna, l’ha capito a modo suo ma l’ha capito. Ed ha capito che si poteva aprire la speranza di diversità rispetto ad un mondo vincolato al passato. La statuetta del Duomo riapre nuove ed insperate possibilità di rivincita di Berlusconi per riaprire una nuova epoca politica; ha fatto una rivoluzione politica ma è stato incapace di fare una rivoluzione istituzionale. In questo si possono aprire anche alcuni spazi per la sinistra se sarà capace di modernizzarsi.Sono stato durissimo nel libro –ha concluso De Giovanni- con le classi dirigenti meridionali che con la loro immobilità e il peso parassitario hanno provocato in gran parte il fallimento della sinistra”. Folto il pubblico presente nel salone del Gonfalone di palazzo di Città; grosso il successo organizzativo.