Don Mimì e il sogno della TV

Aldo Bianchini

La famiglia Lamberti di Cava de’ Tirreni aveva un sogno, entrare nel mondo dello spettacolo e, soprattutto, della tv commerciale. Nasce così, alcuni anni fa, la “Giallo Limone Movie s.r.l.” con a capo il figlio di “don Mimì” Giovanni Lamberti. La società investe subito centinaia di migliaia di euro nella produzione di almeno due film di un certo successo. Il regista è l’uomo-spettacolo di Cava de’ Tirreni ed ex dipendente comunale Pasquale Falcone che su Google viene definito: cabarettista, cantante, sceneggiatore, poeta erotico e sentimentale. La Giallo Limone non si lascia scappare la grande occasione, Falcone è reduce dal successo del film “Amore con la S maiuscola” di Paolo Costella  e nel 2005 si avvia a produrre “Lista di provocazione, San Gennaro votaci tu” una satira pienamente riuscita sulla politica paesana. Nel 2008 il successo pieno di Falcone e della Giallo Limone con il film “Io non ci casco” e con un cast di tutto rispetto: Maria Grazia Cucinotta, Ornella Muti, Antonio Stornaiolo e Rosaria de Cicco. Si consolida, così, il mito del produttore cavese Giovanni Lamberti. E parte l’avventura di entrare nel mondo della tv commerciale, l’obiettivo è Quarta Rete Tv, una tv commerciale nata a Cava de’ Tirreni nel lontano 1978 e scippata ai cavesi dal salernitano Leonardo Calabrese alle fine del 1994 per un “pugno di dollari”. Quarta Rete naviga in cattive acque ed alcuni creditori (ex dipendenti) di Cava propongono ricorso di fallimento. L’azione fallimentare e le ambizioni della Giallo Limone viaggiano su due direttrici diverse, si incrociano quando i creditori cavesi, forse, pensano di poter riconquistare la tv attraverso il fallimento e grazie ad un imprenditore metelliano di solida stabilità economica. Il 13 ottobre del 2008 Quarta Rete viene dichiarata fallita e dopo pochi mesi la Giallo Limone deposita offerta di acquisto in busta chiusa presso la cancelleria fallimentare del tribunale di Salerno. La mattina del 2 marzo 2009 si infrange miseramente il grande sogno. Qualche giorno prima sul quotidiano La Città del 26/2/09 viene pubblicata un’intervista virgolettata di Giovanni Lamberti: “Vogliamo che la nostra città abbia un’emittente televisiva. Non una qualunque, ma Quarta Rete che è stata una delle prime in Italia a trasmettere utilizzando la collina della Pietrasanta per diffondere il segnale”. L’articolo poi continua e descrive che “la cordata di imprenditori ha previsto un investimento complessivo di 700mila euro. Lamberti ha anche in mente già la squadra a cui affidarsi per fare di Quarta Rete la tivù della gente cavese: oltre ai professionisti del settore, giornalisti e operatori, ci sarà la direzione artistica affidata a Pasquale Falcone, già conduttore del programma –arrivano i nostri- nel palinsesto pioneristico dell’emittente negli anni settanta”. L’apertura delle buste (cinque in tutto) delle offerte dinnanzi al giudice delegato dr. Guerino Iannicelli già evidenzia alcune sorprese.La Giallo Limone è seconda con l’offerta di 160mila euro, preceduta da Caserta Tv con 1i81mila euro e seguita da Lira srl con 151mila euro, poi Video Nola e Teleoggi entrambe con 150mila euro. Il giudice delegato, sulla base di alcune norme di legge, stabilisce di dare cinque minuti di tempo a tutti i presenti per il rilancio definitivo dell’offerta. La Giallo Limone si è presentata in udienza con un paio di avvocati ed altri consiglieri. I minuti corrono veloci e poco dopo la scadenza prevista il giudice riapre le buste con le offerte definitive. Grande la sorpresa per tutti i presenti che pensavano già aggiudicata ai cavesi la tv. Vince Lira srl con una offerta di 301.250 euro, soltanto al quarto posto Giallo Limone con 185.500 euro. Si infrange così il sogno di riportare a Cava ed ai cavesi la tv che avevano perso quindici anni prima. E dove sono andati a finire i 700mila euro previsti per l’investimento e dove sono andati a finire i 1500 metri quadrati del capannone destinato a studi e sale registrazione con modernissime attrezzature ed altri seicento metri quadri da destinare ad uffici (è sempre La Città che scrive). La risposta, forse, arriva il giorno 21 dicembre 2009 con il sequestro di numerosi beni disposto dal pm Antonio Centore dell’antimafia ed eseguito dal nucleo operativo della DDA di Salerno diretta dal vicequestore Claudio De Salvo. Ma bisogna andarci molto cauti e non enfatizzare un sequestro preventivo come una condanna definitiva. Al riguardo dice bene l’avv. Pasquale Adinolfi (difensore dei Lamberti), unitamente all’avv.prof. Agostino de Caro, quando dice che  <il decreto di sequestro è stato esteso a beni di proprietà anche della moglie e dei figli di “don Mimì” sulla base della presunzione che i beni intestati ai familiari e congiunti siano da attribuire a Domenico Lamberti il quale è stato, invece, espulso dalla società già nel maggio del 1993>. Insomma ancora tutto da vedere e discutere, secondo il collegio difensivo. E il sogno, quello di possedere una tv, forse continua. C’è una soluzione che è meglio definire scappatoia che porterebbe la discussione indietro almeno alla data del 2 marzo 2009, il giorno della vendita all’asta di Quarta Rete. Ma di questo ne parleremo prossimamente, meglio aspettare che la situazione dei sequestri  diventi più chiara.