Natale: il regalo di Pierro al clero
Inatteso e contro ogni “prudenziale” comportamento clericale giunge quello che potremmo definire il dono natalizio ai preti di Salerno fatto nientemeno che dal loro Arcivescovo. Ma la meraviglia questa volta non mi è suscitata dal capo della curia salernitana, ma dai Sacri palazzi dell’oltre Tevere, e vedremo il perché. Analizziamo i fatti. Mons. Pierro in un’intervista rilasciata a Telecolore afferma che il movente, cioè la causa principale dei suoi guai, è senza ombra di dubbio riconducibile a “cattiverie clericali”. Affonda addirittura il colpo quando dice che “ Gesù fu portato davanti a Pilato dai sacerdoti, dai sommi capi” e sentenzia con categoricità impressionante facendo sue le parole del nazareno che “la colpa di quelli che mi hanno portato davanti a te è più grave della colpa che hai tu”. Non credo che ci sia da chiarire il pensiero dell’Arcivescovo che appare fin troppo preciso, forse lo si potrebbe tradurre in parole più comprensibili che non scomodino il Vangelo. Direbbe che i preti hanno la colpa di aver creato il clima di tensione e odio intorno a lui e che questo (facendo un dono anche al PM Roberto Penna che ne ha chiesto il rinvio a giudizio) avrebbe portato all’azione giudiziaria. Questo pensiero per le assonanze che ha con un altro ciarlare ricorrente in questi giorni sui giornali nazionali mi porta a porre delle domande che spero trovino risposta. Immaginiamo infatti la stessa situazione però in un altro scenario istituzionale. Pensiamo al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e alle ipotesi di complotto che fa a suo danno che hanno dato il via alla presunta persecuzione giudiziaria. Che cosa accadrebbe se Berlusconi in un’intervista esclusiva alla Rai affermasse che le cause dei suoi problemi sono adducibili ai più stretti collaboratori e dunque ministri del governo? Certo realisticamente non accadrà mai una cosa simile perché sarebbe come più o meno indirettamente ammettere anche il suo fallimento personale. Ma se per assurdo accadesse? Sicuramente la stampa e gli organi politici tutti chiederebbero a gran voce di sapere i nomi degli autori delle presunte cattiverie, ritenendo non ammissibile la tecnica del lanciare il sasso e nascondere la mano. Poi ci sarebbero le reazioni delle istituzioni sovrapposte al primo ministro che insieme al parlamento chiederebbero di trarre le conseguenze delle sue affermazioni. Insomma non sarebbe fuori luogo ipotizzare che il governo non avrebbe vita molto lunga. Ritengo che l’opinione pubblica subirebbe un attimo di sbandamento nel vedere come chi è preposto alla tutela delle istituzioni pubbliche in realtà le minerebbe insinuando sospetti e veleni. Ma torniamo alla realtà che spesso è più triste di quanto possa immaginare la fantasia, e così si comprenderà perché la mia meraviglia questa volta è frutto dei sacri palazzi vaticani. Di fronte a un vescovo, messo a capo di una diocesi importante per la gloriosa storia che ha alle spalle e per il numero di fedeli che la popola, che così facilmente insinua dubbi e addossa responsabilità gravi a quelli che dovrebbero essere il suo braccio operativo in tutto il territorio, cosa farà Roma? Se poi guardiamo al passato, così come più volte ho raccontato nelle mie inchieste, appare chiaro forse in modo meno esplicito ma quanto meno immaginabile che Mons. Pierro ha sempre fatto “guerra” ai preti procurando ricorsi che ha puntualmente perso. E allora anche questa volta la risposta alla mia domanda è immaginabile anch’essa. Roma continuerà o no a guardare lo smantellamento sistematico della chiesa salernitana sperando che, come fortunatamente per noi fedeli sempre accade, anche questa volta lo Spirito Santo ci metterà mano per scrivere sulle righe storte degli uomini? Anche se questi uomini sono uomini di chiesa di alto rango? Ma Gesù che tra poco nascerà non chiederà conto anche di “questi regali”? Da brusii provenienti dalla curia pare che qualcosa di “a divinis” stia per arrivare. Vedremo in futuro.