Il Natale visto da San José Maria Escrivà de Balaguer
“ Devozione del Natale. – Non sorrido nel vederti comporre le montagne di sughero del presepio e collocare le ingenue figure di creta intorno alla grotta.- Non mi sei apparso tanto uomo come in questo momento, in cui sembri un bambino”. E’ questo il pensiero n. 557 del bestseller “ Cammino “ scritto dal fondatore dell’Opus Dei, san Josè Maria Escrivà de Balaguer. Nato a Barbastro, in Spagna, il 9 gennaio 1902 in una famiglia profondamente religiosa, all’età di 13 anni si trasferisce a Logroño. Qui avrebbe dovuto lavorare nell’impresa del padre, ma la sua vita ebbe una svolta: dopo aver visto sulla neve le orme dei piedi nudi di un carmelitano scalzo, intuì che Dio voleva qualcosa da lui, pensò che avrebbe potuto scoprirlo più facilmente se si fosse fatto sacerdote. il 28 marzo del 1925 fu ordinato sacerdote e, dopo aver fatto il parroco in campagna e poi a Saragozza si trasferì a Madrid. “Il 2 ottobre 1928, festa dei santi angeli custodi – ricordò una volta mons. Escrivà – il Signore volle che venisse alla luce l’Opus Dei, una mobilitazione di cristiani disposti a sacrificarsi con gioia per gli altri, a rendere divini tutti i cammini umani della terra, santificando ogni lavoro retto, ogni lavoro onesto, ogni occupazione terrena”. Da quel momento don José si dedica anima e corpo al compito dell’Opus Dei: far sì che uomini e donne di tutti gli ambienti sociali si impegnino a seguire Cristo, amare il prossimo e cercare la santità nella vita quotidiana. Nel 1933 apre un’accademia universitaria, convinto che scienza e cultura rappresentino un punto nevralgico per l’evangelizzazione dell’intera società. Nel 1934 pubblica con il titolo di “Consideraciones espirituales”, la prima edizione di Cammino, un libro di spiritualità, del quale sono stati pubblicate oltre cinque milioni di copie, con 372 edizioni in 44 lingue. Escrivà morirà a Roma il 26 giugno 1875, papa Giovanni Paolo II lo dichiara beato e lo canonizza il 6 ottobre 2002: “Scelto dal Signore – disse papa Wojtila – per annunciare la chiamata universale alla santità e per indicare che la vita di tutti i giorni, le attività comuni, sono cammino di santificazione. Si potrebbe dire che egli fu il santo dell’ordinario”. Sul Natale il santo ha scritto numerosi pensieri. Dal Libro “ Forgia” leggiamo: “ Gesù nacque a Betlemme in una grotta, dice la Scrittura, “ perché non c’era posto per loro nell’albergo”. – Non mi discosto dalla verità teologica, se ti dico che Gesù sta ancora cercando alloggio nel tuo cuore” (n. 274); e ancora: “ Spingiti fino a Betlemme, avvicinati al Bambino, cullalo, digli tante cose ardenti, stringitelo al cuore…_ Non parlo di bambinate: parlo di amore! E l’amore si manifesta con i fatti: nell’intimità della tua anima, lo puoi ben abbracciare!” (n. 345); “ Natale. –Cantano: “ Venite, Venite…” – Andiamo, Egli è nato. E, dopo aver contemplato come Maria si prendono cura del bambino, mi azzardo a suggerirti: guardalo di nuovo, guardalo senza sosta” (n. 549). Un’ultimo bel pensiero sul mistero dell’incarnazione è il numero 62 del libretto “ Solco”: “ Natale: Mi scrivi “ Sul filo dell’attesa santa di Maria e di Giuseppe, anch’io aspetto, con impazienza, il Bambino. Come sarò contento a Betlemme!: prevedo che esplorerò in una gioia senza limiti. Ah! E, con lui, voglio anche nascere di nuovo:::”. – Voglia il Cielo che si avveri questo tuo desiderio!”.