Lettura al femminile

di Rita Occidente Lupo

Letture sotto l’ombrellone, non solo. Ma in ogni stagione. Contro l’analfabetismo d’un tempo, corsa al libro in ogni modo. Nel nostro Paese, superata la soglia dei 25 milioni lettori, soprattutto donne, ancor di più se giovani e laureate. Pur scemando, permangono le distanze tra Nord e Sud, con il Trentino Alto Adige sempre al top, quasi raddoppiante la Sicilia. Dalla lettura cartacea, alla rete virtuale. Con i nuovi approcci telematici, lievitata la mole internauta. E di coloro che amano ricercare qualsiasi informazione sui motori più agguerriti. Dal network sociale più in voga, all’ultima curiosità di google. Ancora regge, però, il fascino della carta stampata. Del tatto, nello sfogliare le pagine e del gusto, di poter leggere con tanto di segnalibro. Un tempo, i centri di lettura, allo scopo d’incentivare la conoscenza culturale. Oggi, in via d’estinzione, nei piccoli contesti spesso montani: sterili punti di riferimento, tenuti in vita più come ritrovo aggregativo, che come faro culturale. Lo stesso topo di biblioteca, incollato all’ultimo Salgari ed avvinto da Eco, testimonial del tempo che fu. Anche se reggono ancora le scaffalature degli Atenei, con in bella mostra tomi d’ogni età. La lettura, il vezzoso passatempo, tutto al femminile, d’un civettuolo Ottocento, intinge la sua ragion d’essere nella contemporanea accelerata all’informazione. Alla quale, d’obbligo rispondere con la consapevolezza di quanto brucia il tempo, senza tralasciare vestigia passate.

Un pensiero su “Lettura al femminile

  1. Ah! La bellezza di riprendere tra le mani un libro vecchio, per rileggerlo dopo anni, e ritrovarvi note e commenti a matita, con l’indicazione di orari notturni, assurdi, a fine lettura nell’ultima pagina, e perchè no una viola del pensiero pressata e ingiallita, un biglietto ferroviario, la dedica di un amico, che non c’è più.

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