Vita di missione: “Vecchio sarai tu: io sono anziano!”
Dice un proverbio del Camerun “sono le rocce che rendono forte la corrente del fiume”. In Africa non si può disprezzare una persona anziana. E’ il custode della saggezza e dell’esperienza del popolo, della tribù. Chi si permette di metterlo da parte, rischia di essere escluso dalla vita della tribù. Nelle riunioni di famiglia che generalmente, in Camerun, si fanno nel mese di agosto, durante le vacanze, il parere, la parola dell’anziano è importante. Viene consultato per tutti i problemi di famiglia. Sono la memoria storica, sono loro che dicono quella che è la tradizione, quello che è successi nel passato e danno il loro parere per come vivere il presente e, se possibile, preparare il futuro.Anche noi, nella comunità parrocchiale, cerchiamo di dare loro importanza. Sono membri importanti della parrocchia. Tra di loro ci sono, ad esempio, alcuni che da venti, trenta e più anni, sono catechisti. Altri che sono tra i fondatori delle piccole comunità. Altri che hanno costruito materialmente le varie chiesette. Tutti sono importanti. Quando si ci ferma a parlare con loro, un fiume di ricordi esce dalla loro bocca e allora si cominciano a capire tante cose. Chi si dimentica del proprio passato, di quelli che lo hanno preceduto e che gli hanno lasciato in eredità la vita, come potrà affrontare il futuro? Quando li vai a visitare nelle loro case e ti siedi accanto a loro, ti parlano delle loro malattie (mal di schiena, causato dal lavoro nei campi. Mal di cuore per i tanti problemi da risolvere. Mal di portafoglio…le cose costano sempre di più e i soldi sono sempre di meno). Ti parlano dei figli che sono andati lontano, dei nipoti che cominciano a dimenticarsi di loro, della solitudine in cui cominciano a venire lasciati…E’ vero: alle comunità diciamo di andare a trovarli e lo fanno volentieri. A volte sembra che non servano più a niente…Ma non si può abbandonarli. Quando alla fine della visita, tu stai per andartene, hanno sempre qualcosa da darti (un bicchiere di arachidi tostate, qualche banana, qualche pezzetto di manioca, un sacchetto di fagioli…). Tutto per dirti grazie per la visita, senza dimenticare di pregare per loro. E allora viene spontaneo invocare la benedizione di Dio su di loro e sulle loro famiglie. Anche se la stanza era scura a causa del fuoco che si levava dalla cucina, pero’ là c’era una grande luce, originata da persone che vogliono ancora vivere. Te ne torni a casa contento e un po’ pensieroso. Hai incontrato Dio in questi fratelli e sorelle anziani che vivono il tempo che Dio a loro concesso, mettendolo nelle Sue mani. E quando un giorno Lui li chiamerà, sono già pronto perché, giorno dopo giorno, Lo incontrano così semplicemente, sapendo che Lui li prenderà nelle Sue braccia e li farà sedere accanto a Lui. E allora continueranno la chiacchierata che avevano iniziato sulla terra con il missionario. Dio sorriderà loro e faranno festa insieme, perché sono tornati nella loro casa, splendente di luce.