Salerno: Fausto Morrone “Ricomincio daccapo…”

Dopo circa trent’anni di militanza, in quello che è stato, prima il più grande partito della sinistra italiana e, poi, il maggiore del centro sinistra, mi accingo a fare una scelta sofferta, ma convinta. Lascio il Partito Democratico per continuare a svolgere, in piena coerenza e continuità, le medesime battaglie che hanno ispirato, fino ad oggi, il mio percorso politico e sindacale. Rimarranno identici, è ovvio, i miei riferimenti sociali. Ho percepito, da qualche tempo, e in modo più forte e chiaro negli ultimi mesi, che le idee, le lotte, i valori, i principi di legalità che ho condiviso con tante persone per un lunghissimo periodo della mia vita, sono state completamente espulse, insieme al sottoscritto, dal P.D. (per serietà devo aggiungere che la sensazione era già evidente nel “crepuscolo” dei Democratici di Sinistra). Non è possibile continuare a sostenere battaglie di legalità e registrare la diffidenza e la presa di distanza anche di coloro i quali hai considerato importanti e certi riferimenti politici per un pezzo di vita importante. Come non è sopportabile continuare a vedere che le rivendicazioni a favore dei nostri riferimenti storici (i giovani disoccupati, i lavoratori, i pensionati, le fasce sociali più deboli ed esposte) debbano essere sempre diluite, inserendole in contesti estremamente ampi che vanno dagli imprenditori, ai commercianti, ai professionisti. Non si individua chiaramente la vera priorità sociale strumentalmente, poiché il partito è senza identità e tormentato dall’eterno interrogativo irrisolto sul se mantenere saldo il suo radicamento storico, e svolgere una opposizione determinata e coerente, o se confondersi tra i cosiddetti moderati. Scelta, quest’ultima, che sarebbe ispirata solo dalla voglia di ritornare al Governo e non di dare forza e governo alle istanze delle persone più deboli ed esposte socialmente, che corrono il rischio di essere consegnate e rappresentate solo dalla sinistra più radicale e, perciò, meno realistica. Non rimpiango il vecchio antagonismo di classe tra imprese e lavoratori, ma mi riferisco a priorità sociali inconfutabili nella particolare congiuntura internazionale che viviamo. Una persona con la mia storia, peraltro, non potrebbe mai sottovalutare, se non strumentalmente e cinicamente, il ruolo, passato e futuro, del sistema delle imprese nel nostro Paese. Personalmente, manifesto il mio disagio anche nel vedere riconfermato nel P.D. un atteggiamento pilatesco dei D.S., che è quello di non ostacolare, contrastare, o più semplicemente condannare, le teorie xenofobe, il peronismo, il fanatismo, l’autoritarismo, la disinvoltura etica e morale di rappresentanti istituzionali del partito.  Né è più possibile, per me, impormi di giustificare tutto ciò con la finalità di preservare il consenso usurpato di cui pure sono portatrici queste personalità influenti, che riescono, con inusitata doppiezza, a parlare contro il partito, ma a mantenere sempre saldo il controllo di esso. Antonio Di Pietro, Nello Di Nardo, e tanti amici già militanti di Italia dei Valori, mi hanno chiesto di continuare il mio impegno politico con loro. A loro sono molto grato di avermi dato questa opportunità, addirittura onorandomi con una esplicita ed appassionata richiesta di candidatura alle prossime elezioni per il Consiglio Regionale della Campania. La mia storia e le mie battaglie le vedo coerentemente incanalate in questa nuova esperienza, senza alcuna contraddizione. Era da molto tempo, ormai, che amici e simpatizzanti mi facevano notare, al contrario, il paradosso evidente che era diventata la mia presenza nel P.D. Devo riconoscere che avevano ragione: non si può fare il proprio dovere fino in fondo, avvertendo il piacere del calore umano e la simpatia della gente comune e, contemporaneamente, il freddo della diffidenza, dell’antipatia e della solitudine politica cui ti consegna il tuo partito. Ho verificato sulla mia pelle, purtroppo, che, quando rientri la sera, il freddo ha soppresso il calore e rischi di vedere come unica prospettiva solo la rinuncia, l’abbandono. Confesso, a questo punto, solo la grande nostalgia per coloro i quali mi sono stati vicino e, magari, hanno subito tante angherie per il solo fatto di essere stati al mio fianco. Italia dei Valori mi ha offerto un’opportunità inedita: ricominciare. Ed io voglio ricominciare con l’Italia dei Valori, nell’Italia dei Valori, per una Campania dei valori.

 

Fausto Morrone

2 pensieri su “Salerno: Fausto Morrone “Ricomincio daccapo…”

  1. Hai fatto bene. Il PD, ormai, non ha alcuna credibilità. Saranno in tanti a seguire il tuo esempio. Auguri di cuore!

  2. Ha fatto bene per le motivazioni e per le prospettive che ancora oggi ci sono .non ho sentito programmi o idee ma solo nomi che gli oligarchi sulla carta si giocano e pretendono che noi seguiamo pecorescamente. una sola remora: il partito scelto . E’ solo protesta? Dopo la protesta che viene? Comunque auguri

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