RdB: sciopero nazionale dei lavoratori il 5 Febbraio

Venerdì 5 febbraio è la giornata di protesta di tutti i lavoratori della Giustizia per sollevare finalmente la testa e dire basta. Basta alla politica che finora ha previsto esclusivamente tagli alle risorse e non investimenti; basta al blocco delle assunzioni che di fatto hanno agevolato l’esternalizzazione e la privatizzazione del servizio; basta alle riforme a costo zero, alle leggi improntate sul “momento” che hanno reso cavillose e farraginose le procedure. Tutto questo la RdB P.I. lo denuncia e mobilita i lavoratori da anni, così come ha prontamente denunciato le promesse di “Pulcinella” degli ultimi Esecutivi: prima il Sottosegretario Vitali, con una riforma solo sbandierata in prossimità delle elezioni; poi il Memorandum sull’Ufficio del Processo proposto da Li Gotti ed infine, le chimere contenute nel DPEF presentate dall’On Alfano, tutte proposte per gettare fumo negli occhi dei dipendenti e dell’opinione pubblica. Sapevamo bene che le richieste del Ministro della Giustizia, contenute nel Documento di Programmazione Economica e Finanziaria, non sarebbero state disponibili, che non ci sarebbero state né assunzioni né i milioni di euro senza un reale impegno da parte sua. Le promesse erano “specchietto per le allodole” per tenere buoni i lavoratori, mentre in realtà si lavorava per l’ennesima riforma delle norme senza alcun investimento, riforma che una volta conclusa metterebbe definitivamente a terra gli Uffici Giudiziari ed i lavoratori. A questo punto la responsabilità diventa nostra se continuiamo a tacere, se non gridiamo tutti insieme che la loro gestione è fallimentare: dobbiamo chiedere e pretendere dalla classe politica maggiore attenzione ai problemi della Giustizia e dei lavoratori. Dobbiamo pretendere che ci mettano in condizione di dare al cittadino un servizio efficace ed efficiente; dobbiamo farci dare il conto di quanti soldi sono stati sperperati in appalti, consulenze e mancate informatizzazioni, visto che hanno esclusivamente arricchito le aziende private e lasciato invariata la tecnologia negli uffici creando solo precariato, ed infine dobbiamo pretendere il pagamento ed riconoscimento della nostra professionalità.