Medici ignoranti?…..rivolgiti ai santi !!!
A tutti nella vita capitano momenti di difficoltà; io stesso non faccio accezione e, quando ciò avviene, entro in chiesa e mi sento subito meglio. E’ una cosa quasi viscerale. Ho scoperto con gli anni che è l’unico posto dove qualcuno mi parla senza che io debba rispondere. Di tutte le prediche, mi piace quel silenzio solenne che precede la funzione che distende i nervi e dà un tranquillo benessere che mi scalda il cuore. Se, poi, in chiesa trovi anche spunti per ascoltare la gente e scrivere qualcosa, tanto di guadagnato. L’altro giorno, per esempio, nella chiesa di Madonna di Fatima, zona orientale di Salerno, ero seduto accanto a due vecchiette che, sgranando il Rosario, bisbigliavano qualcosa. Avvicino l’orecchio e mi accorgo che non stanno pregando. “Hai saputo della figlia di Rosina? Poveretta, ha disturbi nervosi e frequenti scatti di epilessia. La madre non sa a chi santo rivolgersi”. LR 17;altra, prendendo alla lettera la frase appena pronunciata, la tranquillizza: “C’è sempre San Vito, te lo ricordi? Solo lui può fare il miracolo”. La faccenda mi incuriosisce e, tornato a casa, mi metto alla ricerca di “guaritori celesti”. Imparo, così, che al tempo in cui la medicina offriva poco o nessun sollievo alla sofferenza, si soleva invocare l’aiuto dei Santi. Ma a chi bisogna rivolgersi, e per quali malanni? Ecco un breve ripasso della materia. Senza offesa, naturalmente. Dopo il succitato Vito, un santo italiano che, all’epoca del suo martirio,studiò per molti ani il sistema neuro-vegetativo dell’uomo, segnalo a chi soffre di problemi dentari, Santa Apollonia d’Egitto, spesso invocata da mio nonno con alterni risultati, alla quale ruppero tutti i denti prima di bruciarla sul rogo perché cristiana. Per quanto riguarda i disturbi della gola, gode di grande affidabilità San Biagio, un vescovo armeno, noto per aver salvato il suo primo paziente, un ragazzo al quale era rimasta in gola una lisca di pesce. Ai lebbrosi ci pensa, invece, San Sebastiano, oppure, in caso di sua momentanea indisponibilità, San Rocco, un eremita del trecento che prese la peste e sopravvisse soltanto perché venne nutrito da un cane. Tra i Santi di “pronto soccorso”, occupa un posto di primo piano la casta Santa Lucia, alla quale furono cavati gli occhi: glaucomi e cateratte sono di sua pertinenza; Santa Rita, invece, protegge gli studenti che la invocano speso prima di affrontare esami o interrogazioni; la grazia, però, è subordinata al grado di preparazione. Più pratici, invece, Santa Rosa e San Pasquale Baylonne, che si fanno in quattro per le zitelle in cerca di marito, con esiti a volte sorprendenti. Ci sono, poi, Santi “tuttofare”, tra cui San Matteo, protettore dei salernitani: attenzione, però, a consultarlo quando espone la faccia “buona”. Per gastriti e bruciori di stomaco, una petizione a San Sebastiano da Formia pare sia più efficace del bicarbonato di sodio, che però è sempre meglio tenere in casa. Un consiglio: se tutti questi Santi, in un momento di “defaillance”, dovessero deludere, resta sempre San Giuda, un martire del primo secolo, patrono dei casi disperati e delle cause perse; poiché viene invocato quando tutto è perduto, ha ottenuto successi spettacolari in tutti i campi, e senza dubbio vale la pena di chiedere, in seconda istanza, la sua consulenza. P.S. — Non sono in grado di assicurare che il miracolo avvenga sempre, ma l’importante è crederci e perseverare, anche perché…..tentar non nuoce.
Gentile Autore, simpaticissimo articolo, abbiamo tutti bisogno di sorridere un poco, ogni tanto. Visto che si parla di medicina e di speranza, mi permetto di citare due fenomeni psico-neurologici in gran parte ancora sconosciuti nei loro meccanismi di attuazione, ma ben noti nei loro risultati: l’effetto placebo e l’effetto nocebo. Vivere in positivo in sostanza è terapeutico, molto terapeutico…
Complimenti per l’articolo. Cordialmente.
Giovanna Rezzoagli
Gentile Antonio, il suo articolo è i quelli che si leggono (come giustamente dice Giovanna)sorridendo. “Il riso fa buon sangue”, si diceva una volta; ma con l’aiuto dei santi, specie con le precise indicazioni sulle loro specializzazioni da lei forniteci, è ancora meglio.
… E dove collochiamo Santa Caterina, protettrice delle lavandaie;
Santa Barbara, protettrice del marinai;San Francesca , degli emigranti; Santa Giulitta , delle donne in difficoltà?
Ma faremmo un torto agli animali se ci scordassimo di San Vito, protettore dei cani; San Giobbe , dei bachi da seta; San Geltrude , dei gatti ; e San Marcello ,dei cavalli.
Dei terremoti e pestilenze vi sono molti Santi in concorrenza. Speriamo bene: San’Emidio;San’Agata; San Sebastiano; San Rocco; e San Prospero martire.
Per gli infanti e bambini abbiamo San Quirico martire.
Ma c’è anche sant,Aniello che è protettore dei gobbi E San Matteo protettore del mare , della finanza e dei marinai.
Il Signor antonio ci ha fatto davvero divertire , complimenti.
Grazie all’Autore per questo spassosissimo articolo e al signor Alfredo che ci farà festeggiare Santa Geltrude (mia moglie è già dietro a sfogliare il calendario)… Un po’ di humor ci vuole ogni tanto… Tra pochi giorni che dire di San Valentino? E’ il protettore della Perugina?