Briciole di sensibilità
La crisi economica, lungi dal retrocedere nel quotidiano di tanti, sarebbe all’origine di numerosi abbandoni di animali in Liguria. E’ ciò che sostiene il Tg3 Regione, a seguito di un’inchiesta i cui dati sono stati diffusi ieri. Il canile di Genova ha accolto molti animali che hanno perso casa e affetto, parrebbe, a causa delle diminuite entrate economiche dei proprietari. Senza voler guardare nel portafoglio di nessuno, è tuttavia interessante notare come la gente cammini sempre più spesso col telefonino in mano e la sigaretta in bocca, evidentemente in questi settori la crisi morde meno, oppure l’animale uomo ha le proprie priorità, sarebbe politicamente scorretto chiamarle dipendenze o viziosità. Meglio dividere una briciola in compagnia che un panino da soli, ma questo è solo il mio pensiero. Se i quattrozampe liguri hanno scoperto loro malgrado di avere un prezzo, i loro cugini che vivono a Monte Procida, in provincia di Napoli, scoprono di non avere diritto nemmeno al buon cuore. A quelle briciole di cibo, accompagnate da qualche carezza e tanta bontà, che tante brave persone regalano loro, poveri animali di nessuno. Qui sta il punto: sono randagi, teoricamente tutelati dallo Stato e chi è il primo referente dello Stato in un Comune? Il Sindaco. Proprio colui che ha emanato l’ordinanza che vieta di nutrire animali randagi, pena una salata multa. Proprio colui che per legge ha la responsabilità di tutelare, curare, sterilizzare e monitorare gli animali randagi. Lo ha sottolineato con forza il sottosegretario alla Salute Francesca Martini, aggiungendo un esplicito e quanto mai, sempre a mio parere, opportuno “Si vergogni questo Sindaco”. Già, perché, pur ammettendo una scarsa sensibilità del Primo Cittadino in questione verso gli animali, un briciolo di sensibilità verso i propri concittadini che invece gli animali li rispettano dovrebbe pur dimostrarla. Non occorre molta fantasia per immaginare le possibili motivazioni al provvedimento: igiene, sicurezza pubblica, situazioni di degrado. Le stesse che molto probabilmente creano i tanti fumatori che sporcano i marciapiedi, i tantissimi ubriachi del sabato sera, con la differenza che gli animali non uccidono nessuno, se non resi violenti dall’uomo e disperati dalla fame. Se è vero che dalle rape non si può ricavare sangue, sono comunque certa che l’illustre Signor Sindaco di Monte Procida un briciolo di sensibilità alla propria riconferma nel suo ruolo istituzionale la custodirà di sicuro nel proprio grande cuore.
E’ proprio vero, gentile amica Giovanna,
Vi è tanta gente che non ha rispetto né per sé, né per gli animali. E’ davvero inconcepibile come si possano permettere delle persone crudeli a maltrattare gli animali o di abbandonarli per la strada dopo di aver fatto, magari, divertire i propri figli . Questo è un problema molto serio che , credo dovrebbe farsi carico l’autorità competente. Alcuni lasciano i loro animali addirittura lungo le autostrade , provocando anche incidenti mortali , sia per gli animali che per i conducenti d’auto. A me capitò negli anni sessanta nella curva della polveriera a Torrione. Era di notte, ed io per salvare un cane di grossa taglie abbandonato sulla strada, mi arrotolai con la mia cinquecento e finii contro un albero, anzi, all’ospedale . “Quel incidente mi rovinò la vita e ne sto ancora pagando le pene” (Non è il caso di approfondire il discorso).
Anche se la mia vita è stata sempre condizionata dal “ mal volere degli animali e soprattutto dei cani”, amo le bestie come me stesso.
Le riporto una poesia che scrissi tempo fa.:
POVERE BESTIE
Dei falsi protettori d’animali
Lusingano e seviziano le bestie;
le loro crudeltà sono fatali
atti d ‘insane e impudiche molestie.
Fan questo ad uccelletti e cagnolini
per contentare i loro figlioletti;
gli danno, sì, leccornie e pasticcini,
ma non si chiedon mai se son protetti.
Sian diffidenti, quindi, cani e uccelli
da quei che gli fan versi incontinenti,
‘che son lascivi e poco onesti quelli
Che hanno, per le ferie, tuttavia,
di già fissato i loro appuntamenti,
lasciando uccelli e cani sulla via.
Alfredo Varriale
Gentilissimo Signor Alfredo, grazie per la sua testimonianza. Io credo che le persone che non amano gli animali non amino nemmeno i propri simili,mi rendo conto che può sembrare una posizione piuttosto forte, eppure questo è ciò che credo. E’ una questione di temperamento, io ho imparato, per esempio, a diffidare da coloro che parcellizzano i loro affetti esprimendosi con frasi tipo:”Hai visto? Pensa prima alle bestie che alle persone”, ma secondo Lei un essere che vuol bene veramente non ha forse un cuore abbastanza grande? Il problema dello spazio se lo pone chi ne possiede poco. Un affettuoso saluto.
Giovanna Rezzoagli