Buffet ?….. “Alzati e cammina”….se ce la fai..!!!
La fiducia in se stessi, è stato detto, è il più grande dono che un essere umano possa fare a un altro. “Prima che inventassero il buffet” aggiungo io, ritenendolo uno dei tormenti della società moderna, pur riconoscendo che sia stato creato con la migliore intenzione di dare da mangiare a un gran numero di persone nel modo più semplice ed elegante. Con la pratica e l’esperienza che col tempo ho acquisito sul campo, consentitemi di darvi gratuitamente qualche suggerimento per non restare a bocca asciutta. Appena giungete in sala, senza dare nell’occhio, scrutate l’ambiente, fissandovi in mente i punti strategici di accesso ai piatti più importanti, e pianificate l’attacco. Muovetevi lentamente e, una volta arrivati alla “preda”, agite con rapidità, utilizzando le posate grosse. Confesso che le mie capacità di manovra sono molto limitate e, spesso, ho rischiato il digiuno, collezionando soltanto pestate e spintoni, e qualche manico di forchetta tra la quarta e la quinta costola. Ogni mio tentativo di approccio alle cibarie molte volte è risultato un fallimento, aggravato dalla constatazione di quanto le persone siano, a modo loro, pi ù furbe del sottoscritto nell’escogitare manovre diversive che quasi sempre raggiungono l’obiettivo. Ricordo al Castello Arechi di Salerno quel signore di mezza età, baffi cadenti, il quale, dopo avermi dribblato con abile serpentina alla Del Piero, ho visto guizzare dal piatto degli affettati ai più accreditati gamberetti alla majonese. Apoteosi dello scroccone. In questi frangenti, è molto facile farsi distrarre da belle e prosperose signore quarantenni, che emergono dalla ressa reggendo tra le mani non uno ma due piatti grondanti ogni bendidio, e giustificarsi con me, che non c’entro niente, affermando che un piatto è per il coniuge, che poi vedi più in là, il quale, a sua volta, ricambia amor per amore ( leggi salmone per caviale), e i piatti divento quattro, a dimostrazione che il lavoro di squadra produce sempre ottimi e, nello specifico, “appetitosi” risultati. E mentre continuo a scrivere, mi appare davanti, come un Lazzaro uscito dalla tomba, quella mezza anguria che mostra il suo profondo ombelico inondato da un “passito” che ne impregna la polpa, e non posso fare a meno di pensare che intorno al buffet (letteralmente “Alzati e prendilo da te), diventato emblema nazionale che resiste al tempo, l’uomo ritorni al suo archètipo primordiale, ovvero il “selvaggio di fronte al cibo”, e che la patina di civilizzazione che ci siamo appiccicati addosso si incrini come la crosta di zucchero sulla torta, e intorno al buffet tutto diventa un ammasso di “Uomini e Donne”, (Maria dei Filippi non cR 17;entra!), alla conquista dell’ultimo bigné.
Caro Signor Antonio,
lei ci vizia con questi scritti che sono rapide e sapienti pennellate di fine psicologia. Complimenti per queste sue doti di osservazione e di fine humor.
Con i saluti più cordiali
Salvatore Ganci
Gentile Autore, Lei descrive un vantaggio dell’essere vegetariani, l’anguria (passito a parte!), ci accontenterebbe senza problemi. Complimenti per l’articolo.
Giovanna Rezzoagli