Il “Sacco” di Paestum

 Aurelio Di Matteo

Uno dei grandi difetti di tutti i PUC (Piano Urbanistico Comunale) è che continuano ad essere visti quale strumento rivolto all’espansione edilizia e alla costruzione di complessi residenziali, quasi sempre sotto la sollecitazione di possessori di aree o dei vantaggi di grossi costruttori, uno strumento per la cementificazione fine a se stessa. Insomma a prevalere è sempre la logica del vecchio Piano Regolatore ad espansione residenziale, segmentato per settori, anziché la finalità di una pianificazione per la promozione economica del tessuto sociale in conformità con la vocazione del territorio. Per fare un concreto riferimento ad un’area dalle enormi possibilità di sviluppo e che da anni vede decrescere il flusso turistico, il PUC proposto per la città di Capaccio-Paestum, territorio connotato da una vocazione a prevalenza sia balneare sia culturale-archeologica, manca completamente di una logica di intervento che prefiguri una City beach integrata con una City culturale. Né d’altra parte si è guardato alle potenzialità della già ricca e significativa preesistenza agricola. “Passerà alla storia come il “Sacco di Paestum” e se ne parlerà in futuro, certamente in termini non positivi. Non un’idea di città, di sviluppo economico e sociale del territorio, ma una previsione solo di volumi edificatori, cioè di cemento, cemento e ancora cemento. La Città dei Templi e i suoi abitanti meritavano ben altro!” Questa la sintesi del commento e della motivazione del voto contrario dell’opposizione in Consiglio comunale, costituita dal PDL.Paestum è uno dei Siti dell’UNESCO (marchio che lo qualifica come Patrimonio Mondiale), che andrebbe valorizzato e protetto nella sua vocazione fondamentale non certo aggredito da eventuali possessori di aree improvvisamente diventate edificatorie. Proprio l’Unesco indica i criteri, fissa le condizioni e dà le indicazioni per la salvaguardia e la valorizzazione di questi siti. In linea con i più recenti e avanzati studi sociologici, riconosce la necessità di un approccio integrato al turismo e alla conservazione dei beni culturali, nonché la stretta relazione fra sviluppo turistico, crescita economica e conservazione del patrimonio. La valorizzazione di tali siti, ha bisogno di una progettualità e di una pianificazione territoriale caratterizzate da approccio interdisciplinare e trasversale, evitando che una cattiva gestione del turismo costituisca un serio pericolo per i beni protetti. Si tratta di attivare la redazione di piani urbanistici quali strumenti d’indirizzo, d’individuazione e d’attuazione di politiche territoriali finalizzate ad un progetto di valorizzazione delle risorse e di conservazione dei valori dei Siti Unisco, definendo modelli di sviluppo sociale ed economico coerenti e compatibili con la conservazione dei valori sedimentati in quei luoghi in virtù dei quali hanno conseguito la qualifica di “patrimonio mondiale”.Ma a criticare e votare contro un PUC disastroso per Paestum e per lo sviluppo turistico dell’area sono stati anche “pezzi” importanti di una maggioranza sorda alle istanze e ai rilievi pervenuti da più parti e che trovarono accoglienza nell’unanimità di un voto del Consiglio comunale che in precedenza aveva dato chiare indicazioni per la redazione del Piano, vistosamente disattese in quello redatto dal tecnico incaricato. L’opposizione si chiede perchè gli Indirizzi programmatici per la Relazione siano stati votati all’unanimità dal Consiglio Comunale e la Relazione ha registrato ben 8 voti contrari.  Cosa è cambiato da quella unanimità di indirizzi? Perché ora il voto a maggioranza della Relazione Programmatica? Perché l’approvazione ha visto la presa di distanza, convinta e motivata, di esponenti importanti della stessa maggioranza, il Presidente del Consiglio comunale, prof. Paolo Paolino, ed il consigliere Angelo Valetta, ex vice Presidente della Comunità Montana? Saranno state quelle costruzioni previste nella lontana zona di Cannito, un tempo area indicata per la costruzione di una discarica, una zona di circa 15 ettari, e per le quali non si vuole essere “corresponsabili”?  All’opposizione (ma anche ad altri) non sono chiari i motivi di questa previsione di espansione residenziale in quella zona, a fronte di tante altre aree libere e prossime agli attuali insediamenti urbani che, tra l’altro, darebbero un’ammagliatura tra insediamenti ora isolati. Se proprio si ritiene necessaria per Paestum un’espansione edilizia, perché non prevederla in un’area che possa dare senso e prospettiva di vivibilità sociale, come in quella che unirebbe in ”comunità” Capaccio Scalo e Laura?È del tutto evidente che la scelta di Cannito farà nascere un ennesimo quartiere dormitorio e accentuerà la dispersione urbanistica di Capaccio-Paestum, già oggi costituita da circa una ventina di piccoli e grossi nuclei urbani disarticolati e slegati tra loro, senza vivibilità e senza vissuto umano e civile. E allora perché questa scelta che anche ad un profano appare irrazionale e senza una significativa prospettiva di sviluppo sociale e economico per il tessuto umano e civile di Paestum? Qualcuno ha ricordato in questa occasione la caduta della precedente Amministrazione (sindaco Enzo Sica) e un manifesto di grave denuncia apparso allora sui muri di Paestum a firma dell’On. Gaetano Fasolino, due importanti personaggi politici che in questa occasione non hanno fatto sentire in modo adeguato la loro voce e dai quali molti attendono anche chiarimenti su vecchie vicende a loro ovviamente note.