Domenica delle Palme Vangelo commentato-Abbazia Della Scala

La passione del Signore Lc  23,1—49  

Dette queste cose, Gesù proseguì avanti agli altri salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo:  Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è mai salito; scioglietelo e portatelo qui. E se qualcuno vi chiederà: Perché lo sciogliete? , direte così: Il Signore ne ha bisogno. Gli inviati andarono e trovarono tutto come aveva detto. Mentre scioglievano il puledro, i proprietari dissero loro: Perché sciogliete il puledro? Essi risposero: Il Signore ne ha bisogno. Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Via via che egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, esultando, cominciò a lodare Dio a gran voce, per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo: Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli! Alcuni farisei tra la folla gli dissero: Maestro, rimprovera i tuoi discepoli. Ma egli rispose: Vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre. “Parola del Signore” “Lode a Te, o Cristo”

 Padre  Antonio  Cassano

 Il compimento della missione affidata a Gesù da Dio Padre è imminente e viene inaugurata con un ingresso trionfale in Gerusalemme. Gesù, sale davanti a tutti in direzione della città. Prima però si ferma in vicinanza di due villaggi, Bètfage[i] e Betània, che sono presso il monte degli ulivi, ossia ad est di Gerusalemme. Il motivo della breve sosta è per prendere un puledro su cui Gesù salirà per entrare in Gerusalemme. Perché? L’ingresso di Gesù sul dorso di un puledro ricorda un altro ingresso, avvenuto tempo addietro, quello del re Salomone: Il re Davide, presa la parola, disse: «Chiamatemi Betsabea!». Costei entrò alla presenza del re e stette davanti a lui. Il re giurò e disse: «Per la vita del Signore che mi ha liberato da ogni angustia! Come ti ho giurato per il Signore, Dio di Israele, dicendo:-Salomone, tuo figlio, sarà re dopo di me, ed egli siederà sul mio trono al mio posto-, così farò oggi». Betsabea si inchinò con la faccia a terra, si prostrò davanti al re dicendo: «Viva il mio signore, il re Davide, per sempre!». Poi il re Davide disse: «Chiamatemi il sacerdote Sadoc, il profeta Natan e Benaià, figlio di Ioiadà». Costoro entrarono alla presenza del re, che disse loro: «Prendete con voi la guardia del vostro signore: fate montare Salomone, mio figlio, sulla mia mula e fatelo scendere a Ghicon. Ivi il sacerdote Sadoc con il profeta Natan lo unga re d’Israele. Voi suonerete il corno e griderete: -Viva il re Salomone!-. Quindi risalirete dietro a lui, che verrà a sedere sul mio trono e regnerà al mio posto. Poiché io ho designato lui a divenire capo su Israele e su Giuda». Benaià, figlio di Ioiadà, rispose al re: «Così sia! Anche il Signore, Dio del re, mio signore, decida allo stesso modo! Come il Signore fu con il re, mio signore, così sia con Salomone e renda il suo trono più splendido del trono del mio signore, il re Davide». Scesero il sacerdote Sadoc, il profeta Natan e Benaià, figlio di Ioiadà, insieme con i Cretei e con i Peletei; fecero montare Salomone sulla mula del re Davide e lo condussero a Ghicon. Il sacerdote Sadoc prese il corno dell’olio dalla tenda e unse Salomone; suonarono il corno e tutto il popolo gridò: «Viva il re Salomone!». Tutto il popolo risalì dietro a lui, il popolo suonava i flauti e godevano di una grande gioia; il loro clamore lacerava la terra (1Re 1, 28-40). Gesù, dunque, entra in Gerusalemme imitando Salomone perché anche lui è discendente di Davide e legittimo erede al trono. Così lo riconosce la folla: «Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!», così l’evangelista quando traccia la sua genealogia (cfr. Lc 3,23-38), così l’angelo a Maria: «Ed ecco, concepirai e partorirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre» (cfr. Lc 1,31.32). Infine, così lui stesso quando risponde ad alcuni farisei che volevano far tacere la folla: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre». Ossia, anche la creazione lo riconosce re. Gesù dunque entra come re in Gerusalemme e, davanti al tribunale di Cesare, sarà processato perché sobillatore; la sentenza posta sulla sua testa dirà infatti: Iesus Nazarenus Rex Iudeorum (I.N.R.I.), ossia Gesù Nazareno Re Dei Giudei. Un re che è venuto, ma diversamente da tutti gli altri, il suo regno sarà diverso, come già aveva predetto il profeta Zaccaria: Esulta grandemente, figlia di Sion, giubila figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino, un puledro figlio d’asina. Farà sparire il carro da guerra da Efraime il cavallo da Gerusalemme, l’arco di guerra sarà spezzato, annuncerà la pace alle nazioni, il suo dominio sarà da mare a mare e dal fiume fino ai confini della terra (Zc 9, 9-10).Un tale re verrà rifiutato e ucciso, Gesù non sarà accettato. In questa settimana rivivremo il dramma. Anch’io lo rifiuterò o lo accetterò? Quale il mio atteggiamento verso di Lui?