Finanziamenti pubblici ai giornali, dov’è il libero mercato?

Ivan Re

Nel nostro paese, unico paese al mondo, che si distingue non solo per la classe politica discussa per le diverse “magie giuridiche” che propone, per il numero di pregiudicati in parlamento e per i costi eccessivi delle opere pubbliche che non sempre vengono terminate, anzi, spesso terminate e mai utilizzate, l’Italia si distingue anche per il finanziamento Statale ai quotidiani, soldi erogati annualmente, soldi nostri. Con le nostre tasse finanziamo i quotidiani nazionali, che senza i nostri soldi fallirebbero in pochissimo tempo, dov’è il libero mercato, la domanda è banale, esiste ancora un libero mercato nel nostro paese?E’ interessante vedere quali sono queste cifre erogate annualmente ai giornali, ecco la classifica:

Secolo d’Italia: 3 milioni di euro
Europa: 3,1 milioni di euro
Il Riformista: 3,4 milioni di euro
Il Foglio: 3,5 milioni di euro
Liberazione: 3,7 milioni
La Padania: 4 milioni di euro
Il Manifesto: 4,4 milioni di euro
Libero: 5,5 milioni di euro
Avvenire: 6 milioni di euro
L’Unità: 6,9 milioni di euro
La Stampa: 7 milioni di euro
Repubblica: 12 milioni di euro
Il Sole 24 Ore: 18 milioni di euro
Corriere della Sera: 25 milioni di euro.
Una questione importante riguarda la pubblicità, in tutti i paesi Europei la tv assorbe circa il 30% delle pubblicità, i rimanenti 70% viene suddiviso fra giornali e radio, il tetto massimo che dovrebbe suddividere in quote giuste le percentuali in Italia non esiste, di conseguenza la tv assorbe la maggior parte di questa risorsa, lasciando poco ai quotidiani e radio. Per risolvere il problema bisognerebbe attuare un tetto massimo e suddividere la risorsa pubblicitaria per togliere i finanziamenti statali, ristabilire cosi un libero mercato, per mantenere un pluralismo d’informazione importante per la salute di uno Stato moderno.