Aborto e sessualità: il posto dei sentimenti?

Angelo Cennamo

Ru 486 è il nome della pillola che consente di interrompere la gravidanza senza fare ricorso all’intervento chirurgico. Già in uso in diversi Paesi europei, la pillola abortiva può essere somministrata, da qualche giorno, anche nelle strutture ospedaliere italiane. La notizia, che sta sollevando non poche polemiche, ci pone di fronte a molteplici interrogativi, di ragione etica, ma anche giuridica. Senza voler addentrarci in argomenti cavillosi ed in tecnicismi complicati, ci limiteremo a dire che la somministrazione della Ru 486, in Italia, è consentita in quanto, e purchè, compatibile con l’applicazione della legge 194 del 1978, meglio conosciuta come “legge sull’aborto” o sull'”interruzione di gravidanza”, che dir si voglia. Le tesi a favore e contro l’introduzione del nuovo farmaco sono diverse e politicamente trasversali. Molti giudicano la pillola come una valida alternativa alla chirurgia, altri pericolosa e dagli effetti devastanti non solo per il feto, che morirebbe solo dopo alcuni giorni per effetto di una sorta di strangolamento, ma anche per la madre, e ciò per i forti dolori addominali che essa produce, che talvolta sfociano in abbondanti emorragie. Se fosse fondata questa ricostruzione, ci chiediamo che senso ha ricorrere al farmaco piuttosto che all’intervento chirurgico. Sta di fatto che la pillola c’è e che vietarne l’uso, salvo futuri ripensamenti, è del tutto inutile. Ma dove può la legge, non è detto che possa farsi strada pure la morale. E allora sarebbe opportuno, se non altro da un punto di vista meramente culturale, interrogarsi sul messaggio che la scienza ci ha lanciato mettendo sul mercato la Ru 486. Il messaggio è, pressappoco, questo : fate sesso come e quando vi pare, tanto c’è la pillola abortiva. Capirete che, messa così, la Ru 486, più che abortiva, verrebbe percepita come una pillola anticoncezionale, di carattere residuale (direbbero i giuristi). Ma siccome la nostra società corre verso una irrefrenabile semplificazione delle procedure vitali e sentimentali, non ci sorprenderemmo se la pillola in questione dovesse acquisire tale funzione. Anzi, ne siamo sicuri. Del resto, il sesso muove il mondo. Cosa non si fa per il sesso. I maestri del modernismo e del progressismo scientifico ci suggeriscono di insegnarlo perfino a scuola, il sesso. Serve una buona educazione sessuale; i giovani non conoscono il sesso! Può darsi. C’è da chiedersi, però: come mai nessuno si preoccupa con altrettanta solerzia dell’educazione alla affettività? Quanti giovani e meno giovani conoscono l’affettività, l’universo dei sentimenti, il significato dell’amore e del rispetto del proprio partner? Non sarebbe meglio cominciare da qui? Si eviterebbero tanti aborti, e forse tanti divorzi.

 

 

 

3 pensieri su “Aborto e sessualità: il posto dei sentimenti?

  1. Complimenti all’Autore che, a mio parere, ha centrato nel Suo scritto il punto fondamentale. La legge che legalizza e disciplina l’interruzione volontaria della gravidanza c’è ed è un dato di fatto. Tale legge contempla anche un’attività di “prevenzione” attraverso le funzioni dei consultori. In genere chi si rivolge al consultorio è per “risolvere” non per prevenire. Di fatto la prevenzione “attiva”, compiuta verso le persone e non rimanendo in attesa statica, non esiste. Nelle scuole medie, frequentata dai giovani in fascia di età in cui serve la prevenzione, l’educazione alla sessualità, viene normalmente affidata ai docenti di religione. L’affettività, in quanto tale, distinta dalla sessualità i ragazzi non sanno quasi cosa sia. In dramma è dato dall’evidenza, verificata di persona, che le scuole sono chiuse ad interventi di qualsiasi tipo esterni, e che al loro interno nessuno è sufficientemente preparato ad affrontare serenamente il delicato tema. Una prova? Quanti adulti tra loro riescono ad affrontare “l’argomento sesso” senza imbarazzo, disagio, o senza scadere nel volgare( che comunque maschera spesso un profondo imbarazzo)? detto ciò, figuriamoci il parlarne ai giovani senza adeguata preparazione. Come spesso accade, nel nostro Paese, ci si illude di risolvere i problemi o con l’accetta o col nascondere la spazzatura sotto il tappeto. Mai che si pensi concretamente ad una seria politica di prevenzione. Rinnovo i complimenti per l’articolo. Cordialmente.
    Giovanna Rezzoagli

  2. un onorevole campano, qualche giorno fà, auspicava che anche nella sua regione, visti i risultati elettorali, si ostacolasse l’uso della ru 486 come già stavano, o vogliono, fare in piemonte e in veneto. non capendo l’uscita onorevole, essendo questioni di tipo medico e normativo, gli proponevo di fare, con altrettanto vigore e forza, iniziative affinchè la sanità campana fosse come è in piemonte e in veneto. questa a parer mmio è la vera questione prioritaria. l’aborto, in qualunque maniera venga praticato, è una questione che uno stato deve affrontare da un punto di vista sanitario e legislativo. gli aspetti morali fanno capo alla persona singola o a gruppi di persone e comunque nel rispetto delle norme ogniuno può fare come gli pare, altrimenti che libertà è? a me non piace la gente che sbircia sotto le lenzuola e nemmeno quella che vuole dettare il corretto comportamento sessuale. credo che le istituzioni e la famiglia (ovviamente anche la religione) devono, fare la loro parte e senza pretendere di imporre, contribuire a sviluppare quello che viene chiamata l’intelligenza emotiva. e fare in modo che le emozioni e i sentimenti siano governati e vissuti pienamente, in modo empatico, così da contribuire continuamente alla crescita della persona. le famiglie, nonostante la crisi economica e di valori, fanno del loro meglio. la chiesa, è ora troppo occupata a difendersi contro l’evidenza di delitti occultati, propone in maniera ancora più forte lo slogan della “cultura della vita”, dimenticandosi almeno in campania dell’emigrazione di malati che vanno in altre regioni in cerca di “rimanere in vita”. lo stato sta facendo retromarcia visto quello che combina con l’istruzione pubblica (in francia, giustamente, parlano di educazione nazionale). se trovi sensate le cose che dico e senza essere cerchiobottista mi puoi spiegare come è questa cosa della ru 486? mi pare che intando è diventata una nuova icona della “destra” o dei finti liberali ( mi piace lidea dello “struzzo liberal-liberista”)che intanto si mettono lì e la cavalcano. io chiederei di far lavorare da una parte i medici, secondo me sbagli quando parli di modernismo scientifico (non ci azzecca), e dall’altra parte di applicare le leggi.

  3. Intanto ringrazio la Sig.ra Rezzoagli per i suoi apprezzamentie la sua cordialità.
    In ordine al commento del sig. Zecca, vorrei precisare che per “modernismo scientifico” intendo riferirmi a quegli ambienti culturali di stampo progressista nei quali l’argomento viene preso in esame solo ed esclusivamente dal punto di vista dei diritti della donna. Ho scritto che il tema va considerato sotto molti aspetti. A me interessa, più di ogni altro, quello etico e filosofico. Molto modestamente, ritengo che interrompere una gravidanza ingoiando una pillola serva ad uccidere l’idea stessa della vita prima ancora che il feto.

    Saluti AC

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