Salerno: l’uomo del Monte

Fausto Martino

Avevano superato indenni due guerre mondiali, terremoti ed alluvioni devastanti,  mareggiate inimmaginabili. I “salernitani” più anziani erano sopravvissuti al Ventennio, all’ampliamento del porto e del lungomare. Erano lì da oltre 100 anni,  colossi indifesi e rispettati, chiome maestose, fusti possenti, i platani di Santa Teresa erano lì. Poi, appena dopo le consultazioni elettorali, l’Uomo del Monte – anzi, di Ruvo del Monte – ha detto sì, e, questa volta – forse per un riflusso di vergogna –  non è rimasto a presenziare, non ha chiamato le telecamere e i giornalisti, non si è esibito in passerelle.  All’alba di sabato 10 aprile, sono partite le motoseghe. “Si tratta di una semplice potatura per favorire il reimpianto” – hanno mentito i killer sindacali – raccontando la bufala concertata col Mandante Civico. Ma l’esecuzione c’è stata: improvvisa, spietata e cattiva, con il sapore acre della vendetta, della rappresaglia, della furia cieca di chi, illudendosi di vincere, ha straperso le elezioni regionali e non se ne fa una ragione. La mattanza si è conclusa con il corteo funebre dei tir carichi dei cadaveri ancora grondanti linfa, diretti al parco del Mercatello. Lì – ci informa il tutore del verde pubblico salernitano – i platani saranno imbalsamati e piantati nel cemento per essere esposti come un osceno trofeo, una macabra attrazione, l’ottava meraviglia del mondo: “Bimbi, guardate, questi erano i platani più belli di Salerno, nessuno avrebbe osato abbatterli. Lo ha fatto il nostro … sindaco. Lui si che è un uomo, anzi l’Uomo del Monte. Ma che dico, l’Uomo di Ruvo del Monte”. E ha detto sì. L’epilogo, del resto, era prevedibile: che la storia del Crescent fosse un azzardo economico si sapeva, così come era evidente che una vittoria alle elezioni regionali avrebbe potuto scongiurare  la possibile crisi finanziaria del comune di Salerno. Anche per questo, De Luca doveva giocarsi il tutto per tutto. Ed ha perso. Ma, come tutti i giocatori incalliti, pigia sull’acceleratore: Il nuovo bando per la costruzione del funereo ecomostro e l’ordine di abbattimento dei platani seguono di poche ore la disfatta elettorale e segnano la veemente ripresa delle operazioni. Ora, la strategia cementifera deve andare avanti con più accanimento, senza pietà, perché l’esposizione economica del Comune è spaventosa e perché, peggio che nei giochi d’azzardo, l’Uomo del Monte ha impegnato somme che non aveva, contando di rientrare con la svendita dei diritti edificatori di aree impunemente sottratte all’uso pubblico per essere privatizzate. Fermarsi sarebbe fatale e il comune finirebbe in dissesto. Deve andare avanti, contro tutto e contro tutti. Anche contro pochi, stupidi, inutili platani.

 

 

8 pensieri su “Salerno: l’uomo del Monte

  1. Un dolore immenso!!! Macelleria ambientale!!!
    Hasta No Crescent e No Vela di Salerno

  2. C’è qualcuno che sappia fermare questo delirio di onnipotenza che nemmeno la prevedibile batosta elettorale ha placato? Prima che sia troppo tardi!

  3. Prendo atto che un uomo libero a Salerno c’è. Da collaboratore srtetto del tiranno di Salerno ad attento contestatore… Questa conversione fa onore ad un grande professionista ed ad un grande uomo come Te. Bravo Fausto, complimenti.
    Almeno un futuro per questa città sembra esserci o, almeno, lo spero. Mi chiedo solo come sia possibile che “l’uomo del Monte o ma che dico, l’uomo di Ruvo del Monte” (ma con la u minuscola)abbia potuto assoggettare a lui tutta l’informazione di questa città… Alzati Salerno, ora basta!!!

  4. Ciao Fausto, è doveroso associarmi al tuo disappunto e non solo per solidarietà . Sono convinto che ormai il ‘comitato di affari’ costituito a Salerno e che trova il suo più alto rappresntante nella persona del sindaco ( ometto l’aggettivo ‘nostro’) non dimostri neppure lontanamente alcun segno di civiltà e di rispetto per i cittadini. Tutto ciò nella logica dei risultati di una democrazia malata di eccessiva rappresentanza e purtroppo incarnata da persone immeritevoli. Cosa dire ancora? La fine dei platani, come pure del vecchio fabbricato dei magazzini generali, -uniche emergenze sul lungomare degne di essere conservate- dimostra solo la capacità di contrabbandare per ‘riqualificazione’ una serie di interventi contrari ad ogni principio di corretta gestione del territorio e della sua storia. Mi auguro che alle nostre voci si associno anche quelle di tanti altri cittadini, turbati da questo ennesimo scempio. Per quanti vorranno leggere questi commenti associo quanto espresso dal collega Alberto Cuomo in un suo articolo apparso su ‘Cronache salernitane’ http://www.cronachesalerno.it/web/index.cfm
    Salvatore

  5. Caro Salvatore, grazie, innanzitutto, per aver scritto e per le cose che hai scritto. Ho letto l’articolo di Alberto, che trovo assolutamente condivisibile, così come, del resto, la bella pagina (Porta Nova) di Gerardo Malangone pubblicata da “La Città” di oggi.
    Che dire …. sono davvero indignato, per la gratuità, la rozzezza e la barbarie del gesto, che si pone come “cartina al tornasole” della più generale trasformazione della città.

    E, infine, l’idea di imbalsamare i platani per installarli nel parco del Mercatello mi sgomenta. Non si potrebbe imbalsamare il sindaco (dopo morto) per esporlo nel parco del Mercatello e custodire le ceneri dei platani assassinati nella piazza della Libertà?

  6. HO UN GRAN DOLORE DENTRO.I PLATANI GOCCIOLANTI DI SANGUE SONO STATI TRASPORTATI NEL PARCO DELLA MATTANZA DGLI ALBERI DI ARANCIO. E’ QUESTA LA LOGICA!!!!LA RADICE STORICA DELLE PIANTE NON HA SPAZIO IN QUEST’EPOCA DI BARBARI. IO SCRIVO,UN TEMPO I POETI ERANO L’ANIMA LIBERA DI UN POPOLO…

    Sui platani c’era lo stormo

    Sui platani c’era lo stormo
    e vaga
    e cerca.
    Il sole,
    la luce filtrava
    e il mare
    la brezza.
    Pieno di foglie
    lo sguardo
    e verde di ombra
    la veste.
    Sotto il tetto,
    il girotondo bambino,
    l’amore nuovo
    e la radice lenta
    del tempo che invecchia.
    L’ultimo sguardo,
    il mare,
    solitaria risacca,
    e orme colme,
    la spiaggia.
    Senza più foglie,
    il ruvido cemento
    è largo
    e ampia la pianura.
    La terra,oggi,
    la morte
    ha sgravato!
    15 -4-2010 Maria Serritiello

    ECCO, ALMENO LA POESIA NON PUO’ ESSERE RECISA…

  7. sono sempre stata a favore delle scelte del sindaco, ma stavolta ha toppato. La colata di cemento di edilizia PRIVATA e l’incivile, inutile abbattimento dei platani dimostrano l’ assurdita’ di questo progetto, proprio a ridosso del centro storico che pure De Luca ha tanto contribuito a valorizzare e recuperare

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