Gray tuff “Nocerino”
Il tufo grigio nocerino deve la sua origine ai materiali lanciati a grande distanza nelle fasi esplosive che precedettero la fine dell’attività “Archiflegrea” circa 35 mila anni fa. L’area, (35 mila anni fa) si presentava, grosso modo, così. I Campi Flegrei comprendevano un unico apparato costituito, però, da diverse bocche eruttive, ciascuna delle quali ha dato luogo, generalmente, a una sola eruzione. Per questo motivo non si è formato il caratteristico apparato centrale a cono, bensì un gran numero di conetti, crateri e strutture di collasso parzialmente sovrapposti gli uni con gli altri. La struttura principale del vulcano è costituita da una caldera di circa 12 Km di diametro, da mettersi, appunto, in relazione con il gran numero di eruzioni esplosive avvenute circa 35 – 37 mila anni fa e che diedero luogo a immense colate e flussi piroclastici che ricoprirono un’area di 7000 Kmq. Il colore del tufo è, precisamente, grigio-bruno, con sfumature talvolta fino al rossiccio e violaceo. La sua durezza è variabile. Il tufo grigio rappresenta la varietà pipernoide del tufo campano. Esso è caratterizzato dalla presenza, nella sua massa, di pomici e scorie nere orientate parallelamente fra loro e geodi fluorifere. Assorbe acqua fino al 50% del proprio peso. Il tufo (in realtà emesso sotto forma di: ceneri, pomici, brandelli lavici ecc.) ricadendo sulla nostra Valle, ed in quasi tutta la Campania, ne colmò il fondo per alcune decine di metri. I maggiori depositi di tufo si formarono, per motivi geomorfologici e per franamenti successivi, nelle zone pedemontane, costituendo, così, zone privilegiate di scavi e di prelievo. Le Tufare di Nocera: Nell’Agro Nocerino, il tufo veniva sfruttato principalmente a Sarno, Scafati e Nocera. Quello di Fiano (Nocera) era , però, considerato il migliore per le sue caratteristiche meccaniche; famoso anche per la sua sonorità particolare: percosso con le nocche delle dita, rilascia un suono quasi metallico. Esso veniva coltivato a “cielo aperto”. Il suo spessore può raggiungere le decine di metri. Per quanto riguarda la tufara di Fiano, oramai essa è quasi del tutto ricoperta da terreno, più o meno, agrario. Tuttavia, durante una delle mie recenti escursioni ho rilevato, in sito, una cavità verticale che discende lungo una parete di tufo e, lungo la quale si notano gli “intagli” originali effettuati dai cavatori che servivano loro per arrampicarsi verticalmente, come su una scala. Negli inclusi del tufo di Fiano sono stati trovati numerosi cristalli, fra i quali la Nocerite; questo nome fu dato a questo cristallo dal Dott. A. Scacchi.Tufara di Fiano Molte delegazioni universitarie sono venute in visita alle tufare di Fiano; si ricordano quelle di Geoarcheologia di Potsdam e Berlino; quella di Napoli (Dottorato di ricerca), le escursioni organizzate dal Centro Informagiovani di Nocera e quelle del Gruppo Mineralogico Geologico Napoletano.
*geologo
Proprio adesso, una delegazione del Comune di Nocera Inferiore e 50 studenti in rappresentanza degli Istituti Scolastici nocerini è in viaggio per una visita ad Auschwitz.
Durante la visita, alla presenza del Sindaco di Auschwitz Janusz Marszalek e delle maggiori autorità locali, il Comune di Nocera Inferiore consegnerà in forma ufficiale “una pietra” che andrà a far parte dell’imponente tumulo per la conciliazione e la memoria.
La pietra è stata scelta e prelevata, dalla tufara di Fiano, direttamente dalla Dott. Carmela Pacelli, con la mia guida come geologo.
Si tratta di un pezzo di tufo grigio nocerino sul quale è stata applicata una targa.
Ho allegato un breve saggio di accompagnamento in italiano ed in inglese (traduzione Prof. Maria Iacovino).