“Con Berlusconi per l’Italia”: I maggio, pretesto per il Concertone
La Festa dei Lavoratori si festeggia ogni anno il primo maggio importante evento che si festeggia in quasi tutto il mondo. In questo giorno si vuole ricordare e celebrare il lavoro e le battaglie fatte dagli operai per ottenere dei giusti diritti. Tra quelli più importanti raggiunti dai lavoratori vi è senza dubbio il limite di otto ore per l’orario di lavoro. I giovani dell’associazione “Con Berlusconi per l’Italia”, in primis il responsabile nazionale Cicalese Raffaele, nel corso di una riunione hanno analizzato tale ricorrenza e sono giunti alla conclusione che il primo maggio è divenuto solo un pretesto per “il concerto di Roma” o eventi similari nel resto d’Italia. Analizzando bene il tutto i giovani del sud anche laureati hanno ancora oggi la scelta tra disoccupazione ed emigrazione. A tre anni dalla laurea, la disoccupazione. E se il lavoro c’è, è atipico e per pochi: privilegiati, benestanti e raccomandati. In questi casi si resta, negli altri si va. Da Sud a Nord: altra città, altra casa, altra vita. Si diventa emigranti, con una laurea in valigia e la speranza di farne buon uso. Per i neolaureati meridionali mancano alternative; le partenze negli ultimi anni sono triplicate; mentre chi resta si affida a conoscenze e raccomandazioni per cercare lavoro. Le cause? Diverse e complesse.”Servono interventi rigorosi di inclusione sociale per evitare che i giovani restino ai margini – ribadisce Cicalese – altrimenti non ci saranno davvero limiti alle emigrazioni. Chi emigra lo fa per necessità, per avere una possibilità di crescita e di lavoro, e nella maggior parte dei casi non è una scelta privata”. Il discorso vale per la Campania, regione con la più forte migrazione di neolaureati: un valore nel 2001 pari al 21,3 per cento del totale dei laureati (erano il 15,2 nel 1998); vale per la Calabria (18,3) e per Puglia e Sicilia (pari entrambe a 17,4 per cento). Minore invece la propensione al trasferimento per i molisani (12,9) e gli abruzzesi (13,2). E per chi sceglie di restare? Lavoro atipico, spesso frutto della rete di conoscenze. Secondo l’indagine, se si è figli di dirigenti e imprenditori ci si affida ad amici, conoscenti e parenti per la ricerca dell’impiego (tra il 37 e il 41 per cento dei casi), più di quanto facciano altri lavoratori autonomi (22-25 per cento). Ma in questi casi la distanza tra Nord e Sud si accorcia: anche al Nord i figli di dirigenti e imprenditori si rivolgono a canali informali. E anche là i contratti li fanno a progetto. E per i giovani che non sono laureati ??? Il lavoro diventa davvero una vera e propria utopia !Dello stesso pensiero anche il responsabile della sezione di Salerno, Vincenzo Ciancio, che dice:”Il lavoro è importante per l’uomo, ti permette di vivere, di non sentirti inutile, di ricoprire un ruolo nella società, forse ti nobilita anche come diceva la famosa scritta che accoglieva i deportati di Auschwitz. Ma il lavoro che ti nobilita, può anche ucciderti”.I giovani dell’associazione pertanto ritengono giusto che, se non si abbasserà il tasso di disoccupazione, la festa del primo maggio è una festività che andrebbe sospesa!