Inac, tutelare i diritti degl’italiani
Tre italiani su cinque non conoscono i propri diritti sociali. Oltre il 30 per cento non sa come richiedere una pensione di vecchiaia, mentre sei su dieci non sono in grado di fare una denuncia di infortunio o di malattia professionale. Addirittura otto su dieci non sanno che esiste l’assegno sociale. Non solo. Due nostri connazionali su cinque gettano la spugna davanti alla complessità della macchina burocratica pubblica e dei suoi micidiali “tentacoli” e in alcuni casi rinunciano anche ai loro diritti sociali. Siamo, quindi, in presenza di una non conoscenza nella quale, purtroppo, si vanno ad insinuare i soliti furbi che tra raggiri, falsità e abusi finiscono per danneggiare chi ha realmente bisogno dell’aiuto sociale. Questi sono alcuni dei risultati preliminari di un’indagine condotta dall’Inac, il patronato promosso dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori, dalla quale emerge un rapporto poco chiaro tra i cittadini e la complessità del “pianeta” diritti sociali, della previdenza, dell’assistenza: Una mancanza di trasparenza e d’informazione che rischia di non dare risposte valide soprattutto ai più deboli. L’occasione per lanciare l’indagine è stata la quarta edizione di “Inac in Piazza per Te” che si è svolta sabato 8 maggio in tutta Italia. In più di cento capoluoghi di provincia (a Salerno la manifestazione si è tenuta all’interno del centro commerciale “Maximall” di Pontecagnano) ci sono state manifestazioni ed iniziative. Un appuntamento ormai divenuto rituale durante il quale il patronato della Cia incontra i cittadini. Obiettivo prioritario è quello di far conoscere i servizi per garantire a tutti i diritti sociali. Non a caso, nell’anno che l’Europa ha dedicato alla lotta alla povertà, lo slogan è proprio “Più diritti sociali = più certezza d’inclusione sociale: la persona al centro della nostra attività”.Nei centinaia di gazebo allestiti per l’occasione, qualificati operatori dell’Inac hanno fornito il materiale informativo e promozionale. Hanno spiegato e dialogato con i cittadini per illustrare in maniera concreta tutti i servizi che il patronato da oltre quarant’anni offre a tutela dei diritti socio-previdenziali. Il tutto per cercare di dare risposte esaurienti, di venire incontro alle esigenze della gente.D’altra parte, dall’indagine Inac emerge una fotografia molto nitida che evidenzia la scarsa attitudine degli italiani in materie di grande importanza come la previdenza e l’assistenza sociale. In pratica, oltre il 30 per cento degli intervistati ha dichiarato di non conoscere poco o nulla i servizi sociali, mentre il 40 per cento ha sostenuto che le informazioni sono vaghe e non certo esplicative. Solo il 30 ha affermato di avere una adeguata cognizione delle “coperture” sociali e dei propri diritti. Il 52 per cento degli intervistati, inoltre, ignora completamente servizi come la “pensione privilegiata” e l’“equo indennizzo”. Il 38 per cento ha risposto di non sapere risolvere problemi legati alla pensione ai superstiti, mentre il 30 per cento non è in grado di districarsi tra le maglie dell’apparato pubblico per ottenere l’assegno di disoccupazione.Ma c’è di più. Il 40 per cento degli italiani non sa come poter verificare la posizione assicurativa o come muoversi per ottenere le ricongiunzioni o i riscatti dei contributi previdenziali. Il 48 per cento non conosce l’Isee (Indicatore situazione economica equivalente), strumento indispensabile per il diritto all’accesso alle prestazioni sociali agevolate (asili nido, assegno di maternità, libri di testo, università, borse di studio, telefono, luce, gas). Ma uno dei problemi, oggi di grandissima attualità, sul quale i cittadini incontrano molte difficoltà è quello dell’invalidità civile, le cui regole dal primo gennaio scorso sono cambiate. Oltre il 40 per cento non sa a chi fare le domande e quale iter seguire. Il paradosso è che in molti casi -come si riscontra nell’indagine dell’Inac- chi veramente ne ha diritto rinuncia per gli ostacoli burocratici che incontra, mentre sono i disonesti (che si sta cercando di stanare attraverso rigorosi controlli e revisioni straordinarie) a farla franca a danno di chi, invece, ha reale bisogno di questo strumento. Per la stragrande maggioranza (oltre il 55 per cento) si riscontrano difficoltà davanti a termini come la pensione di inabilità, l’assegno mensile di assistenza, l’indennità di accompagnamento, l’accesso sai benefici di tutela dell’handicap. Ecco perché quest’anno il patronato Inac ha rafforzato il suo impegno verso la difesa degli invalidi civili. Sulle nuove regole è stato predisposto anche un opuscolo “ad hoc”. Operiamo a fianco dei più deboli – afferma Romolo Esposito direttore provinciale INAC di Salerno- che hanno assoluto bisogno di assistenza e contro chi vuole fare soltanto il furbo”. L’indagine condotta dall’Inac (i cui risultati definitivi verranno resi noti nei prossimi mesi) conferma, dunque, l’esigenza di un’informazione chiara sull’intero mondo dei diritti alla persona e su una reale inclusione sociale. Tanti sono i temi sui quali ci vuole massima trasparenza. In quest’ottica si muove l’iniziativa del patronato Inac che vuole fare il massimo sforzo per venire incontro alle esigenze della persona che è al centro delle proprie attività. Ed “Inac in Piazza per Te” è ancora una l’occasione ideale per riaffermare questo impegno, per far conoscere i propri servizi e per rendere ancora più solido il rapporto con i cittadini. Insomma, una giornata per pubblicizzare anche il polo dei servizi integrati alla persona della Cia: Anp-Associazione nazionale pensionati, Caf (Centro assistenza fiscale) e Inac che è tra i primi patronati del Paese per volume di attività e per struttura organizzativa ed esplica la sua attività con sedi (oltre 600) in tutta Italia e all’estero, anche in convenzione con Enti pubblici e privati, organismi e imprese, sotto il controllo e la vigilanza del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.