Salerno: De Luca tra delirio e immortalità?

Aldo Bianchini

Una frase, più di tutte, mi ha colpito l’altra sera nella sala Vittoria dove andava in scena la riappacificazione tra Gianfranco Valiante e Vincenzo De Luca dopo le voci di separazione. Una frase pronunciata con grinta, quasi con rabbia, da un carico De Luca, insomma una frase da par suo, al limite dell’arroganza. “Piazza della Libertà sarà come piazza San Pietro e durerà nei secoli”, parola più parola meno è stata questa la frase che mi ha scosso dal torpore che mi stava prendendo nell’ascoltare le cose che da tempo immemore il sindaco va gridando in pubblico e dalla tribuna televisiva. Alla faccia dell’antico generale Pericle che dalle arcate del Partenone, nonostante il grave scandalo che travolgeva Fidia il suo più fidato architetto, inneggiava al monumento e, quindi, a se stesso ed alla sua presunta immortalità nei secoli a venire. Pensando a Pericle nella penombra della sala Vittoria un improvviso flash mi riporta al 4 ottobre 2006 quando sulla prima pagina di Cronache apparve un articolo di Luigi Del Pizzo dal titolo: “Piazza De Luca”. L’ottimo Gigino descrive , in chiave futuribile, la processione per San Matteo del 21 settembre 2393 scrivendo: “La novità di quest’anno è rappresentata dal fatto che la processione si aprirà con la statua di San Gerardo Pierro che … portò la Chiesa salernitana al più alto grado di splendore. Come al solito, il folto gruppo delle autorità cittadine. In prima fila il sindaco Cosimo De Luca discendente della dinastia De Luca che, con il capostipite Vincenzo, conquistò Salerno il 5 dicembre 1993 dopo una dura battaglia con la famiglia Acocella….”. E racconta della dinastia De Luca il bravo Del Pizzo, e lo fa con una sana ed inattaccabile ironia dicendo che  “Vincenzo consegnò alla storia il suo nome e quello della sua casata, il suo valore, la sua tenacia, il suo coraggio. Fu il Padre del Rinascimento Salernitano …. Guadagnando ben cinque soprannomi: Vincenzo il Duro, il Padrone di Salerno, Vincenzo il Rinascimentale, l’Uomo dell’acquedotto romano, il Signore della scossa. Il suo record resiste ancora oggi (siamo nel 2393) … fece costruire numerose ed importanti opere, tra cui una piazza immensa con un colonnato di alabastro purissimo nell’area prospiciente  la spiaggia di Santa Teresa. Le ha dato il nome di Piazza del Popolo. Da tre secoli è Piazza Vincenzo de Luca”. E la descrizione della festa di San Matteo del 2393 continua così: “… alle ore 10 un’imponente parata militare, alle 13 il discorso del sindaco Cosimo De Luca per l’inaugurazione del monumento alto otto metri dedicato al Capostipite. Sul frontespizio una frase che Tucidide fece dire a Pericle: <Siamo capaci nello stesso tempo di rischiare e di valutare il rischio in anticipo>…”. Ritorno all’attualità della Sala Vittoria scosso da un altro grido: “Il tempo delle rendite di posizione è finito per tutti, faremo le barricate anche contro il PD, andremo avanti per la nostra strada, con forza, per Voi”. E giù l’applauso scrosciante delle povere truppe cammellate. Per loro ormai De Luca è un mito, tra delirio e immortalità. Continuano gli applausi e le grida di incoraggiamento. Le luci sono sempre soffuse e nella penombra scorgo, a non più di un metro da me, Michele Figliulo (segretario provinciale del Partito Democratico), fedelissimo di De Luca. Immobile, non muove un muscolo, lo sguardo ieratico e senza alcuna alterazione somatica. Il suo sguardo punta dritto giù (noi ci troviamo al piano superiore) verso il suo “Pericle”; lo lascio così, immobile, evito anche di salutarlo e vado via. Cosa darei per sapere quali pensieri hanno affollato la sua mente in quei momenti. Mentre mi allontano penso che quell’uomo, De Luca, non ha più nulla del lucano doc. Il lucano non si auto esalta e non si autocelebra mai, raramente delira e non crede affatto nell’immortalità. Da lucano molto meno noto di Vincenzo posso solo consigliargli , mi scuserà se mi permetto, di non puntare troppo sull’immortalità ma di guardare al presente con uno sguardo alla primavera del 2011 al fine di cercare di arrestare l’emorragia degli uomini e delle società miste che perde giorno dopo giorno. E poi di cercare nuovi uomini e nuove alleanze se vorrà sopravvivere all’attacco finale che le falangi di Cirielli si apprestano a lanciargli contro nella prossima primavera, quella decisiva per le elezioni amministrative di Salerno.    

3 pensieri su “Salerno: De Luca tra delirio e immortalità?

  1. Il presidente di Campania Libera, Vicienzo de Luca, ha composto la sua nuova giunta regionale.
    Ecco nel dettaglio il nuovo esecutivo:

    La vicepresidenza è andata ai suoi due figli, a cui va anche la delega a Turismo e Beni culturali.
    all’Avvocatura; Vicienzo SilenzioAssenso
    al Personale; Vicienzo Sistemi
    all’Assistenza sociale: Vicienzo Solidale
    al Demanio: Vicienzo ‘O Crescent, (suo vice Vicienzo ‘a Vela)
    all’Urbanistica e territorio: Vicienzo Piazza Libertà
    ai Lavori pubblici; Vicienzo ‘a Funtana
    ai Trasporti: Vicienzo ‘a Metropolitana mo’ parte
    all’Attività produttive: Vicienzo Movida, detto El Bove
    all’Università e ricerca: Vicienzo ‘o Prufessore
    al Lavoro; Vicienzo ‘a Coop
    all’Ambiente: Vicienzo Platani
    al Bilancio: Vicienz o’ Debito
    alla Sanità: Vicienzo San Leonardo
    Vicienzo De Luca mantiene ad interim la delega all’Agricoltura: finalmente 2 braccia restituite ai campi.

    HASTA NO CRESCENT E NO VELA DI SALERNO

  2. Quali pensieri pensierosi si affollavano nella mente di Michele Figliulo mentre, in stato catatonico, rimirava il suo “Pericle”? Ah, saperlo, saperlo … direbbe Pazzaglia. Bianchini non lo sa, e nemmeno io. Forse non lo sa nemmeno Figliulo. Ma posso provare ad immaginare i pensieri dei luogotenenti deluchiani, di quelli che – in cambio della fedeltà assoluta – hanno ottenuto privilegi e prebende a cui mai e poi mai avrebbero potuto aspirare. Cosa potrà mai pensare un Mucio, un D’Acunto, una Arcieri? Certamente che, fino ad ora, hanno investito bene, hanno puntato sul cavallo giusto e sono stati ripagati. Certo, hanno dovuto obbedire e sottoporsi a qualche umiliazione o affrontare qualche rischio. Ma, sinceramente, quale azienda privata avrebbe affidato ai sullodati “manager” le sorti societarie? E quale azienda avrebbe pagato gli stipendi che pure gli sono stati erogati per oltre un decennio? I pensieri…. Forse, l’unico pensiero che domina in queste testoline manageriali è il timore che il cerchio si stia stringendo, che gli spazi del sottogoverno si siano ridotti, e che, alla fine, qualcuno resterà senza poltrona, senza nemmeno potersi riciclare. Pensieri angosciosi e senz’altro pensierosi. Tali da giustificare stati catatonici e sguardi ispirati.

  3. “Piazza della Libertà sarà come piazza San Pietro e durerà nei secoli”: è certamente un augurio che riguarda l’intera città.
    Subito, però, mi è balzato alla mente un articolo letto tempo addietro, che ho ritrovato e che riporto.
    Fu pubblicato nel febbraio 2005 da”L’Eco di Basilicata, Calabria e Campania”.
    “Non tutti sanno che la nostra area è cinturata da una serie di vulcani potenzialmente pericolosi: il Palinuro, ma soprattutto il Marsili. Lo studio del C.N.R. ne ha rilevato gli aspetti più pericolosi. Alto 3000 m. il vulcano sottomarino Marsili dista 150 km. a sud del golfo di Napoli e 70 km. dalle isole Eolie. Si sviluppa da 3000 a 505 m. di profondità. Lungo 55 km. e largo 35, ha due milioni di anni, le sue fumarole furono riprese nel 1990 da un video-robot di ricercatori americani.
    Non meno pericoloso è il Palinuro, altro vulcano sommerso della cintura Tirrenica. Dista circa a 150 km. dal golfo partenopeo e a 83 dalla costa calabra di Diamante, in direzione nord-est rispetto al Marsili. L’origine risale a meno di due milioni di anni fa.
    La pericolosità di questi vulcani è legata al fatto che possono essere definiti una vera e propria cintura di fuoco immersa negli abissi: il Vesuvio, il Marsili, il Valinov, il Palinuro, i vulcani delle Eolie. Il loro risveglio potrebbe essere drammatico per i paesi costieri della Calabria, della Campania e della Basilicata.
    Di qui, la necessità di “non abbassare minimamente la guardia”, senza drammatizzare i toni delle notizie che gradualmente si ricevono, ma sviluppare iniziative sempre più fitte di “Ricerca e di Monitoraggio Avanzato”.”

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