Scuola imbavagliata?
Scuola di trincea. O all’avanguardia della progettualità. Dopo l’episodio dei giorni scorsi partenopeo, il pentimento del figliuol prodigo: lo scolaretto di quinta elementare, autore del calcio rompi-milza alla docente, ritornato sui suoi passi, scusandosi con la docente. Già ampiamente perdonato dalla medesima. A Salerno, il trambusto in una classe, enfatizzante l’attenzione mediatica. Senza neanche capir bene come si siano svolti i fatti che, per chi opera costantemente in tali agenzie, di normale routine. Una classe esuberante, una docente che s’appella al dirigente scolastico per sedare la vivacità eccessiva. L’intervento del preside Aldo Galibardi, agli sgoccioli del pensionamento: un frainteso. Come asserito dallo stesso dirigente, che ha sempre puntato alto nella salernitana Scuola Media Monterisi, alla qualità dell’istruzione formativa. In un momento in cui la contrazione, registra soprannumerari e perdenti posto nell’organico docente, in cui le scuole viciniore perdono consensi, nel rione Calcedonia, la gioia di frequentar i banchi. Non solo per la musica, punto forte dell’Istitto, che ormai taglia traguardi con i suoi ottoni, sempre più noti. Un rimbrotto di Galibardi, verso un allievo particolarmente spigliato, sfficiente a sollevare un poleverone eqivoco. Di allievi eludenti il 5 in condotta, frequenti specialmente in contesti deprivati. E di docenti che sudano ben sette camicie, per cercare di rabbonirli, ugualmente. Desiderio di scoop?Decisamente solo un flop! Anche se rimane interrogativo il ruolo delle famiglie, spesso iper protettive, a tal punto da inibire il processo educativo scolastico.
Gentile Direttrice,
concordo sulla visione di una trincea dove il Docente serio rischia di essere impopolare, ma perché “fuori dal coro”; concordo sulla osservazione che l’esuberanza sia associata alla spensieratezza della gioventù, e Lei, prudentemente, non va oltre… Però “educare” (attraverso la didattica e i contenuti) significa anche aiutare all’analisi e a sapere pensare, e di solito, la quiete ed il silenzio aiutano molto il pensiero. Vedere la scuola italiana come “all’avanguardia della progettualità”, mi sembra una sentenza semiseria, se non ironica. Personalmente ne ho una visione di una scuola parolaia e che si ammanta con le penne di pavone, che ha cavalcato le “sperimentazioni” con scopi corporativistici e non di conoscenza attraverso l’indagine “scientifica”. Già, perché una indagine seria presuppone una buona metodologia scientifica. Abbiamo Riviste internazionali “serie” che trattano di didattica? Abbiamo un riconoscimento di merito per Docenti che operano una seria ricerca in Didattica? In qualunque campo? A me non risulta, a meno che Lei non me ne sappia indicare esempi che la mia scarsa attenzione ha ignorato.
Cordialità
Salvatore Ganci