Elisa: chi protegge Danilo?
A distanza di qualche giorno dalla conferenza stampa del Procuratore Generale di Salerno mi ritornano alla mente i pochi, velati, piccoli ma significativi messaggi che tra le righe del documento scritto e le parole i magistrati (il PG Di Pietro, il PG aggiunto De Luca e i pm Volpe e D’Alessio) hanno cercato di inviare ai numerosi giornalisti presenti. Insomma i magistrati, secondo me, hanno “tragicamente parlato”, un po’ come hanno fatto i resti di Elisa con il prof. Introna. A noi giornalisti spetta il compito di esplorare lo spazio dietro quei messaggi senza perderci in retoriche e banali domande, così come purtroppo è accaduto. Conosco bene De Luca, Volpe e D’Alessio, non per frequentazione ma per aver seguito, fin dai tempi di tangentopoli, molte loro inchieste che spesso ho anche criticato. Sono magistrati di lungo corso e di assoluto spessore sia culturale che professionale ed il fatto che mi sono apparsi, lungo tutta la conferenza stampa, alquanto nervosi, quasi arrabbiati ed anche delusi mi ha lasciato perplesso. Ho riflettuto a lungo, prima di scrivere, sul fatto che per ben tre volte il PG ha ripetuto a tutti di fare attenzione alle date dell’inchiesta. Non poteva trattarsi di una presa di posizione per accreditarsi una primogenitura rispetto ai colleghi britannici. Troppo riduttiva, quasi bambinesca una cosa del genere. Conoscendo il loro valore e la loro autonomia mi sono detto che il messaggio da raccogliere era probabilmente un altro. Tutti pensiamo e crediamo che Restivo abbia goduto di protezioni speciali in passato e se i magistrati stanno inviando messaggi in codice vuol dire che potrebbe esserci qualcosa di nuovo ed assolutamente più attuale: “C’è qualcosa o qualcuno che protegge, oggi, in queste ore, Danilo Restivo”. A questo punto è doveroso ricostruire tutta la vicenda giudiziaria e i tempi degli atti a cominciare dal ritrovamento dei resti di Elisa avvenuto il 17 marzo 2010: “” Verso la fine di aprile i due pm salernitani (Rosa Volpe e Luigi D’Alessio), avendo già in animo di spiccare mandato di cattura europeo a carico di Restivo, si recano a Bruxxelles presso la procura europea dell’ Eurojust dove incontrano il pm italiano Filippo Spiezia (già in Procura e all’antimafia di Salerno per oltre dieci anni), amico dei due pm salernitani per avere con loro condotto anche diverse grosse inchieste. Al tavolo ci sono anche i colleghi inglesi con i quali, sotto la regia di Spiezia, viene concordato un piano di azione ben preciso. Tanto è vero che pochi giorni dopo, l’11 maggio 2010, i due pm depositano presso la cancelleria del gip Orio la richiesta di applicazione della misura cautelare in carcere per il Restivo. Accade, però, che il 19 maggio, mentre in Italia sta per essere completato l’iter del mandato di cattura, la polizia inglese irrompe nell’abitazione del Restivo e lo arresta, scippandolo così letteralmente alla giustizia italiana. Che cosa è accaduto e perché gli inglesi hanno agito d’anticipo non rispettando gli accordi? Difficile rispondere, si può solo dire che in Italia per Restivo c’è direttamente l’ergastolo mentre in Inghilterra probabilmente, subito dopo il 24 settembre, potrebbe addirittura essere rimesso in libertà. Quando il Gip Orio sottoscrive la richiesta di arresto (22.5.2010) è ormai troppo tardi. La frittata è fatta e difficilmente i nostri magistrati otterranno l’estradizione provvisoria dell’imputato che dal 24 settembre in poi potrebbe avere ogni ampia possibilità di libertà ed anche, perché no, di fuga. E non è un’ipotesi peregrina, quella fin qui ricostruita e descritta; dopo tutto quello che abbiamo visto e sentito da quella maledetta mattina del 12 settembre 1993 nulla deve più sorprenderci. Ma che cosa è accaduto dopo quell’incontro a Bruxelles, è intervenuto qualcosa o qualcuno a protezione di Danilo? Ma allora qualcuno protegge ancora oggi, dopo diciassette anni, Danilo Restivo? E’ molto probabile di si. Su tutta l’inquietante e terribile vicenda pare incombere una presenza ingombrante capace di depistare e insabbiare a disdoro dell’attenzione dei magistrati e dei tanti investigatori impegnati, una presenza che ha la forza anche di far saltare il banco dell’ Eurojust, organismo giudiziario sovrannazionale. Ha ragione Gildo Claps quando denuncia che il ritrovamento dei resti di Elisa è il frutto di una sceneggiata ben articolata. Ma sono talmente tante le gravi responsabilità da coprire che al “grande tessitore” potrebbe sfuggire qualche piccolo dettaglio, tanto da mettere gli investigatori sulla pista giusta. I silenzi, le pause e le precisazioni in merito alla continuazione delle indagini sono, in questo senso, molto significativi. Possiamo solo aspettare e sperare, per garantire almeno all’anima di quella ragazzina di riposare in pace.
Gent.mo Dott. Bianchini, l’ipotesi che Lei avanza è inquietante ma, purtroppo, verosimile. Il grande tessitore, dopo 17 anni, ancora incombe con la sua ombra. E’ mai possibile che l’ex ragazzo Restivo goda ancora di appoggi e protezioni cosi in alto? Sembrerebbe proprio di si.
Possiamo solo augurarci che i magistrati di Salerno siano coerenti fino in fondo, portando avanti il loro lavoro con scrupolo e con rigore morale. Ne guadagnerà la credibilità del sistema giudiziario, visto che la prima fase della vicenda, quella del processo celebrato a Potenza, ha ingenerato dubbi e perplessità sull’operato dei giudici.
Se, poi, volessimo soffermarci sul comportamento del clero di Potenza, l’inquietudine aumenterebbe ancora di più….
Anche su questo aspetto mi piacerebbe conoscere la Sua opinione.
Grazie.