Consumo Intelligente?

Giovanna Rezzoagli  

Nell’Italia che riduce i consumi, anche quelli di generi alimentari, in controtendenza cresce di parecchio la vendita delle insalate pronte. Secondo una curiosa (ma molto interessante) notizia Ansa, nel 2010 il consumo di insalate pronte è aumentato di ben il 10,2%. Chi si occupa di fare la spesa, magari incastonando gli acquisti quotidiani districandosi  tra un’incombenza e l’altra, sa bene quanto siano pratiche e veloci le insalate in busta. Tuttavia, se si riesce a dedicare qualche minuto in più agli acquisti, è facile notare che il prezzo medio al kg di questa insalata già lavata, tagliata e confezionata, costa in media dieci volte tanto rispetto al classico prodotto sfuso. Inoltre questo prodotto salva tempo è tra quelli che subiscono una variazione più evidente da negozio a negozio. Non nego di aver ceduto anch’io alla praticità di acquisto dell’insalata pronta da condire, con qualche remora. Chi ha la fortuna di poter coltivare un orto e avere il privilegio di consumare l’insalata appena colta lo sa bene: raccogli, lava, e porta in tavola. Se si lascia il cespo per un giorno intero in attesa di essere mangiato, addio freschezza. Lecita la domanda: come si riesce a mantenere fresca per due-tre giorni l’insalata in busta? Provare per credere, sulla confezione la data di produzione e quella di scadenza differiscono, per l’appunto di circa tre giorni. Non è l’unica sorpresa che si trova leggendo la notizia Ansa. Anche il consumo di risotti in busta risulta in forte incremento, precisamente del 9,8%. Che dire? Siamo un popolo di gente in perenne corsa, o siamo un popolo in preda ad una preoccupante pigrizia? Chissà. Di certo siamo un popolo estremamente condizionato dalla pubblicità, e, forse, anche un tantino boccalone. Ad andarci di mezzo, probabilmente la salute. E’ ormai ampiamente dimostrato che il consumo quotidiano di almeno cinque porzioni di prodotti vegetali aiuta molto il benessere dell’organismo, tuttavia sono in pochi i virtuosi e attenti consumatori. Soprattutto i bambini sono abituati a mangiare poca frutta e poche verdure. La “colpa” non si può dare solo alla pubblicità, perché sono gli adulti a fare la spesa e spesso ad offrire il cattivo esempio. Non è solo nella genetica la spiegazione in base alla quale bimbi in sovrappeso hanno genitori in sovrappeso. Se poi si prova ad imitare Sherlok Holmes nell’individuare le piccole e grandi “incongruenze” da supermercato, alla fine ci si diverte persino. Risparmiando soldini e guadagnando in salute. Un’ultima considerazione: se proverete a coinvolgere i bimbi in questo gioco, vi stupirete nello scoprire che i piccoli di casa sono bravissimi Sherlok in erba…