5 giugno 2010,Google ricorda Dennis Gabor
Salvatore Ganci
Chi si è occupato di Ottica, avrà sicuramente letto una introduzione all’olografia che qui riporto pressoché testualmente. Le scoperte spesso si fanno perché è giunto il loro momento. Alcune scoperte sono state fatte quasi simultaneamente da persone che hanno lavorato indipendentemente una dall’altra. Ma non è questo il caso dell’olografia. L’olografia è la scoperta di una sola persona: Dennis Gabor. Oggi, persino Google commemora il cento decimo anniversario della nascita di questo Fisico ungherese. La scoperta dell’olografia, di cui anche qualche scienziato non specialista ha una concezione impropria, avviene nel 1948 quando la tecnologia non era ancora sviluppata per sfruttare la scoperta in tutta la sua potenzialità. Si è dovuto attendere il LASER (sorgente luminosa coerente) perché le tecniche olografiche rivelassero tutte le potenzialità pratiche, dall’esame in tempo reale (o in intervallo di tempo) delle deformazioni infinitesime di una superficie illuminata, andando ad un campo di applicazioni estremamente vario fino ad essere applicate alla diagnostica dei punti di distacco del colore dai dipinti su tavola del Perugino e di altri Maestri. La nozione più comune (e sbagliata) che si ha dell’immagine olografica è la cosiddetta “tridimensionalità”. In realtà il termine è improprio in quanto l’immagine che si vede “guardando attraverso la lastra” è una immagine che presenta il fenomeno di parallasse che si ha guardando un oggetto da diversi punti una “finestrella” (la lastra). Tra il 1964 e il 1965 si ha “l’esplosione olografica”, cioè la presenza massiccia di articoli sulle Riviste di Ottica. Oggi le tecniche olografiche “classiche” hanno lasciato il posto a tecniche meno “fotografiche” in senso tradizionale e più di elaborazione elettronica di immagini. Già, perche un ologramma non è altro che la registrazione su una lastra fotografica (ad altissima risoluzione) di un sistema di frange di interferenza tra la luce proveniente da un oggetto e la stessa luce convogliata da uno specchio piano, senza impiego di alcuna lente. Fu solo Dennis Gabor a ricevere il premio Nobel per la sua scoperta “pionieristica” e che la Scienza sembrò dimenticare per circa quindici anni. Pure chi scrive questo articolo ricorda ancora (non senza una certa emozione) come anche presso un Liceo di provincia, nel 1979, si compivano le prime esperienze “pionieristiche” di olografia con impiego di fibre ottiche. Ricordo come fu uno Studente a dare a me e a un collaboratore “l’input”, anche se, purtroppo, fummo “battuti sul tempo” da un altro Autore portoghese. Così è la Scienza, ed è soprattutto un segno di buona speranza che oggi, Google abbia voluto commemorare Dennis Gabor e non qualche personalità di basso spettacolo.