L’alibi della riqualificazione e la firma di un’Archistar a coprire la più grave speculazione edilizia

 I primi giorni della primavera dell’anno duemila e nove segnavano la nascita del Comitato No Crescent. Un’associazione che nel suo seno ha saputo accogliere sin da subito le più diverse intelligenze, le più varie culture, i più contrastanti orientamenti politici. Nella diversità si sono miscelati, e si mischiano ancora, umori eterogenei, opposti segni, storie parallele o divergenti. Di questa diversità si nutrirà, durante tutto il suo percorso, il Comitato No Crescent. Dalla distanza formale è scaturita una vicinanza sostanziale. Un equilibrio vissuto, condiviso. La premura di capire, l’urgenza di rivendicare l’identità cittadina, la forza di difendere posizioni in apparenza minoritarie. L’energia quindi per non piegarsi all’ineluttabile, la responsabilità –avvertita come dovere- di spulciare tutti gli incartamenti di un progetto faraonico. La fantasia, infine, vissuta come necessità. Su questi tratti distintivi si è fondato il movimento che ha voluto gridare un chiaro e definitivo No al Crescent di Bofill. Un movimento trasversale, contro-corrente, fastidioso. Innanzitutto libero. Un movimento che in questi giorni ha compiuto un anno dalla sua costituzione. Un’idea di formazione pronta a disvelare le altre verità di un progetto urbanistico presentato come l’espressione più alta della Riqualificazione di un’area pregiata, carica di storia. Un progetto che non poteva che essere sottoscritto da un’archistar internazionale, da un nome disgregato dalla realtà cittadina. Un’idea, un nome che si rivelavano presto un artificio, un alibi buono per coprire la più grave delle speculazioni edilizie.  Partendo da questa convinzione è stato sviscerato quel progetto, enucleati i suoi passaggi salienti. Una battaglia civica che nel tempo ha saputo dare un contributo decisivo alla ricostruzione di una storia diversa dalla “storia ufficiale”. Costruendo una prospettiva ulteriore di fatti certi, di dati puntuali accuratamente documentati sul sito www.nocrescent.it. Prima di quella pubblicazione pressoché sconosciuti, ignorati o nascosti.La nostra è stata, ed è, la testimonianza di un impegno civico. Doveroso. Dal marzo dell’anno duemila e nove è iniziata la nostra piccola storia, che poi è soprattutto la storia di una presa di coscienza.

 

                                             Comitato nocrescent
 

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