Divorzio traumatico?

di Rita Occidente Lupo

Il momento del sì, quello atteso e sognato. Tra fiori d’arancio e bomboniere. Con tanto di stress per preparativi. Ma l’incremento dei divorzi nel nostro Paese, lievita esponenzialmente. E si raddoppiano di anno in anno le coppie che decidono di non vivere più sotto lo stesso tetto, un menage ormai logoro o estenuante d’incomprensioni. Tantissime le motivazioni alla base della coppia che scoppia. Che non regge più la routine dei giorni e la diversità in un cammino che molti, sacramentalmente hanno scelto per la vita. Di qui, massicce richieste di separazioni, valanghe di convivenze: se non dichiarate, di fatto. E  l’urgenza d’arginare o, meglio, di trovare sostegno alla solitudine, spesso frustrante nel partner, che ha subito la rottura, se non consensuale. A Milano, expò sul Divorzio, il mese scorso, all’Hotel Marriott. Il Salone, strumento informativo sull’esperienza dei separati, fornendo utili informazioni e strumenti per chiudere una fase problematica della vita e iniziarne un’altra senza eccessivi danni. In 600 metri quadrati di stand, agenzie investigative, matrimoniali, immobiliari, di viaggi e di disbrigo pratiche, babysitting o petsitting, studi legali, consulenti per i problemi di coppia, psicologi, servizi di antistalking per le signore, stylist esperti di ‘relooking’, consulenti di trucco e parrucchieri, architetti per l’ arredo di una nuova casa. Insieme ad organizzazioni per riparazioni domestiche e necessità quotidiane, come lavanderia e stireria. Infine, la ‘Piccola bottega degli orrori’, dove riciclare senza sensi di colpa i regali delle nozze, prima che finiscano al mercatino dell’usato, non potendo più esser smistati. Un modo per guardare diritto al futuro da single…in attesa di riappropriarsi della propria identità semmai sbiadita da contini compromessi caratteriali!

 

4 pensieri su “Divorzio traumatico?

  1. Gentilissima Direttrice, l’Expò sul divorzio è l’esempio più chiaro e lampante di come ormai ogni occasione sia buona per speculare sui sentimenti e creare consumismo. Il punto fondamentale, a mio avviso, è dato dalla superficialità con cui si affrontano passi importanti della propria vita, come appunto è il matrimonio. Logico che laddove i presupposti non sono saldi, il futuro diventa incerto. Se il divorzio è l’unica via di uscita da situazioni di vita di coppia disperate, per molti è anche un’ottima via di fuga dalle responsabilità e dagli affanni che l’avere una famiglia inevitabilmente comporta. Il male è a monte, si nasconde in matrimoni e convivenze nati sull’onda emozionale, sulla solitudine, sull’immaturità. Sul consumismo poi, non c’è molto da aggiungere. basti solo pensare che ci sono persone che si sposano proprio per avere la classica cerimonia. Il matrimonio non è certo questo. E certamente non è tutto rose senza spine. Con tutta la stima di sempre.
    Giovanna Rezzoagli

  2. Mi dispiace, Gentilissima e colta dottoressa Rita Occidente Lupo, di dover , in un certo senso, dissentire su certi aspetti della discussione:
    Il mio punto di vista, rincresciosamente, si radica su aspetti che quasi nessuno , pare , di volere ammettere; Parlo del vero amore che ai tempi attuali pare come se fosse una chimera. Ai tempi miei l’amore , il giuramento e il rispetto della famiglia creatasi era una cosa sacra, e nel nostro vocabolario non esisteva la parola “Divorzio”.
    Oggi, cara direttrice, non esiste più poesia nell’amore; Molti sposi di oggi vivono alla giornata, senza vero affetto reciproco, e quando uno dei due “s’incapriccia”, lascia la famiglia e se ne và.
    Si è sviluppato , insomma, un concetto quasi vespertino che annulla la luce e lo splendore dell’amore. Qualcosa che fa rabbrividire chi , come me , che ho più di quarant’anni di matrimonio alle spalle e che non ho mai pensato minimamente alla parola “divorzio”. Certo, nessuno è perfetto,ed anche nelle famiglie più longitive nascono discussioni, ma ciò non è motivo per fare approccio al divorzio. Più ponteratezza, più saggezza ,più rispetto e più amore verso il proprio compagno di vita, questa è la cura che suggerisco a chi si prepara a separarsi. Amore anche per i propri figli che non capiranno il trauma che gli si crea. Attentti, allora. Mi scuso per l’intervento poco ortodosso.

  3. Come sempre, cara Direttrice offri considerazioni interessanti che sollecitano il mio interesse. é vero sono in aumento le separazioni! Risulta poi veramente sorprendente che a rivolgersi al Legale non siano solo coppie giovani con pochi anni di convivenza nuzale, ma coniugi con figli già autonomi e con tanti anni di coniugio.Io dopo aver esaminato centinaia e centinaia di coppie, sia dal punto di vista ecclesiastico, sia sotto l’aspetto civilistico, sono pervenuto alla conclusione che la separazione, preferibilmente consensuale, costituisce l’unico rimedio rispetto a situazioni angoscianti e disastrose. Ritengo però che diverse coppie soprattutto molto giovani, hanno affrontato il matrimonio con grande superficialità, senza ponderare adeguatamente le responsabilità che derivano da una scelta così importante. Non è un errore separarsi, ma è stato un gravissimo errore sposarsi!!!I danni derivanti da una separazione sono molteplici e si riversano violentemente sul SOCIALE. Basti pensare che qualche regione del nord ha istituito un fondo pubblico a cui possono accedere i coniugi separati. Quando ci sono figli e si vive in locazione con un solo stipendio, i costi familiari si raddoppiano e a pagarne le spese sono solo i figli. Risulta allora necessaria l’organizzazione di corsi prematrimoniali , non quelli predisposti dall’Istituzione Chiesa in caso di Sacramento, ma di una vera e propria formazione rivolta a tutti coloro che intendono sposarsi. In altri termini, al fine di prevenire fallimenti matrimoniali, lo Stato potrebbe organizzare corsi Laici di preparazione al matrimonio, avvalendosi di esperti legali, psicologi, pediatri , commercialisti ecc. ecc.Forse in tal modo la scelta matrimoniale potrà essere più ponderata e chissà qualcuno, desistendo, risparmierà i soldi del Legale. Anche in questo contesto prevenire è meglio che curare!!Con affetto, Luciano Provenza.

  4. Dice bene l’amico e collega Luciano Provenza : l’errore di molte coppie non è quello di separarsi, ma quello di essersi sposati senza che vi fossero i presupposti.
    Il bandolo della matassa va ricercato nella differenza tra “Amore” ed “Innammoramento”. Tutti, prima o poi, ci innamoriamo di qualcuno; proviamo attrazione e coinvolgimento emotivo per l’altro, senza che questo ci imponga degli sforzi sovraumani. Poi questa fase di plagio dei sensi si esaurisce e, per rimanere insieme, deve scattare l’amore, che è cosa ben diversa dall’innamoramento. L’amore è sacrificio, è anteporre le esigenze del partner alle proprie, nella volontà di conservare viva l’unione e di proteggerla dalle numerose insidie. Tutti siamo pronti ad innamorarci, ma quanti sono poi diposti ad amare?

    Angelo Cennamo

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