Alieni all’esame
Tutti i telegiornali ne hanno parlato: gli Ufo tra i temi dell’esame di italiano alla maturità 2010. L’occasione sognata da tutti gli appassionati di fantascienza? Non sono moltissimi, crediamo, quelli tra i nostri lettori che ieri hanno affrontato la prima prova dell’esame di maturità. L’età media degli appassionati di fantascienza è in generale più alta, e l’esame di maturità per molti è solo un lontano ricordo, o magari un incubo ricorrente. Ma certo la maggior parte di noi avrebbe accolto con grande soddisfazione, al proprio esame, una bella traccia sulla vita extraterrestre, al posto dei soliti Manzoni e balle varie. È ciò che è accaduto ieri, anche se — da quello che ho capito, non essendo più pratico di esami da una bella pezza — questa traccia valeva solo per le scuole di ambito scientifico, quindi io, avendo fatto il classico, mi sarei beccato D’Annunzio e il piacere. “Siamo soli?” La domanda posta era questa, e in effetti il tema riguardava la vita nell’universo, ma immediatamente per TG e giornali questa è diventata “la traccia sugli Ufo”. Dunque nella mentalità popolare-giornalistica lo studio delle vita nell’universo e la ricerca di civiltà extraterrestri e l’ufologia sono più o meno la stessa cosa. Basta saperlo. Gli altri spunti sono stati presi da Kant (che nella Critica della ragion pura si lascia andare ad affermare con certezza l’esistenza di abitanti di altri mondi), Steven J. Dick — storico della Nasa e membro del SETI, Paul Davies (astrofisico e divulgatore) e Stephen Hawking. Da notare in particolare che nel brano di Hawking compare, scritto anche tutto maiuscolo per farsi notare meglio, il titolo “Star Treck” (sì, con la C). Implausibile che l’errore sia da attribuire a Hawking (fan di Star Trek al punto da comparire in un episodio) o il traduttore italiano. Ma non è certo la prima volta che le tracce d’esame contengono errori. La traccia, in effetti, parlava anche di Ufo. Tra gli spunti forniti c’era infatti un brano tratto dal libro C’è vita nell’Universo? La scienza e la ricerca di altre civiltà;; di Pippo Battaglia e Walter Ferreri, due seri e stimati divulgatori scientifici (Battaglia ha scritto diversi libri insieme a Margherita Hack), brano nel quale veniva affrontato, in modo piuttosto critico, il fenomeno UFO. Su Corriere.it Giovanni Caprara fa giustamente notare che il riferimento agli Ufo banalizza tutto. Un tema che, come dice Caprara, finalmente consente di alzare gli occhi al cielo, di affrontare un tema di portata universale, è stato purtroppo lasciato in balia degli sciacalli mediatici popolareschi che l’hanno istantaneamente trasformato nel “tema degli Ufo”. E a quanto si legge in giro — anche se è sempre imprudente tracciare tendenze da singoli commenti — molti studenti l’hanno etichettato come tema “sciocco”, slegato sia dal contesto scolastico sia dei temi “importanti”, quelli della storia o dell’attualità. “L’influenza di Giacobbo sulla società”, “La Gelmini vuole stare sempre al centro dell’attenzione: alla maturità un tema su un argomento autobiografico, gli Ufo”, “La traccia scientifica sugli Ufo? A sto punto quella di lettere fatela su Moccia”. Che tristezza. Nonostante questo, la “traccia sugli Ufo” sembra aver avuto un buon successo ed essere stata tra le più gettonate; come riportano molti giornali (ce ne siamo resi conto cercando la suddetta traccia con Google) è stata scelta anche da miss Italia, che ha confessato di essere sicura che non siamo soli nell’universo. Prendiamo nota. Per i curiosi, ecco il testo. Argomento: Siamo soli? Documenti «Alla fine del Novecento la ricerca dell’origine della vita sulla Terra era pronta a riprendere il cammino, ora pienamente integrata fra gli obiettivi dell’esobiologia [= Studio della comparsa e dell’evoluzione della vita fuori del nostro pianeta], con un piccolo gruppo di biologi che continuavano a perseguire entusiasticamente la ricerca dell’universalità e uno status di pari dignità con le scienze fisiche che una biologia universale avrebbe portato con sé. In questa ricerca, però, essi si sarebbero dovuti scontrare con i biologi evoluzionisti, molto pessimisti sulla morfologia, se non sulla stessa esistenza degli extraterrestri, che smorzavano, quindi, le aspirazioni di chi cercava di estendere i principi della biologia terrestre, con tanta fatica conquistati, all’universo nel suo complesso o di incorporare tali principi in una biologia più generale.»Steven J. Dick, Vita nel cosmo. Esistono gli extraterrestri?, Milano 2002 (ed. originale 1998) «Gli Ufo: visitatori non invitati? In conseguenza delle pressioni dell’opinione pubblica, negli anni passati, furono condotte diverse indagini sugli Ufo soprattutto da parte dell’aeronautica americana, per appurare la natura del fenomeno. […] La percentuale, tra i presunti avvistamenti dei casi per i quali non è stato possibile addivenire a una spiegazione, allo stato attuale delle nostre conoscenze, è molto bassa, esattamente intorno al 1,5 — 2%. Questa piccola percentuale potrebbe essere attribuita in gran parte a suggestioni o visioni, che certamente esistono. […] Sono numerose le ipotesi che possono spiegare la natura degli Ufo. Si potrebbe, per esempio, pensare che all’origine di un certo numero di avvistamenti vi siano, in realtà, fenomeni geofisici ancora poco conosciuti, oppure velivoli sperimentali segreti, senza tuttavia escludere del tutto la natura extraterrestre. La verità è che noi non possiamo spiegare tutto con la razionalità e le conoscenze. […] A quanto sembra, logica e metodo scientifico non sembrano efficaci nello studio degli UFO per i quali qualsiasi spiegazione è insoddisfacente e/o troppo azzardata.» Pippo Battaglia — Walter Ferreri, C’è vita nell’Universo? La scienza e la ricerca di altre civiltà, Torino 2008 «Se fosse possibile assodare la questione mediante una qualche esperienza, io sarei pronto a scommettere tutti i miei averi, che almeno in uno dei pianeti che noi vediamo vi siano degli abitanti. Secondo me, perciò, il fatto che anche in altri mondi vi siano abitanti non è semplicemente oggetto di opinione, bensì di una salda fede (sull’esattezza di tale credenza, io arrischierei infatti molti vantaggi della vita).» Immanuel KANT,Critica della ragione pura, Riga 1787 (1 ed. 1781) «Come si spiega dunque la mancanza di visitatori extraterrestri? È possibile che là, tra le stelle, vi sia una specie progredita che sa che esistiamo, ma ci lascia cuocere nel nostro brodo primitivo. Però è difficile che abbia tanti riguardi verso una forma di vita inferiore: forse che noi ci preoccupiamo di quanti insetti o lombrichi schiacciamo sotto i piedi? Una spiegazione più plausibile è che vi siano scarsissime probabilità che la vita si sviluppi su altri pianeti o che, sviluppatasi, diventi intelligente. Poiché ci definiamo intelligenti, anche se forse con motivi poco fondati, noi tentiamo di considerare l’intelligenza una conseguenza inevitabile dell’evoluzione, invece è discutibile che sia così. I batteri se la cavano benissimo senza e ci sopravviveranno se la nostra cosiddetta intelligenza ci indurrà ad autodistruggerci in una guerra nucleare. […] Lo scenario futuro non somiglierà a quello consolante definito da STAR TRECK, di un universo popolato da molte specie di umanoidi, con una scienza ed una tecnologia avanzate ma fondamentalmente statiche. Credo che invece saremo soli e che incrementeremo molto, e molto in fretta, la complessità biologica ed elettronica.» Stephen HAWKING, L’universo in un guscio di noce, Milano 2010 (ed. originale 2001) «La coscienza, lungi dall’essere un incidente insignificante, è un tratto fondamentale dell’universo, un prodotto naturale del funzionamento delle leggi della natura, alle quali è collegata in modo profondo e ancora misterioso. Ci tengo a ripeterlo: non sto dicendo che l’Homo sapiens in quanto specie sia inscritto nelle leggi della natura; il mondo non è stato creato per noi, non siamo al centro del creato, né ne siamo la cosa più significativa. Ma questo non vuol dire neanche che siamo completamente privi di significato! Una delle cose più deprimenti degli ultimi tre secoli di scienza è il modo in cui si è cercato di emarginare, rendere insignificanti, gli esseri umani, e quindi alienarli dall’universo in cui vivono. Io sono convinto che abbiamo un posto nell’universo, non un posto centrale, ma comunque una posizione significativa. […] Se questo modo di vedere le cose è giusto, se la coscienza è un fenomeno basilare che fa parte del funzionamento delle leggi dell’universo, possiamo supporre che sia emersa anche altrove. La ricerca di esseri alieni può dunque essere vista come un modo per mettere alla prova l’ipotesi che viviamo in un universo che non solo è in evoluzione, come dimostra l’emergere della vita e della coscienza dal caos primordiale, ma in cui la mente svolge un ruolo fondamentale. A mio avviso la conseguenza più importante della scoperta di forme di vita extraterrestri sarebbe quella di restituire agli esseri umani un po’ di quella dignità di cui la scienza li ha derubati.»Paul C.W. Davies, Siamo soli? Implicazioni filosofiche della scoperta della vita extraterrestre, Roma-Bari 1998 (1 ed. 1994)