Salerno: Fort Apache, miste e servizi efficienti

Aldo Bianchini

Mentre come prevedibile infuria la battaglia sulla presidenza dell’ASI per via della “duttilità e abilità amministrativa” di Felice Marotta bisogna prendere atto che “il colpo basso” sparato contro una delle torrette più solide e redditizie di Fort Apache ha già prodotto profondi squarci nell’apparato difensivo, tanto da consentire a Cirielli/Cochise di annunciare che “Superare le antiche divisioni tra AN e FI per giungere all’appuntamento congressuale della prossima primavera; più concretamente per conquistare quel Comune di Salerno (Fort Apache) snodo cruciale per il nostro partito in provincia”. Intanto, però, va in scena la riorganizzazione del coordinamento provinciale del PdL nel quale sono presenti tutti gli uomini del Presidente o, al massimo, assolutamente indipendenti. Fuori dalle mura longobarde del forte e lontana dai rumori della battaglia Toro Seduto/Carfagna potrà, volendo, lanciare la lunga campagna decisiva per la conquista del Comune. Dalla sua ha i giovani, cioè il futuro del partito, con varie ramificazioni per tutta la provincia. E poi ha un vantaggio notevole su tutti: la politica delle “Tre M”, ma di questo ne parleremo nella prossima puntata. Per il momento ritorniamo rapidamente alla “guerra della Miste” ed alla domanda della scorsa puntata diretta a conoscere se le Miste rappresentano soltanto una corsa alle poltrone o invece una reale occasione di cambiamento. Il passato depone a favore della corsa alle poltrone e nulla più; il futuro è affidato ai nostri “nuovi eroi” che dovranno dimostrare tutto e il contrario di tutto anche se in un anno di governo qualcosa di nuovo hanno effettivamente dimostrato. Sullo sfondo c’è il SIIS (Servizi idrici integrati salernitani) che fornisce l’acqua a tutto il forte e che dovrebbe passare al “dc” Ortensio De Feo anche lui nel “Principe Arechi”. Ma perché la gestione delle miste è così ambita? Dunque, cerchiamo di capire. La gestione efficiente dei servizi pubblici locali (acqua, rifiuti, trasporti locali, gas, ecc.) dovrebbe rappresentare il primo obbiettivo che una classe politica locale responsabile deve porsi per affrontare con autorevolezza  la sfida del federalismo a difesa degli interessi economici e sociali del  mezzogiorno. Anche la provincia di Salerno dovrebbe promuovere un dibattito serio sulla gestione di tali servizi e sullo stato di salute della miriade di aziende comunali e provinciali che li gestiscono. Ma qui pensano solo ad azzuffarsi per la conquista delle poltrone!! E’ indubbio che tali aziende rappresentano, per fatturato, occupazione ed implicazioni nella vita di tutti i giorni di cittadini ed imprese (erogazione di servizi a tariffa) una parte fondamentale dell’economia provinciale che non può essere abbandonata alla solita lotta per il controllo dei consigli di amministrazione. Noto, però, con grande sorpresa che  anche su aspetti di fondamentale importanza per determinare le condizioni minimali per lo sviluppo della nostra provincia si continua a tergiversare evitando il merito dei problemi. Da parte del Sindaco di Salerno si preferisce  la politica degli annunci clamorosi ( usciamo dall’aeroporto, fondiamo Salerno Sistemi e Salerno Energia per costruire un’ azienda tipo la Am2 di Brescia)   con una tendenza a rinchiudersi ancora maggiormente nelle mura della città di Salerno (il suo Fort Apache!!) con il malcelato intento di salvaguardare qualche poltrona insidiata dalla vittoria elettorale del centro destra che ha sbancato l’Ente Provincia e tantissime città. Dal centro destra  i “Cirielli Boys”  tendono a criminalizzare l’indubbia  e prevalente gestione  del centro sinistra delle aziende pubbliche locali con il solo scopo di conquistare poltrone senza proporre soluzioni credibili. Manca un progetto di riorganizzazione su base provinciale  della  gestione dei servizi pubblici locali che passa prioritariamente attraverso le seguenti condizioni: a) una razionalizzazione della governance dei singoli settori; b) il superamento della frammentazione gestionale che li caratterizza con la miriade di piccole aziende pubbliche la cui dimensione non può garantire  sufficienti economie di scala; c) l’ingresso dei privati  che oltre a introdurre capitali freschi devono portare la necessaria efficienza  evitando che la cattiva gestione si riversi prima  sui passivi dei bilanci comunali e successivamente sulle tasche di cittadini ed imprese. La vicenda della gestione industriale del ciclo dei servizi collegati all’acqua per uso civile (captazione, distribuzione, depurazione e riuso), è emblematica della cattiva volontà politica di procedere nella direzione giusta. Nonostante una legge  quadro di settore del 1994 e la legge regionale del 1997, i quattro Ambiti territoriali della Campania non hanno proceduto ad accorpare le gestioni precedenti nella gestione unica prevista dalla legge di riforma. Nell’Ato Sele,  in particolare, nonostante l’affidamento  al gestore unico, avvenuto circa 5 anni fa da parte dell’Assemblea dei 141 Comuni dell’Ato  alla SIIS, non si è proceduto ad unificare le gestioni  e, contravvenendo alle decisioni assunte dall’Assemblea stessa, si è preferito, attraverso artifizi vari, mantenere in piedi   tutte le vecchie società: Salerno Sistemi, l’Ausino, l’Asis  ed il Consac. Il disinteresse dei Sindaci (per l’assenza della Regione che per legge ha il compito di vigilanza e di controllo sull’attuazione della riforma ed una totale acquiescenza anche delle associazioni imprenditoriali), più pronti e predisposti a mantenere buoni rapporti per tutelare i propri interessi, ha impedito di migliorare non solo il servizio di approvvigionamento idrico per uso civile ma  anche e soprattutto il sistema di depurazione che rappresenta un fattore fondamentale per sostenere la vocazione turistica del nostro  territorio. Per imprimere una svolta è necessario che la Regione approvi e faccia applicare ai Comuni una legge di riforma dei servizi pubblici locali uscendo totalmente dalla gestione fallimentare di molte aziende regionali  e riservandosi l’essenziale ruolo di programmazione e di controllo. Non basta, infatti, denunciare la cattiva gestione passata: occorre dimostrare con i fatti di voler cambiare, rompendo una fitta rete di interessi clientelari e parassitari allo scopo di rendere servizi efficienti ai cittadini della provincia di Salerno e di tutta la Campania e migliorare lo stato disastroso delle finanze degli enti locali, regione compresa.

 

 

 

Un pensiero su “Salerno: Fort Apache, miste e servizi efficienti

  1. Caro Aldo,
    il tuo articolo è come sempre preciso e documentato. Tuttavia , come giustamente fai notare alla fine del pezzo , occorre che si dimostri un cambio di marcia che sia davvero una novità . Altrimenti si corre il rischio di essere omologati , distinti ma non diversi , rispetto al presunto alter ego. Se la meritocrazia e la moralità non sono adeguatamente rappresentate come non è , il tutto si limita ad un tourbillon di poltrone che vengono spostate e rimischiate a piacimento del Kapò di turno che cambia il nome ma non la sostanze dell’essere in Politica. Uomini che fino ad ieri erano inesperti e non rappresentativi diventano all’improvviso degni di assessorato e dicasteri amministrativi provinciali cambiano repsonsabile solo perchè questa è la logica della sistemazione padronale che abbisogna di continue risistemazioni.dov’è la moralità e dov’è la meritocrazia . Lotteremo sempre perchè le cose cambino . Don Primo Mazzolari diceva che la verità è una sola , sia che la sostengano in tanti sia che la sostenga uno.Non importa quanto sei minoranza, non importa se non conti nulla nel partito : in politica parla chi ha qualcosa da dire non chi ha più tessere.A proposito , sono con Toro Seduto. Che era per inciso un grande condottiero : augh!

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