Si sono arenati
Difendere l’operato del governo per la brillante gestione delle emergenze, dai rifiuti di Napoli alla crisi economica, passando per la ricostruzione in Abruzzo, fa parte di un sentire comune, lo stesso che ha consentito al Pdl e alla Lega di vincere tutte le competizioni elettorali che si sono succedute dal 2008 ad oggi. Non meno apprezzabili devono ritenersi i risultati conseguiti dai ministri Maroni e Gelmini, il primo per l’efficace opera di contrasto attuata nei confronti del crimine organizzato e dell’immigrazione clandestina, la seconda per la buona riforma scolastica ed universitaria varata due anni fa, ma ahimè non ancora approvata dal parlamento. Al di là di questo, tuttavia, la maggioranza non sembra capace di dare le giuste risposte alle richieste più incessanti dei suoi elettori : meno tasse, meno burocrazia, ed una magistratura più efficiente, con ruoli e carriere separate. Superata la prima fase emergenziale, grazie anche ai buoni uffici della protezione civile di Bertolaso, finita troppo ingenerosamente nell’occhio del ciclone di certa stampa e di talune procure, l’esecutivo si è di fatto arenato di fronte ad alcuni temi politici, in larga parte non avvertiti dai cittadini come delle priorità assolute. Chi non ricorda l’ampia discussione sul presidenzialismo di qualche mese fa? C’era chi lo proponeva alla francese, chi all’americana, chi con doppio turno o con un turno unico. Poi il dibattito si è incentrato sul premierato forte, poi ancora sul cancellierato alla tedesca. Risultato? Zero. Come se non bastasse, si è profuso un impegno sovrumano per proteggere il presidente del consiglio dai processi in corso. Dapprima si è varata la legge sul processo breve, che breve non era. Allora se non era breve non si capisce perchè la si è fatta. Poi qualcuno ha pensato bene di tipizzare il legittimo impedimento, ma le procure anti-cavaliere non ci stanno, e allora via ai ricorsi alla consulta. Poi di nuovo il Lodo Alfano, riveduto e corretto in veste costituzionale e la sciagurata elezione di Aldo Brancher a ministro non si sa di cosa. Dulcis in fundo : il ddl sulle intercettazioni, ovvero le sabbie mobili nelle quali il governo rischia di affogare definitivamente o, nella migliore ipotesi, di navigare a vista, semprechè non arrivi in extremis una provvidenziale mandrakata del premier, predellini bis o quant’altro. La “legge bavaglio”, così denominata dalla stampa vouyersitica e dall’opposizione più giustizialista, ha già subito una serie innumerevole di ritocchi, tanto che l’ultima stesura ha conservato ben poco del primo testo. Berlusconi ha fretta di approvarla, Fini e i suoi fare futuri preferirebbero, invece, riflettere ed aggiornare la seduta a settembre, appoggiati in questo dal presidente Napolitano. Il braccio di ferro è tanto spietato quanto simbolico. L’ultimo atto di un redde rationem infinito che ora, però, sembra essere giunto ad un doloroso capolinea. Riuscirà il Cavaliere a liberarsi di Fini e noi delle sue battaglie autoreferenziali?
“la brillante gestione delle emergenze” … “la buona riforma scolastica e universitaria” varata dalla Gelmini …. “i buoni uffici della protezione civile di Bertolaso”…
C’è un sottile sarcasmo dell’opinionista o è un articolo serio?
Avviso al caro Smart : è tutto frutto di consapevolezza piena!!!
Beh, stando ai sondaggi, l’opinione pubblica ha altre consapevolezze:
n. 1 – La gestione delle emergenze – il cui significato è stato dilatato fino a comprendere qualsiasi evento previsto e prevedibile – è stata spesso utilizzata per eludere le normative, fare cassa e favorire gli amici degli amici.
n. 2 – La riforma Gelmini, il cui aspetto più percepibile è rivolto al drenaggio di risorse da sperperare, ha penalizzato la ricerca e determinato disservizi nell’intero mondo scolastico e universitario. E’ di queste ore la notizia del blocco degli esami nella stessa università di Salerno.
n. 3 – I buoni uffici della protezione civile (anzi ottimi) si sono visti e, soprattutto, si sono percepiti. Anzi, li hanno percepiti personaggi del calibro di Anemone, De Santis, Balducci, Scajola, ecc., insomma, quelli della Cricca, del “sistema gelatinoso”: appalti senza regole, ristrutturazioni gratuite, massaggi a gogò, incarichi ad amici e parenti, ecc.
Ma ci sono altri cittadini che hanno percepito “buoni uffici” di diversa natura, sempre erogati dalla protezione civile. Sono gli abitanti dell’Aquila, gli studenti finiti sotto le macerie di strutture inadeguate e che avrebbero dovuto essere sgomberate indipendentemente dal terremoto. Sono i cittadini tranquillizzati e rinviati nelle loro abitazioni, pur in presenza di uno sciame sismico continuo e rilevante, sono gli sfollati, cinicamente esposti alle telecamere quale prova della capacità del governo e oggi abbandonati a se stessi.
La crisi economica incombe, ma il nostro Premier – dopo il Lodo Alfano, che lo pone al riparo dai processi – ritiene che la cosa più importante sia varare una legge che impedisca le intercettazioni, impedisca ai cittadini di sapere e, così, lo ponga anche al riparo del giudizio dell’opinione pubblica. Doppio scudo, dunque: giudiziario e mediatico.
Si sono arenati? Se i punti a favore del Governo sono solo quelli indicati da Cennamo, c’è da augurarsi il naufragio.
Purtroppo credo che gli elogi alle riforme epocali siano frutto di una seria riflessione , piuttosto che di una boutade
Anemone, Balducci e De Santis non sono la Protezione civile. Bertolaso, per quello che ha fatto negli ultimi anni, meriterebbe una statua equestre, e invece si ritrova indagato per un massaggio al Salaria Village. Non nego che ci siano stati degli abusi, ma se se si vuole ricostruire in fretta occorre semplificare le procedure. Per il resto la responsabilità penale, se c’è, è personale.
La ricostruzione in Abruzzo è avvenuta in tempi celeri. Chi ha vissuto altri terremoti può capire.
Quella della Gelmini è una buona riforma. Introduce meritocrazia e rispetto delle regole in un mondo, quello della scuola, dove il sindacalismo rosso l’ha fatta da padrona, devastando anche quel poco di buono che c’era.
Credo che a breve sapremo come Barlusconi intenderà dare una sterzata al governo. Ora è necessario.
Saluti – Angelo Cennamo
Una prima sterzata l’ha data con la nomina di Brancher. Poi ha dato un colpo di controsterzo accettando le dimissioni di Brancher, che si è guadagnato sul campo veri record: a) quello di ministro più inutile; b) quello di ministro dal mandato più breve, c) quello di ministro con la faccia più di bronzo (a pari merito con Scajola).
Balducci, Anemone e De Santis non sono la Protezione Civile, ma erano perfettamente incardinati nel sistema gelatinoso che, con la Protezione Civile, faceva affari d’oro.
Bertolaso non è censurabile per il massaggio. Come il suo capo, si faccia massaggiare da chi vuole. Ma aveva capito con chi intratteneva rapporti amicali e da che razza di farabutti era circondato? Se ne era al corrente, è certamente colpevole. Ma, se anche si volesse ammettere che non aveva capito nulla, ebbene sarebbe così ingenuo da risultare del tutto inadeguato al ruolo.
E, ancora, l’Aquila. Ci vada Cennamo. Vada a vedere cosa c’è oltre gli spot televisivi. Ascolti la disperazione di chi vive da oltre un anno in condizioni precarie, che ha ripreso a pagare le tasse, che si sente usato e abbandonato.
E la Maddalena? Miliardi spesi per un evento che non c’è mai stato e che non avrebbe potuto esserci a causa dei ritardi accumulati dalle imprese. Sa chi gestisce oggi l’albergo realizzato nell’ex ospedale militare della Marina (già demanio dello Stato)? Non si scandalizzi: è la M.I.T.A. s.p.a., del gruppo Marcegaglia. Alla grande, no?
Cordialità.
Veda, caro Smart, Guido Bertolaso ed il suo team, per poter operare con la massima celerità, dovevano adeguarsi a delle procedure molto semplificate come, ad esempio, ad appalti concessi senza bando. Questo ha probabilmente ( lasciamo che la giustizia faccia il suo corso)comportato degli abusi. Ma accusare Bertolaso di corruzione per un massaggio è ai limiti della decenza.
Conosco la condizione in cui versa l’Aquila. Conosco pure le strumentalizzazioni e le speculzioni della sinistra aquilana che, di fronte all’insostenibile, ha perso pure le elezioni. Alla Provincia non è stata riconfermata la pasionaria carriolista Pezzopane, come saprà, ma un esponente del Pdl. Che strano.
Alla Maddalena le opere già costruite serviranno ad altro. In quel frangente fu giusto e conveninete spostare il G8 in Abruzzo. Il gruppo Marcegaglia è molto conosciuto, competente e leader sul mercato, non mi sorprendo affatto che abbia contribuito ai lavori.
Il pasticcio della nomina di Brancher è stato risolto. Potevano pensarci prima, è vero, ma, ad ogni modo, questi almeno conoscono l’istituto delle dimissioni. Altri rimanevano barricati sulle poltrone fino alla estrema unzione.
Saluti – Angelo Cennamo