Monti Lattari: presentazione campi avvistamento incendi boschivo
“Un’azione di intervento preventivo è fondamentale per contrastare la devastazione degli incendi”. È il punto di partenza attorno al quale il presidente dell’Ente Parco Regionale dei Monti Lattari, Gino Marotta, ha illustrato presso la sede di Informagiovani di Castellammare di Stabia, il programma dei Campi di Avvistamento Incendi Boschivo 2010, dopo i significativi risultati conseguiti nel 2009, primo anno in cui sono stati predisposti in diversi punti del Parco campi di avvistamento per volontari. I campi, parte integrante del progetto “I Giovani presidiano il Parco. Presidio di biodiversità”, promosso dall’Ente Parco e cofinanziato da Fondazione per il Sud, rappresentano un contributo fondamentale nell’azione di avvistamento e prevenzione degli incendi, ma soprattutto un valido strumento per migliorare la collaborazione tra i vari organi preposti alla salvaguardia del territorio e allo spegnimento degli incendi: Corpo Forestale, Settore Tecnico Amministrativo Provinciale Foreste, Protezione Civile, Vigili del Fuoco, supportati dall’azione di centinaia di volontari in grado di rompere quel muro di omertà che troppo spesso incombe sui roghi che dilaniano i nostri boschi. Ai campi, che si terranno dal 17 luglio al 12 settembre per una durata di 15 giorni ciascuno, possono partecipare tutti i cittadini italiani e stranieri maggiorenni. Le sedi sono: Angri, Cava de’ Tirreni, Corbara, Furore, Positano, Agerola e Scala. I volontari lavoreranno a fianco della Comunità Montana Monti Lattari, dei gruppi di protezione civile e del corpo forestale dello Stato nell’azione di avvistamento incendi boschivi. Proprio su questo aspetto si è soffermato Domenico Sgambati, promotore del progetto, sottolineando come il lavoro sia basato sulla collaborazione tra i vari organi istituzionali e numerose organizzazioni presenti sul territorio che operano da anni perseguendo obiettivi quali la tutela e la conservazione degli ambienti naturali, l’informazione e la conoscenza della propria terra e percorsi per uno sviluppo locale sostenibile. Significativi i dati relativi all’organizzazione dei campi nel 2009: 13 punti di avvistamento realizzati, riduzione del 30% degli incendi rispetto al 2008, partecipazione di oltre 130 volontari inseriti nella rete di lotta agli incendi boschivi. Con un dato significativo: a Positano nel 2009 non c’è stato alcun incendio. Purtroppo questi risultati non hanno impedito una crescita della superficie boschiva incendiata, con i comuni di Cava de’ Tirreni e Lettere più colpiti. Per queste ragioni Sgambati, nel presentare le 7 sedi dei campi 2010, ha illustrato un prolungamento dell’iniziativa anche nel mese di settembre, periodo generalmente soggetto ai colpi di coda degli incendi. I campi tuttavia non sono solo prevenzione e studio degli incendi, ma costituiscono un valido strumento di sensibilizzazione con una serie di incontri e banchetti informativi, oltre che una straordinaria occasione di conoscenza del proprio territorio. Alla presentazione è intervenuto in rappresentanza del Corpo Forestale dello Stato della Provincia di Napoli, il referente per la comunicazione e l’educazione Luigi Riccardi, che ha posto l’attenzione su aspetti che vanno oltre i meri dati registrati, vista la difficoltà di accertare una diretta correlazione tra le iniziative poste in essere e le aree incendiate, sottoposte a un andamento generalmente altalenante negli anni. “I campi AIB hanno permesso lo sviluppo di un forte radicamento nelle coscienze della necessità di tutelare l’ambiente nel quale viviamo”. Un passaggio imprescindibile se si vuole tutelare territori così vasti come l’area dei Monti Lattari. “Non è un caso, quindi, che aree di maggior pregio naturalistico, come Positano, abbiano una registrato un livello di salvaguardia assoluto”. I miglioramenti registrati sono, dunque, dovuti sicuramente sia ad una maggiore consapevolezza da parte della società civile dei reali danni ambientali ed economici provocati dagli incendi, ma anche alle attività di controllo del territorio e alla sanzione dei reati condotte dal Corpo Forestale dello Stato. Restano purtroppo interessi di varia natura che soffiano sul fuoco appiccato quasi sempre in maniera dolosa. Riccardi ha evidenziato come sia stato possibile tracciare delle aree a seconda delle ragioni scatenanti gli incendi. In particolare è possibile individuare una zona interna, dove sono forti gli interessi legati al taglio della legna, nella quale gli incendi hanno motivazioni ritorsive; il versante sorrentino, invece, lega la casualità degli incendi al bracconaggio, mentre sul versante amalfitana non ci sono interessi specifici ad azionare la mano dei piromani. I lavori della giornata sono stati chiusi dal Presidente Gino Marotta, per il quale nell’anno della biodiversità, la sua salvaguardia passa da un’azione collettiva, puntando sull’interesse dei cittadini di diventare protagonisti nella difesa del proprio territorio, costituito da aree di grande pregio ambientale e naturalistico. L’obiettivo, tuttavia, non è solo quello di coinvolgere i cittadini del Parco, ma di allargare l’iniziativa a un progetto di volontariato internazionale per portare giovani e meno giovani sul nostro territorio, nell’ambito di un’azione di interscambio culturale che possa unire la passione per il volontariato e la natura alla possibilità di visitare nuovi luoghi. Un progetto di volontariato integrato che sia non solo di salvaguardia del territorio, ma anche di conoscenza e sviluppo nel rapporto con i turisti.