La classe dirigente nasce a scuola

Ferdinando Longobardi

 Forse non è inopportuno rammentare brevemente, a chi le so fosse dimenticato, qual è il ruolo di una scuola pubblica in un paese avanzato. Un sistema scolastico serio è infatti l’unico che possa far sì che solo i meritevoli, i capaci e i volenterosi escano allo scoperto e vangano mandati avanti, indipendentemente dalla loro appartenenza familiare, sociale, etnica e religiosa. È l’unico che mette tutti agli stessi blocchi di partenza e può individuare chi è in grado di arrivare più lontano. Esso avrebbe il compito, insomma, di selezionare quella classe dirigente, che inevitabilmente deve esistere in ogni paese, in base al solo criterio ammissibile in una democrazia: quello del merito. È soltanto così che si può fornire, alle decine di migliaia di ragazzi di umili origini che possiedono intelligenza, sensibilità, forza di volontà e rettitudine, un mezzo di promozione sociale che gli consenta di raggiungere, ma anche di superare le posizioni dei loro coetanei più fortunati, ma meno meritevoli.Date queste premesse, però, si comprende perché in Italia la scuola pubblica non abbia mai funzionato al meglio, specie negli ultimi decenni. Infatti, qui da noi, i criteri di avanzamento sociale sono stati, purtroppo, prevalentemente altri: quello che ogni lettore appena un po’ smaliziato conosce. È per questo che noi abbiamo una scuola pubblica dequalificata e non selettiva: perché a troppi conviene che la selezione avvenga in base a questi altri criteri. Un rovesciamento della situazione può difficilmente partire dall’alto: troppi compromessi, troppa incompetenza, troppa confusione e soprattutto troppo disinteresse per tutto ciò, impediscono che si provveda in modo adeguato ad invertire la direzione di marcia. Occorre perciò partire dal basso, cioè dai giovani e dalla scuola.E non bisogna aspettare decreti o palingenesi legislative, ma lavorare concretamente affinché dalla scuola stessa, dalla sa parte più consapevole, più illuminata ed autenticamente innovatrice provengano quella spinta e quelle proposte di rinnovamento effettivo che tutti attendono: qualcosa cioè che vada davvero in senso contrario rispetto a quello che è stato seguito finora. L’apertura dei mercati mondiali, la fine della rendita di posizione determinata dall’esistenza dei “blocchi”, la sfida tecnologica e la competizione tra aree globali (una competizione non solo economica, ma anche culturale e politica) ci impongono di creare una classe dirigente capace e selezionata, se vogliamo sottrarci a un destino di servitù e di emarginazione mondiale che l’Italia ha già conosciuto in secoli non molto lontani. Sono problemi enormi, che certo non si risolveranno in tempi brevi, ma che è comunque necessario cominciare ad affrontare. E poiché la funzione della scuola è in questo senso centrale, è proprio da essa che debbono partire i corretti segnali di svolta.

Un pensiero su “La classe dirigente nasce a scuola

  1. Nell’ambito di un’ampia movimentazione dirigenziale che riguarderà alcune istituzioni scolastiche cittadine per l’a. s. 2010/2011 alla Scuola Media Alberto Pirro la Dott. Anna Maria Paolino, già dirigente dell’Istituto Comprensivo Dante Alighieri di Sesto San Giovanni (Milano), subentrerà nell’incarico di Dirigente Scolastico alla Prof. Maria Carmen Bartolomei che lascia per raggiunti limiti di età.

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