Perde chi balbetta, maggioranza di cartone, non di elettori
Il concetto non è difficile da assimilare. L’attuale (ex)-maggioranza di governo è come una scatola di cartone messa in mare, destinata inevitabilmente a diventare fradicia e ad affondare. Questione di tempo, soltanto di tempo. Perché l’acqua di mare, si sa, logora il legno, figuriamoci il cartone. I numeri non ci sono più, il PDL è nel limbo, l’attuale maggioranza ha cessato di esprimere il rapporto corretto tra numero di voti a suo tempo espressi e numero degli eletti. Ancora una volta il popolo paga il prezzo del tradimento. Non ci ergiamo a giudici di coloro i quali quel tradimento hanno assecondato e realizzato. Diciamo soltanto che chi ha votato per il PDL avrà i nervi a fior di pelle e rabbia da vendere. Questo Fini ed i suoi seguaci l’hanno certamente messo in conto, salvo agire per suicidio politico. Il dissenso, è vero, è il sale della democrazia. Nulla contro la libertà di esprimerlo, dunque. Tuttavia, se si fosse adottato un comportamento diverso sul piano della lealtà politica fino in fondo, le cose sarebbero state digeribili per gli stessi elettori del PDL. In poche parole, nel momento della non condivisione della linea-guida del governo, l’attuale Presidente della Camera avrebbe fatto meglio a dimettersi, anticipandone per le vie brevi i motivi a Berlusconi. Una conferenza-stampa dinanzi al Paese sarebbe stata, poi, sufficiente e perfino apprezzata per chiarire i motivi del dissenso, offrendo, così, un’immagine di lealtà di se stesso e senza esporre a critiche e rimbrotti i propri seguaci nella nuova avventura. Non siamo opinionisti politici di professione, molto è stato e sarà detto sul passato e sul futuro di questa inattesa e pericolosa vicenda che contrappone le due maggiori personalità del nostro Paese, pensiamo e ragioniamo come cittadini bisognosi di avere un governo stabile come mai nel passato. Sembrava fatta, nessuno, prima di ieri, avrebbe osato mettere in discussione il compimento naturale dell’intera legislatura. Ora, invece, siamo punto e a capo.“La democrazia funziona quando a decidere sono in due e uno è malato” pare abbia esclamato una volta Winston Chrchill, dando ‘fuoco’ ad uno dei suoi proverbiali scatti d’ira. Il punto è stabilire chi tra Berlusconi e Fini sia il malato. Inutile chiederlo ai due interessati. E, allora? Non resta che andare alle urne. Perché quei 75 votanti che mercoledì scorso si sono astenuti sulla mozione di sfiducia di PD-IVD al Sottosegretario alla Giustizia Caliendo hanno ormai un’arma pericolosissima in grado di far saltare il governo come e quando vogliono. E non è neppure bello, ma contraddittorio si, e lo diciamo fuori contesto, tirare in ballo vicende personali o apparentemente tali, per gettare discredito su presunte vicende e interessi personali di Fini in quel di Montecarlo. Per evitare il rischio, se non altro, per il PDL e i suoi giornali, di predicare bene e razzolare male. Se la Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta per accertare eventuali interessi diretti e/o indiretti di Fini su una certa casa di Montecarlo, si conceda anche a lui quello che il Ministro della Giustizia Angelino Alfano ha fortemente e giustamente invocato mercoledì scorso alla Camera per il suo vice Caliendo prima di votare la mozione di sfiducia. L’affermazione del principio che nessuno è colpevole fino al terzo grado di giudizio, fino a sentenza passata in giudicato. Tutta questa gazzarra non serve a nulla se non a ‘caricare’ il popolo-toro contro una persona innocente, fino a prova contraria. Resta, invece, all’ordine del giorno quel logorio che richiama l’acqua di mare sul cartone galleggiante, quei settantacinque voti gran parte dei quali estorti al partito di origine ed emigrati altrove, che rischiano di far saltare i nervi quando è ormai troppo tardi. Ecco perché, se Berlusconi è Berlusconi, a ottobre si andrà a votare. Prima che gli avversari crescano nel numero e nella forza del ricatto politico, prima che gli stessi alleati della Lega Nord alzino il tiro. Senza balbettii nell’attesa di improbabili recuperi dell’ultima ora. Triste, ma vero. Per un popolo tradito e dal futuro politico nuovamente incerto. Perché alternative politiche diverse e credibili non se ne vedono all’orizzonte. Ora più che mai un orizzonte di mezzanotte.
questa è sempre stata una finta maggioranza e l’inganno è all’origine quando, sventolando una coalizione fi-lega coesa, si nascosero i veri patti. ora al dunque qualcuno ha detto che considerato di essere sotto il ricatto della lega è meglio posizionarsi all’esterno per avere maggiore forza al fine di attuare il programma elettorale. tutto qua, questa maggioranza è sempre stata di cartone, fi è sempre stata sotto ricatto della lega e l’unico collante non era il riformismo ma i reciproci interessi quelli ideologici da una parte e quelli personali dall’altra. ecco io la vedo così: se si piantano patate non si può pretendere di raccogliere ceci.