Salerno: Anffas-Onlus “contratto di solidarietà”
Si è svolta stamane, presso la sede dell’Anffas-Onlus di Salerno, una conferenza stampa promossa dalla stessa Associazione che assiste sul territorio Salernitano centinaia di cittadini con disabilità intelletti viva e relazionale e i Rappresentanti sindacali ed aziendali di CGIL, CISL e UIL, Pietro Antonacchio, Segretario provinciale sanità CISL FP, Angelo Di Giacomo, Coordinatore Provinciale Sanità Privata CISL FP. Nel corso dell’incontro sono stati illustrati i termini dell’accordo che ha determinato la stipula del “contratto di solidarietà” – così come disciplinato e previsto dalla Legge n. 236/93 – per i diciotto dipendenti considerati in esubero e le cause che hanno portato a individuare tale soluzione tampone.“Le azioni messe in campo dalla Regione Campania per l’attuazione del Piano di rientro del settore sanitario – ha detto il Presidente dell’Anffas di Salerno, Salvatore Parisi – hanno ulteriormente ridotto le risorse disponibili per le attività riabilitative a favore delle persone con gravi disabilità. Sono, infatti, sei anni che la Regione continua a ridurre progressivamente le risorse economiche destinate all’assistenza delle persone con gravi disabilità tanto che le liste d’attesa si sono allungate a dismisura e i LEA non sono più assicurati. Il recupero del disavanzo economico, centrato sui tagli che colpiscono indifferentemente i bisogni assistenziali non accompagnato da una programmazione regionale e locale in grado di valutare priorità, appropriatezza e qualità degli interventi ha creato un progressivo squilibrio tra spese di gestione delle strutture sanitarie accreditate – in larga parte assorbite dal personale a cui peraltro sono stati riconosciuti gli aumenti contrattuali – e fatturato”. I lavoratori hanno avuto modo di incontrare i loro rappresentanti in ben tre assemblee e, dopo aver avuto tutti i chiarimenti, hanno accettato – praticamente all’unanimità – di sottoscrivere il Patto di solidarietà e scongiurando il licenziamento collettivo.“Riteniamo che l’azione intrapresa, condivisa dai lavoratori e dalle rappresentanze sindacali, a salvaguardia dell’occupazione – ha continuato Parisi – sia utile sempre ché la politica regionale cambi rotta. Riteniamo infatti che la strategia serva a tamponare e non a risolvere la criticità creatasi. I continui rinvii delle nomine dei nuovi Commissari delle ASL non fanno certo sperare”.La proposta del patto di solidarietà con riduzione di sei ore settimanali per ogni dipendente che gli operatori siano la reale risorsa dei servizi di assistenza erogati e una ricchezza per la comunità e che la soluzione ultima per far quadrare il bilancio e continuare l’attività sarebbe stata il licenziamento di 18 unità lavorativa su 94 occupati. “In ogni modo – ha affermato in conclusione Salvatore Parisi – l’Associazione, onde creare meno disagi possibili ai lavoratori interessati, ha provveduto a presentare domanda di concessione del contributo di solidarietà ex L. 236/93, rinunciando alla quota di propria spettanza e impegnandosi a restituire anticipatamente ad ogni singolo lavoratore sia la quota di propria spettanza che quella Aziendale: quindi riducendo ampiamente i tempi burocratici che prevedevano almeno quattro mesi per la restituzione di detto contributo ai lavoratori e che in questo modo invece lo riceveranno dal primo mese di applicazione dell’accordo, salvo conguaglio a verifiche effettuate da parte della locale Direzione Provinciale del Lavoro ed a erogazione all’Associazione del contributo trimestrale da parte della sede INPS di Salerno”. L’Anffas Onlus di Salerno sono anni che denuncia, a livello regionale e locale, l’assenza di progettualità e richiama l’attenzione verso quelle condizioni di salute che necessitano interventi integrati sanitari e sociali. Gli assessorati alla sanità e alle politiche sociali in Campania continuano a viaggiare per rette parallele. Risultato: decine di bambini e anziani privi di assistenza riabilitativa e sociale, strutture di riabilitazione in crisi. L’Associazione negli anni passati ha cercato di non far ricadere sugli assistiti i risultati di una politica miope e scellerata, ha accettato le regressioni tariffarie e ridotto all’osso le spese ma tutto questo non è stato sufficiente.