Paestum: Gran Galà internazionale di danza
“Tra santi e prostitute, tra Dio e mondo, la danza”. Così parla Nietzsche, dopo aver scosso tutte le figure di stabilità che Platone aveva ordinato in quell’al di là del cielo nominato “iperuranio”. Ma proprio puntando verso il cielo il suo Cannocchiale aristotelico, Emanuele Tesauro nel 1663 scopre che all’origine del mondo c’è “quell’ arte nobilissima che è la danza di cui si dice ella esser nata da principio col mondo istesso”. In verità, prima che il divino fosse irrigidito nel concetto di Dio e il sacro separato dal profano, anche Platone conveniva che “furono proprio quegli dei che ci sono stati offerti come compagni di danza a farci dono del ritmo e dell’armonia come espressioni del piacere” (Leggi, 654 a). Armonia, ritualità, eleganza e sacralità, ritroveremo martedì 10 agosto nell’area archeologica di Paestum, (ore 21,30 ingresso euro 10) quando in quell’incantevole palcoscenico naturale, Vincenzo Capezzuto & friends, faranno da contrappunto alle attese stelle nella notte di San Lorenzo, nel corso di un galà internazionale, promosso dall’Associazione FuturoDanza , con il contributo dell’ Ente Provinciale del Turismo, amministrato da Marisa Mirella Prearo e dell’amministrazione comunale di Capaccio, ospite del cartellone del Paestum Festival. Ben dodici i numeri della serata, che verrà chiusa da una prima assoluta “Con le labbra dipinte”, su musica dell’ensemble Arpeggiata e coreografie di Michele Merola. Inaugurerà la serata il “Tchaikovsky pas de deux” su musiche del genio russo e coreografie di Balanchine, affidato a Marija Kicevska e Davide Dato solisti del Teatro dell’opera di Vienna: otto minuti di virtuosismi creati, intorno al 1960, su musica che il compositore aveva creato frettolosamente per il terzo atto del “Lago dei cigni” per Anna Sobeshchanskaya, cercando di arricchire la parte di Odile. Poiché la musica non era nella partitura originale, il brano scomparve per più di mezzo secolo, scoperto da Balanchine negli archivi Teatro Bolshoi nel 1953 e prontamente utilizzato. Vincenzo Capezzuto, un’eccellenza salernitana, solista dell’ Aterballetto e “padrone” di casa, entrerà in scena con “Fandango”, un omaggio di Enrico Morelli alla musica barocca di Christina Pular, su un ostinato ritmo gioioso e incalzante. Momenti emozionali si vivranno nel corso dell’esecuzione del passo a due “Almost blue” una creazione di Mauro Bigonzetti, su di un celebre brano scritto nel 1981 da Elvis Costello pensando alla voce di Chet Baker, con protagonisti Ivana Mastroviti e Daniele Ardillo, solisti della compagnia Aterballetto. Debutto su di un prestigioso palcoscenico per Daniele Sibilli, vincitore del VI Concorso Nazionale “Città di Salerno”, con due soli del suo maestro Francesco Arenella, “Aria” su musiche dell’eccentrico violoncellista Giovanni Sollima e “Runaway” sulle armonie di Philip Glass. Ritorna Vincenzo Capezzuto, presentandoci una mediterranea Andrea Tortosa, protagonisti di una intensa coroegrafia di Michele Merola “Mappe di Amanti sperduti”, che profuma di terra e spuma del mare nostrum, sul sentire barocco dell’ ensemble Arpeggiata, in un intreccio di “amorosi affetti”. Ancora una splendida coreografia di Michele Merola “Solitudine”tratta dallo spettacolo: “Storia di un fiore che Dio fece nascere per sbaglio”, un passo a due originale, innovativo perché maschile. Vincenzo Capezzuto ed Enrico Morelli su musica di Sakamoto, latori di una danza che colpisce emotivamente, su una musica carezzevole solo per pianoforte, sofisticato accostamento di dolcezza musicale e vigore interpretativo maschile, prima di vedere “Cantata” un passo a tre di Mauro Bigonzetti, su melodie e canzoni tradizionali napoletane e del Sud Italia, affresco vivo, trascinante, energico della tradizione italiana costruita sul canto del coro Assurd. Un tributo interpretato da Andrea Tortosa, Vittorio Bertolli e Daniele Ardillo, alla napolatanità femminile, alla meridionalità, con i suoi toni e colori forti in una danza vitalistica fatta di tarantismo e passi e movimento ossessivi, tra folklorismo e simbologia sentimentale, della militia amoris. L’’India esotica di Le Dieu et la Bayadère au La bonne de la Cachemire, su musiche di Auber del quale l’unica parte che ancora si balla oggi è il Pas de Deux noto come Grand Pas Classique, presentato nella coreografia di Victor Gsovsky, sarà interpretato da Marija Kivcevska e Davide Dato. Un solo aereo di Vincenzo Capezzuto che si presenterà al pubblico paestano con “Oppio”, su di un tango di Mores coreografato da Ana Maria Stekelman, prima di cedere la ribalta ad Ivana Mastroviti e Daniele Ardillo per il passo a due “Non Ancora” e chiudere la serata di e sotto le stelle “Con le labbra dipinte” in compagnia di Vincenzo Capezzuto, Andrea Tortosa, Giovanni Napoli, Paolo Lauri, Enrico Morelli, solisti della MM Company e Vittorio Bertolli, solista dell’Aterballetto.