Vita di Missione: i sogni di un missionario, giocare

Padre Oliviero Ferro

“Vuoi giocare con me?” mi dice un bambino che passa davanti alla casa. Lo guardo e sto per dirgli che non ho tempo. Lui mi guarda, quasi mi rimprovera con il suo sorrisetto. Mi rifà la domanda e allora non posso rifiutare. Ha un pugnetto di biglie nella mano e mi invita a giocare con lui. Io non mi ricordo più come si fa. Ma lui, paziente, mi spiega le regole del gioco. E piano piano,i ricordi diventano realtà. Chissà quante volte avevo sognato di giocare con altri bambini e non ne ho avuto il tempo. Ora che il sogno è diventato realtà,faccio fatica. Ma lui continua,mi incoraggia. Nel frattempo arrivano i suoi amici. Fanno tifo per me. Poveretti,non sanno con chi hanno a che fare. Il mio nuovo amico, ogni tanto, fa finta di perdere per darmi un po’ di soddisfazione. L’importante non è vincere, ma giocare insieme. Dopo un po’,gli dico che debbo andare a trovare una persona ammalata. Lui mi chiede se mi può accompagnare con i suoi amici. Loro la conoscono bene e vogliono condividere con me questi momenti importanti. Il gioco continua ed è bello sentirli chiacchierare a voce alta, mentre raccontano tutte le novità del villaggio. Finalmente arriviamo nella casa della signora anziana. Nel cortile ci sono i nipotini che giocano. E cosa fanno i miei amici? Si mettono a giocare con loro,mentre io mi fermo a parlare e incoraggiare quella sorella ammalata.  Ogni tanto devo uscire per dire loro di abbassare la voce. Ma la signora mi dice di lasciare stare, perché le fa piacere ascoltare le grida dei bambini. La fanno sentire ancora viva. Mi ricorda di continuare a giocare con loro, così non mi sentirò mai solo.