Giuseppe, tra indifferenza e Aids

di Rita Occidente Lupo

Nei giorni scorsi, la storia di Giuseppe: in un container, affetto da Aids. Precarie le sue condizioni fisiche, sospesagli la pensione per invalidità totale di 500€ mensili. Una storia al limite del disagio, barattata tra strada ed indifferenza: 50 anni, 35 da operaio in un’ industria settentrionale, un dramma che si logora nel silenzio istituzionale. Da una decina d’anni, a Bitonto, ad una ventina di chilometri da Bari, senza lavoro in un container in campagna. La sua vita, al limite della sopravvivenza. Per nutrirsi, diversi km. dall’alloggio senza mezzi economici per pagare l’autobus. Un’altra storia che rischia di passare nel macero della noncuranza. Lottando per la sopravvivenza e per una dignità esistenziale. La sua ex compagna, portatrice della sieropositività che gli fa contare i giorni. La società, quella che se ne sta incollata alle crisi di governo, col fiato sospeso dinanzi all’asse Berlusconi-Fini, nicchia dinanzi alla sua lamiera. Non sfrega il suo potere nel consentire che i meno abbienti possano trovare un alloggio decoroso, all’ombra di un cielo di solidarietà. Giuseppe: una storia come tante, ma una vita da non cestinare, tra tanti!..

  

3 pensieri su “Giuseppe, tra indifferenza e Aids

  1. Editoriale ad effetto. La spasmodica ricerca dell’effetto linguistico è talmente esacerbata da inficiare la comprensione del testo dal punto di vista logico. Parlare di povertà, di miseria e di malattia non dovrebbe avere il fine di catturare nella rete lettori ma stimolare una reale comprensione del dramma sociale che in Italia si vive: siamo un popolo privo di dignità umana, capace di dirsi pietoso verso un ammalato di AIDS e dall’altro prontissimo a credere che la malattia sia la giusta punizione per stili di vita considerati corrotti. Da chi? Dalla chiesa che con lo Ior ricicla i soldi della mafia e terrorizza le anime deboli con spaventose immagini di atroci sofferenze anche da questo giornale? Il povero Giuseppe fa notizia oggi, tra camorra, stipendi dorati e sagre di paese, ma dove abita la carità per questo pover’ uomo? Nell’inferno che lo aspetta secondo qualche integralista privo di carità cristiana, o in qualche intelletto che saprà decifrare il criptico editoriale? Con osservanza.

  2. Sicuramente è una tra le tantissime situazioni che fa piangere il cuore di chi ha ancora un'”anoma” . Ma tale storia è solo una tra le migliaia che mai nessuno si è occupato di provvedere a ripristinare l’orgoglio e l’onore di tanta povera gente costretta ad essere dimenticata da Dio e dagli uomini: Talvolta, quando spesso mi capita di andare a Napoli,rimango sconvolto a vedere tanti stranieri costretti a dormire all’adiaccio a piazza Garibaldi. Alcuni di loro si umbriacano per dimenticare la loro triste sorte, mentre nessuno gli va in aiuto per solleverli dall’abbondante “fango” in cui sono cascati. Altro che Paese accogliente. Tanti di loro, clandestini o non , avrebbero bisogno di più attenzione da parte dello Stato e dai comuni dove vengono ospitati. Cordialità.

  3. qualcuno mi ha deto: ” non pingere il morto, ma vedi la cusa che l’ha determinata”
    in bocca al lupo

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