Salerno: Radicali, Salzano “La Tortura”

L’immaginario collettivo della civile Italia del 2010 relega la pratica della tortura soltanto ai libri di storia del secolo appena passato o al massimo lontano da noi, nei Paesi islamici – dove la teocrazia impone ancora la legge coranica – in Cina e nei Paesi dell’estremo oriente asiatico, ma più in generale in tutti quei posti dove appunto la democrazia e i diritti umani  non sono un fatto compiuto. Solamente ipocriti e irresponsabili non riconoscono invece che purtroppo, ahinoi non è così, già in passato Enzo Tortora con lucidità profetica fotografo letteralmente la questione Giustizia in tutti i suoi aspetti: “le carceri italiane sono la discarica sociale del processo penale oramai morto”.A tal proposito la legge italiana stabilisce altresì che ogni istituto di pena deve avere il sua capienza regolamentare, la totalità delle carceri italiane supera di molto la capienza regolamentare, ergo, le carceri italiane sono illegali .La Corte di Giustizia Europea stabilisce ancora che ogni detenuto deve avere almeno tre metri quadri in cella, al disotto dei quali si configura il reato di tortura, bene, anzi malissimo, se in questa – dove si passa gran parte della giornata su letti a castello a tre piani – la superficie di calpestio è di 20 metri quadri  e ci si sta in otto, i conti sono presto fatti, nelle carceri italiane è praticata la tortura. Il sessantennio del Regime partitocratrico italiano ha ridotto la Giustizia e quella che non è semplicemente soltanto la sua appendice carceraria, – più violenta e più incivile di quello che fu nel ventennio Fascista – basta considerare il sovraffollamento delle carceri, non quale fenomeno superficiale, risultato di carenze strutturali degli istituti di pena, ma molto più drammaticamente la discarica sociale di un processo penale oramai morto – come sostenevano tempo fa già Tortora e i Radicali –  con l’aggiunta e l’aggravante dell’introduzione “di un’Amnistia di classe” prodotta dalla ex-Cirielli e dal reato di clandestinità per i migranti della Bossi-Fini, e per i reati connessi alle tossicodipendenze dalla Fini-Giovanardi, con la evidente conseguenza di una Gozzini e di una Simeone–Saraceni svuotate oramai di ogni efficacia, a cui farà seguito  sicuramente il cosiddetto “processo breve”, in realtà, una proposta che, non incidendo in alcun modo né su tipologie di reati da depenalizzare, né sul meccanismo dell’obbligatorietà dell’azione penale, potrà solo tradursi in una “prescrizione breve”. Infatti, ridurre i tempi dei processi senza ridurre il carico dei 13 milioni di processi pendenti significa semplicemente aumentare il carico delle prescrizioni – già oltre 250.000 all’anno – e dunque aggravare l’impunità generalizzata in Italia, la vera e propria amnistia selvaggia che tutti, fingono di non vedere, il risultato di politiche così scellerate, capaci di produrre altro che questa situazione ipocrita ed irresponsabile per quella forma anonima e banale di amnistia chiamata prescrizione piuttosto che adottare una linea chiara e ufficiale in materia di politica giudiziaria stabilendo una volta per tutte quali reati amnistiare e quali no. A questa amnistia clandestina sempre più imperante, strisciante, periodica, di massa e di classe, è giunto quindi il momento di contrapporre una sanatoria ufficiale, eccezionale, fondata sul diritto e finalizzata ad una grande Riforma della Giustizia, – proprio quella Giustizia Giusta auspicata da Enzo Tortora – così da consentire finalmente ai Tribunali di lavorare, celermente ed efficacemente, nella fase di merito e per i reati più gravi. Oggi così non è, chi subisce il massacro continuo è quella società “chiusa”, qual è ed è il carcere, che nonostante tutto, soltanto con la forza della nonviolenza gandhiana oggi finisce per vivere come una straordinaria Comunità Penitenziaria, a cominciare in primo luogo, per merito dei suoi operatori, dirigenti, polizia, amministrazione, letteralmente massacrati dal Regime, e per merito di un popolo di detenuti letteralmente sequestrati e martirizzati in una detenzione estranea e contraria a quella prevista dalla Legge fondamentale e delle leggi e delle norme attuative. Giustizia e universo carcerario sono lo specchio del Regime, vigenti. Oggi più che mai. Ordine e Welfare senza libertà, senza Democrazia, senza Stato di diritto producono fatalmente, se si aggiunge strage di legalità come oggi accade, strage di popoli. Noi Radicali – ripeto: Radicali – lotteremo per il possibile contro il probabile, per continuare per altri cinquant’anni a rendere sempre più viva e forte l’alternativa democratica, federalista, laica, liberale, nonviolenta. Anche per tutti, ma non solo, per voi tutti.

Donato Salzano Segretario Associazione Radicale Salernitana “Maurizio Provenza”