Personaggi, autori e lettori – III^ parte

 Ferdinando Longobardi

 Per chi vuole leggere un libro sarà forse opportuno immaginare un sistema di istruzioni a due livelli. A quello superiore della lettura letterale e ufficiale avremo l’appartenenza ad un genere letterario, il titolo, il sottotitolo, la prefazione, la premessa, l’epigrafe, l’introduzione, la divisione in capitoli e la loro titolazione, gli avvertimenti al lettore e così via. Ma i libri non possono e non devono essere sempre aperti, onesti, sinceri, e offrire una visione perfetta fra lettera e spirito del testo. Un libro tutto limpido e trasparente, onesto e illibato, senza macchia e senza segreto, senza inganno e senza trucco, senza sotterfugio e senza stratagemma, che razza di libro sarebbe? L’elenco del telefono? Per nostra fortuna i libri sono infidi e gli scrittori poco generosi verso i lettori ingenui e pigri. Per imbrogliare i quali ci vorranno istruzioni a un secondo ordine di lettura riservato a lettori più impegnati e più tenaci, se non più intelligenti. Questo secondo manuale deve essere necessariamente celato nel contesto, a mo’ di crittogramma; o nascosto riga per riga; o antifrasticamente mascherato in un suggerimento controverso, per premiare il reperimento da parte del lettore abbastanza interessato a partecipare a questa ermeneutica caccia al tesoro. Il libro sarà pertanto anche ironico, e il secondo livello dovrà anche irridere alla lettura letterale. Avremo quindi le istruzioni per un uso onesto del libro, in superficie, aperto a tutti, e le istruzioni per un uso disonesto, ironico, in profondità, aperto a pochi, e talvolta a nessuno. Pure la locazione della chiave di lettura seconda non può essere lasciata al caso, a meno di disperdere i ricercatori lungo tutto l’arco dell’opera, come i lettori della Biblioteca di Babele alla caccia di Dio. Una locazione statisticamente casuale moltiplicherebbe senza scopo, per pura perversione, gli sforzi e le frustrazioni di quei lettori avidi e attenti per i quali il testo preserva il suo cifrario segreto, e questo sarebbe contrario allo spirito dell’operazione. I lettori ingenui devono essere indirizzati verso l’itinerario ufficiale, attraverso la porte cochère del significato letterale, mentre la crittografia deve suggerire ai più testardi itinerari alternativi. Bisogna quindi che il testo inventi un suo sistema segnaletico che guidi il lettore attraverso una serie di indizi verso la chiave di lettura, come nel gioco infantile di nascondarello dove le parole fuoco e acqua agiscono come una doppia polarità nella ricerca dell’oggetto o della persona nascosta.