UsB: Università, a chi dobbiamo credere?
|
|
|
In queste ore, mentre il mondo del lavoro e del non lavoro, quello pesante delle fabbriche, quello dello sfruttamento nei servizi, quello cognitivo delle menti, quello devastante del precariato, quello drammatico dei licenziati, è attraversato da sofferenze indicibili, la soluzione è un nuovo patto sociale. Intere categorie della CGIL, dalla Funzione Pubblica alla FIOM per finire alla FLC, inscenano manifestazioni e conflitti solitari in nome dei lavoratori e della difesa dello stato sociale, mentre il loro leader e la confederazione CGIL rientra ai tavoli per concertare assieme a chi ha “applaudito” e sostenuto le ultime finanziarie di Tremonti e alle tante “riforme” devastanti per lo stato sociale, per tutte le Amministrazioni Pubbliche e per tutti i lavoratori. A chi dobbiamo credere ? Dopo tanti lamenti urla e minacce di CRUI, Confindustria e “illustri intellettuali” contro “la rottamazione anticipata della riforma”, respinta ogni modifica proposta dalle associazioni e sindacati universitari, FINI/GELMINI/MARCEGAGLIA hanno tolto d’impaccio Rettori e Confindustria ottenendo la votazione della “riforma” per il 15 ottobre. Nelle stesse ore Epifani siede proprio con Marcegaglia per discutere del nuovo patto sociale: “Una prima prova di dialogo tra le Parti Sociali e Confindustria sui temi della crisi, dello sviluppo e della competitività, si è concluso ieri in serata, nella sede del ABI (Associazione Bancaria Italiana) a Roma, con un giudizio positivo da parte della CGIL.” – leggiamo in una nota ufficiale. E la rottamazione annunciata dell’Università Pubblica !? L’Università in questi mesi, grazie ai ricercatori “indisponenti” ha messo in piedi un conflitto tangibile che ha prodotto un blocco reale della “produzione” cognitiva che continua, ma che a quanto pare per Epifani (e per i suoi amici collaborazionisti Angeletti e Bonanni) non deve essere argomento di vertenza quando si discute con i banchieri e gli industriali, quando appunto si parla di “sviluppo e competitività”. E allora a chi dobbiamo credere ?Noi crediamo ai fatti: sappiamo che l’accelerazione della “riforma” Gelmini, che abbiamo denunciato nei giorni scorsi, è una realtà e che, al di là delle schermaglie in seno alla maggioranza parlamentare e delle manifestazioni solitarie della FLC, il 15 ottobre questa riforma sarà votata…e approvata ! Non ci meravigliamo perché la riforma dell’Università è un pezzo importante del disegno più generale di smantellamento di tutte le Amministrazioni Pubbliche che denunciamo e combattiamo da anni. Quello che accade in Sanità è sotto gli occhi di tutti e per questo continueremo a mobilitarci per fermare una deriva politica e sindacale che alla “crisi” risponde con licenziamenti di massa e tagli ai servizi pubblici invece di “prendere” i soldi dalla “corruzione” e dalla “evasione” che in Italia vale 180 miliardi di euro ogni anno. Rottamare il nuovo patto sociale Respingiamo l’attacco squadristico ai lavoratori e al conflitto 9 ottobre manifestazione a Torino Dopo anni di provvedimenti governativi tesi a limitare sempre più il potere dei lavoratori nei luoghi di lavoro e a ridurre drasticamente i diritti conquistati dal dopoguerra ad oggi, i padroni, con Marchionne e Marcegaglia in testa, tornano all’attacco per assestare un colpo definitivo al conflitto e ai diritti dei lavoratori. Chi ritenesse che un tale attacco possa essere affrontato, combattuto e vinto da una singola categoria sbaglierebbe davvero e, per assurdo, favorirebbe l’affermarsi della separazione dei destini dei lavoratori, che è esattamente il progetto dei padroni, del governo e dei sindacati complici. Non è difendendosi da soli che si può battere un nemico attrezzato ed unito, la risposta non può che essere generale, confederale nel senso più genuino del termine, come generale e confederale deve essere l’organizzazione del mondo del lavoro.