Vita di Missione: viaggio in battellino sul lago Tanganika, villaggio di Mwayenga
Padre Oliviero Ferro
Il nostro viaggio continua. Stiamo per entrare in un luogo meraviglioso che non ha niente da invidiare con tanti posti,celebrati dai tour operetor. E’ il villaggio di Mwayenga, centro della diakonia omonima. Entriamo in una baia a semicerchio. Sulla destra, in alto, c’è la chiesetta che fa da guardia al villaggio. Ci avviciniamo lentamente a riva,ma non possiamo accostare. Dobbiamo trasbordare in una piroga. E qui comincia il bello. Bisogna prendere il tempo giusto, tra il battellino che si alza per le onde e la piroga. Con un po’ di fortuna, si riesce a cadere nella piroga. Velocemente arriviamo a riva, attorniati da un nugolo di bambini che, insieme alle anitre, stavano facendo il bagno nel lago. Strette di mano, sorrisi, notizie. Insomma si è tra amici e tutto diventa più semplice. Ci aiutano a trasportare tutto il materiale verso la chiesetta. Ci si riposa qualche istante su una sedia. Ma poi il lavoro comincia. E’ una processione continua, Si comincia con l’esame dei catecumeni (è un cammino di quattro anni verso il battesimo), i bambini della prima comunione, i genitori che vogliono fare battezzare i bambini più piccoli, quelli che finalmente si sono decisi (dopo lunghe discussioni con le famiglie rispettive) a sposarsi. Non c’è un attimo di sosta. Il responsabile della comunità ci porta da bere e qualche banana da mangiare. Non viviamo di solo spirito. Verso sera, ci si calma un po’. Fra poco ci sarà la celebrazione eucaristica. Stanno arrivando i cristiani dei villaggi vicini. Sarà, come sempre, un momento di festa, di gioia, di amicizia e di vera fraternità. E’ difficile descrivere con le parole cosa si vive in quei momenti. E’ racchiuso nel nostro cuore per sempre. La soluzione sarebbe di ritornarci ancora una volta. Mah,chissà,se quando sarà. Poi ci si siede attorno a un tavolo con le gambe che traballano un po’ per condividere il pasto: riso, pesce e frutta. L’importante è il continuare a stare insieme. Si sentono intorno a noi, le radio a tutto volume che diffonde la musica africana. Verrebbe voglia di alzarsi in piedi e danzare. Piano piano la stanchezza si fa sentire e ci si avvia verso il luogo del riposo. Ma si indugia un po’ a guardare il panorama. Il lago è meraviglioso. In alto le stelle e la luna che si riflette sulle onde. Là, lontano, i pescatori hanno acceso le loro lampade e cominciano una notte di duro lavoro.
Alcune ore di riposo e al mattino ci si alza. Ci portano del tè e delle banane arrostiti. Deliziose. Poi giù, alla spiaggia. Il motore romba già e bisogna continuare il viaggio. Altri amici ci aspettano.