Associazione “Italia Nostra”, Caso Fuenti

 Alla luce degli ultimi eventi che riaprono dolorosamente la vicenda del Fuenti, per la quale Italia Nostra sin dagli anni ’70 profuse sforzi meritori per sollecitare dapprima le autorità competenti e successivamente gli ambienti giudiziari perché venisse salvaguardato il paesaggio della Costiera, Italia Nostra Campania evidenzia che in occasione della Conferenza dei Servizi svoltasi a gennaio 2004 l’associazione fu ammessa a partecipare, come da essa richiesto, ai sensi della l. 241/90, congiuntamente ad altre associazioni di tutela, ma senza diritto di voto. I rappresentanti di Italia Nostra, nell’occasione, dichiararono il loro dissenso in relazione al progetto di ripristino ambientale dell’area, sostenendo le proprie ragioni non soltanto esponendo genericamente le esigenze di tutela del paesaggio, evidentemente non condivise dalle autorità all’uopo preposte, ma anche esponendo (in una relazione ampiamente argomentata sottoscritta e allegata al verbale della CdS) il preciso contrasto con gli articoli 10, 17, 22 e 23 della Legge regionale n. 35/87 (approvativa del Put), nonché con le norme tecniche di ingegneria naturalistica approvate con Delibera G.R. del 12.7.2002, n. 3417 di cui al DPGRC n. 574 del 22.7.2002 e successiva Del. G.R. del 20.9.2002, n. 4084. Le motivazioni giuridicamente argomentate non furono, con ogni evidenza, tenute in alcuna considerazione, anzi evidentemente non condivise dalle autorità ivi rappresentate che approvarono ugualmente il progetto, ravvedendone una presunta conformità alla normativa urbanistica e paesaggistica vigenti, né dalle altre associazioni presenti. Lo stesso intervento approvato nella CdS del 2004 avrebbe poi subito ulteriori varianti, consistenti – da come si evince dagli organi di informazione – in opere e destinazioni diverse da quelle approvate nel già discutibile progetto, comprensive anche di attività di tipo residenziale. Appare pertanto del tutto comprensibile e opportuno l’intervento della magistratura. Grazie ad essa, Italia Nostra confida possa assicurarsi il ripristino della legalità palesemente violata, determinando l’effettivo recupero paesaggistico in conformità, in primis, alle chiare prescrizioni della citata Legge regionale n. 35/87.

 il presidente Raffaella Di Leo

il segretario Luigi De Falco

 

2 pensieri su “Associazione “Italia Nostra”, Caso Fuenti

  1. se non erro, le associazioni private, quale ITALIA NOSTRA, non hanno potere di voto nelle sedi legali istituzionali…per cui…è ovvio che non abbiano avuto diritto di voto in sede di conferenza di servizi…di cosa parliamo?
    inoltre, mi domando quale sia la PALESE LEGALITà VIOLATA, dato che 24 enti hanno approvato il progeto di riqualificaione ambientale presentato, per il tramite della conferenza di servizi…più legale di così…
    e poi, è dato sapere a quale complesso residenziale ci si riferisce, dato che non sembra essere stato realizzato alcun edificio resideniale, neanche dale immagini rappresentate?
    cerchiamo di fare chiarezza sui fatti non sulle ipotesi abbiamo tutti diritto di avere una corretta rappresentazione della realtà!

  2. ah bè! non sarà mica anche questa un’associazione para-ambientalista (vedi verdi…per eccelllenza quelli del no..) piena di “protagonisti” mancati, che solo per mettersi in mostra e attirare su di sè innocenti simpatie… e futuri consensi grida all'”untore” a prescindere!!!! …bah tutto può essere…

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