Consorzio di Bacino Sa3: il cerino è acceso

Aldo Bianchini

Per continuare a parlare del Consorzio di Bacino Sa/3 bisogna necessariamente partire da una pregiudiziale molto importante: il centro destra vuole la gestione e il controllo totale del settore relativo al ciclo integrato dei rifiuti, il centro sinistra non vuole cedere il controllo di detto settore ben sapendo che esso assomma a circa il novanta per cento dell’intero volume di affari del consorzio Ecometa che, come già detto, fu creato dai socialisti di Quaranta ed è stato gestito negli ultimi decenni da Enrico Zambrotti anche in maniera intelligente e manageriale ma certamente in forma monocratica e per certi versi arrogante. E guarda caso adesso dipendono proprio tutti da Enrico Zambrotti che anche l’altra sera, nell’ultima assemblea dei sindaci, è salito in cattedra da par suo a dettar legge e ad elargire spiegazioni a destra e a manca. Che lo si voglia o no è proprio Enrico Zambrotti il personaggio chiave di tutta la vicenda che va mano a mano assumendo toni davvero kafkiani. Insomma da un lato Giovanni Siano chiede le carte dal 2005, dall’altro lato Vittorio Esposito non gliele vuole dare. E perché? Perché la richiesta di Siano, diversa da quella di Graziano, sarebbe apparsa ai vertici di Ecometa come una subdola forma di controllo amministrativo/contabile sul periodo pregresso a quello relativo alla messa in liquidazione ed alla cessione del ramo d’azienda dei rifiuti che è, ripeto, almeno il novanta per cento dell’intero pianeta Ecometa. La situazione è molto complicata. Se il Tar di Salerno non ha concesso la sospensiva richiesta dal CdA del Consorzio ora sarà il Tar di Roma a pronunciarsi nel merito. La manovra è sottile e qualcuno tende a mascherarla. Si è arrivati al Tar di Roma grazie all’intervento degli avvocati della provincia che sperano così di ottenere un pronunciamento favorevole per Cirielli che a Salerno, invece, appariva sfavorito nonostante la non concessione della sospensiva. A questo punto davvero è difficile stabilire se Giovanni Graziano aveva davvero ragione nel voler mediare una soluzione senza scontrarsi come invece sembra voler fare Giovanni Siano. E ritorna sempre Zambrotti al centro dell’attenzione, evidentemente perché Graziano sembrava fidarsi del suo operato mentre Siano ha decisamente preso posizione molto dura nei suoi confronti. E perché? qualcuno potrebbe chiedersi. Perché probabilmente nei carteggi amministrativo/contabili dal 2005 ad oggi potrebbe esserci qualcosa che Siano non vuole avallare per nessun motivo. Nei corridoi del centro sportivo, a tarda serata, circolava anche una strana voce sibillina che parlava di un paio di contratti con imprese esterne al consorzio che potrebbero far emergere più di un problema contabile. Al momento sono soltanto voci, ma sufficienti a farci capire che Siano proprio non si fida di nessuno e vorrebbe che tutto fosse trasparente ed alla luce del sole. Anche per questo motivo, e non per malcelato timore, che Siano su sollecitazione di Roberto Celano (presidente di EcoAmbiente) avrebbe annunciato la decisione di revocare le nomine dei cinque consulenti, anche perché gli stessi fino a quando non verranno consegnate tutte le carte non sarebbero operativi. In definitiva, come ha detto anche il sindaco di Sala Consilina Gaetano Ferrari, bisogna capire che il Consorzio così come è stato per decenni non esiste più  e che qualcuno deve farsene una ragione, che piaccia o meno. Ormai il campo è sgombro, non ci sono più neppure i consulenti della discordia, ora a Zambrotti ed Esposito non resta che consegnare le carte altrimenti il cerino acceso rimarrà nelle loro mani, e potrebbero essere dolori.  E il cerino scotta, soprattutto per il serio rischio di vedere cumuli di rifiuti per le strade del Vallo.